Camere con vista

Tramonta il Terzo Polo, Matteo Renzi direttore de Il Riformista

Tramonta il Terzo Polo, Matteo Renzi si dà al giornalismo e diventa direttore de "Il Riformista". I sognatori volevano un grande centro, ma hanno un centrino

Tramonta il Terzo Polo, Matteo Renzi si dà al giornalismo, in attesa di eventi concreti, e diventa direttore de “Il Riformista”. L’editoriale “Camere con vista” di Giuseppe Sanzotta.

Matteo Renzi, il sogno del Macron italiano è tramontato. Certamente anche quello francese non se la passa bene, ma da noi quel progetto  è rimasto nella testa dei sognatori che pensavano alla creazione di un grande centro e si ritrovano con un centrino. Il voto politico di settembre non era andato benissimo per il Terzo Polo, non era stato raggiunto l’obiettivo della doppia cifra, ma considerando la crisi del Pd e le dimissioni del segretario dopo il voto, quel dato poteva essere una base da cui partire. Le altre consultazioni, però, sono state un disastro. In Lombardia, nonostante la candidatura di Letizia Moratti, è andata malissimo. Gli elettori non hanno seguito l’ex ministro. Ancora peggio è andata in Friuli, con percentuali insignificanti.
Il Pd ha scelto la Schlein, ha virato a sinistra, ma al centro non ha lasciato naufraghi in cerca di una ciambella di salvataggio. Inoltre, non basta portare dalla propri parte dei leader di altri schieramenti se poi non li seguono i propri elettori. Il rischio che questo Terzo Polo diventi il rifugio degli sconfitti è reale. Nei giorni scorsi si è parlato di Ronzulli e Cattaneo che sarebbero stati pronti, dopo il siluramento in Forza Italia, a buttarsi tra le braccia di Matteo. Per ora così non è stato, comunque vale quel che è accaduto con la Gelmini, Carfagna e Moratti: si spostano i leader non gli elettori. C’è da scommettere che anche a sinistra sarebbe così. Così, a parte Fioroni, nessuno si è spostato dopo l’elezione di Schlein.

La questione vera è che il centro è stato rappresentato con successo dalla Democrazia Cristiana una eternità fa. Oggi  quel centro non c’è più.
Non c’è bisogno di qualcuno che si dica moderato, perchè moderati lo sono un po’ tutti e chi non lo è lo diventa varcata la soglia di palazzo Chigi. Inoltre, per chi si mette al centro, per rifiutare alleanze con la destra o la sinistra, c’è solo una strada percorribile: quella di diventare maggioranza svuotando i partiti a destra e a sinistra. Ma così non è stato e così non è.
Chi non vuole Meloni premier sceglie la coerenza della sinistra. E viceversa. Un eventuale centro è schiacciato se non sceglie.

Matteo Renzi

Il Terzo Polo non può allearsi con la destra: i leader Renzi e Calenda vengono da Pd. Inoltre i transfughi di Forza Italia sono andati via proprio rivendicando uno spirito liberale. Sulla carta Renzi e Calenda potrebbero cercare una sponda nel Pd, che però insegue gli odiati nemici 5Stelle. Senza una scelta precisa, a destra o a sinistra, per il Terzo Polo non c’è futuro. Lo ha capito Renzi, che appare sempre meno coinvolto nella politica. Interviene in Parlamento con la sua indiscutibile capacità oratoria, poi però decide di dedicarsi al giornalismo, assumendo la direzione del quotidiano “Il Riformista”. Non è un addio alla politica attiva, ma una diversificazione che sembra far capire che quel sogno, quello di essere il Macron italiano, è ormai tramontato.
Calenda applaude alla scelta del collega di avventure, consapevole che la guida del partitino di centro sarà ancora di più sulle sue spalle. Dove porterà Calenda questo Terzo Polo? Fino alle europee del prossimo anno non succederò nulla: quella sarà l’occasione, con il proporzionale puro, per testare le forze in campo. Se l’esito sarà quello che ora è ipotizzabile, a meno di non mettere in conto l’ininfluenza politica, sarà necessario operare una scelta di campo. Forse Calenda può avere margini di manovra maggiori di Renzi con il Pd, soprattutto con un eventuale drastico ridimensionamento dei 5Stelle. Sono ipotesi. In attesa di eventi, Renzi si è dato al giornalismo. Auguri direttore.

 

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