La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 12 luglio: i Santi Ermagora e Fortunato.
Il 12 luglio si ricordano i Santi Ermagora e Fortunato. La figura di Ermagora non ha una precisa collocazione cronologica e la sua figura è riconducibile a una dimensione pressoché mitologica, che ne fa il simbolo delle origini della Chiesa di Aquileia. Il Catalogo episcopale pone Ermagora in testa alla serie dei vescovi aquileiesi. La tradizione, formatasi piuttosto tardi oltre il secolo VIII e arricchitasi di altri particolari nel corso del tempo, si sviluppò nell’intento di dare un’origine apostolica alla Chiesa di Aquileia. Si legge che San Marco, inviato da San Pietro ad evangelizzare l’Italia superiore, giunto ad Aquileia, vi incontrò un gentile di nome Ermagora e, convertitolo al Cristianesimo, lo consacrò vescovo della città; anzi, secondo una variante, lo condusse a Roma, dove fu consacrato da Pietro in persona. Mentre l’Evangelista fu inviato a predicare ad Alessandria, Sant’Ermagora fu mandato ad Aquileia e da lì a convertire le regioni circonvicine. Al culmine della sua missione, Ermagora avrebbe subito il martirio, durante la persecuzione voluta da Nerone, insieme al compagno e diacono Fortunato.
I documenti più antichi, quali il Martirologio geronimiano e i Cataloghi, pur concordando nel riferire i nomi dei più antichi martiri e vescovi di Aquileia, non affiancano mai Ermagora a San Marco o a San Pietro: nel primo risulta martire, ricordato il 12 luglio con nomi diversi (Armiger, Armager, Armagerus), mentre nei secondi il suo nome è invece regolarmente posposto a quello di Fortunato. Non si hanno dati antichi circa il luogo in cui sarebbe stato sepolto Ermagora: di un rinvenimento di reliquie si parla solo nella prima metà del secolo VII; inoltre, fu inserito nella venerazione di Aquileia tra il secolo VIII e il IX, quindi piuttosto tardi.
L’iconografia che riguarda i Santi Ermagora e Fortunato dipende da queste tradizioni, accolte come veritiere fino agli inizi del secolo XX: lo mostrano accanto a San Marco, come si può vedere nel mosaico del semicatino della basilica marciana di Venezia, degli inizi del secolo XII, o nell’affresco absidale della basilica patriarcale di Aquileia, risalente al 1031; altre immagini lo raffigurano consacrato da san Pietro, dove compare il pastorale che sarebbe stato ripetuto come distintivo dell’autorità patriarcale e che sarebbe stato detto “di San Marco”, benché non sia anteriore al secolo XI.
