Nell’ostello più alto d’Europa, a Campo Imperatore, la mostra fotografica “Frozen windows”, realizzata da un gruppo di fotografi non professionisti, amici, accomunati da una grande passione e un amore viscerale per le nostre montagne.
La mostra fotografica sarà fruibile da sabato 25 febbraio all’Ostello Campo Imperatore, a 2115 metri sul livello del mare. Verranno esposti scatti tutti in bianco e nero realizzati da 5 aquilani, due dei quali presentano anche fotografie di viaggi in Nord Europa, in particolare Islanda, Isole Faroe e Norvegia. Cosa hanno in comune questi paesaggi con Campo Imperatore e il Gran Sasso in genere?
“Frozen windows” è stata pensata e organizzata da Marco Equizi, insieme agli amici Fabio Baiocco, Luca Benedetti, Giulia Pignataro e Caterina Zugaro il cui intento è quello di cambiare dal “basso” la visione “restrittiva” che c’è intorno all’altopiano di Campo Imperatore, “Paragonato, per più di un decennio agli altopiani asiatici. In particolare, riviste, blog e siti web hanno letteralmente abusato della definizione di ‘piccolo Tibet’, riferita alla porzione più alta del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, perciò ritengo che questo possa essere il momento giusto per coniare altri paralleli. Dopotutto siamo nel 2023″, spiega al Capoluogo Marco Equizi. Per raggiungere l’intento, questo gruppo di fotografi per passione hanno deciso di processare in bianco e nero due immagini a testa, unendo le vedute del territorio, con quelle del Nord del continente europeo, molto vicine al Circolo Polare Artico. “Così facendo, l’osservatore che si aspetta di trovare la parete del Lhotse accostata alla direttissima del Corno Grande, molto probabilmente si sentirà spaesato vedendo contrapposte la riva ghiacciata del Lago di Campotosto – fotografata da me in gennaio – all’iceberg della celebre Breiðamerkursandur – la Spiaggia dei Diamanti – (fotografato da Giulia Pignataro)”.
“Ognuno di noi ha ripreso i paesaggi raccogliendo soltanto il noto insegnamento di Ansel Adams che ha scattato mettendo nella fotografia tutte le immagini che ha visto, i libri che ha letto, la musica che ha sentito e le persone che ha amato; ciò senza pensare a esporre le singole opere tutte insieme, qui e ora… Lasciamo, pertanto, all’osservatore il gradevole compito di unire i nostri punti di vista in un viaggio unico, pensando all’Abruzzo anche come una ‘piccola Norvegia’ o, perché no, una piccola Islanda”.
