Per l’accusa una donna stava usando il cellulare mentre era alla guida; una distrazione risultata fatale per un motociclista travolto e ucciso dalla stessa mentre si trovava in sella alla sua moto. Adesso la donna rischia di andare a processo per omicidio stradale. Secondo il pm ci sarebbe un’esimente, dal momento che la vittima non indossava correttamente il casco.
Per il pm Edoardo Mariotti, la donna non aveva dato la precedenza allo stop proprio perchè era distratta dal telefonino, ma la vittima, un 66enne di Raiano, non indossava correttamente il casco. L’impatto è stato fatale e per lui non c’è stato nulla da fare, nonostante i soccorsi tempestivi e il trasporto all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. L’incidente è avvenuto il 25 luglio scorso sulla statale 5, vicino Raiano. La donna accusata di omicidio stradale è difesa dall’avvocato aquilano Gianluca Museo.
“Dopo aver impegnato l’incrocio – scrive il pm – non si avvedeva del sopraggiungere del motociclista che si stava dirigendo verso Raiano”. La donna con la sua auto urtò la moto al centro della strada, facendola cadere a terra. Il volo del motociclista si fermò solo 7 metri più avanti.
Il magistrato ha assegnato il concorso di colpa perchè la vittima, “non aveva correttamente indossato il casco protettivo, che veniva ritrovato a circa trenta metri dal corpo”. In ogni caso la donna è accusata per “non aver ceduto la doverosa precedenza al sopraggiungere della moto e nell’aver iniziato una manovra di svolta a sinistra senza accertarsi che tale manovra potesse essere effettuata in sicurezza”. E per, “non aver arrestato per tempo il veicolo nel caso di ostacolo prevedibile”.
A seguito di perizia – come riporta Il Centro – è stato acclarato che la donna fosse a telefono e stesse comunicando tramite WhatsApp.
