Cronaca - il racconto dietro le quinte delle ricerche

Velino, la neve come due anni fa: il racconto di ricerche e amore nel ricordo di Valeria, Gianmarco, Gian Mauro e Tonino

"Ai piedi del Velino si gela", vi raccontavamo due anni fa dal campo base di Forme di Massa d'Albe. Un lungo mese di ricerche, l'angoscia, la solidarietà e il ricordo, vivo più che mai, dei quattro Angeli

C’era la neve a imbiancare il Velino, tanta neve, quando, il 24 gennaio di due anni fa, partirono le ricerche per individuare i quattro escursionisti avezzanesi dispersi. Quattro innamorati della montagna rimasti prigionieri di quella neve: il 24 gennaio è il giorno in cui Avezzano e l’Abruzzo intero ricordano Valeria Mella, Gianmarco Degni, Gian Mauro Frabotta e Tonino Durante.
Il Velino che si staglia all’orizzonte è bianco anche oggi, proprio come due anni fa: quando poco dopo le 19 cominciava un lunghissimo mese di ricerche, tra angosce, dolore e tanta solidarietà.

“Ai piedi del Velino si gela”, vi raccontavamo due anni fa.
Era il 29 gennaio e già da qualche giorno continuavano senza sosta le ricerche degli escursionisti nella zona di Valle Majelama. Operazioni che a tratti si rivelavano proibitive per i soccorritori, alle prese con un muro di neve alto 5 metri, con il maltempo che spesso non dava tregua e con un rischio valanghe sempre concreto a cui andare incontro, ad ogni salita in quota.
Ogni giorno si saliva su a piedi o via elicottero e si iniziava a cercare. A battere prima un percorso, poi più percorsi, su un’immensa distesa bianca. Un paradiso diventato improvvisamente inferno. E in quell’inferno il tempo sembrava sempre troppo poco, mentre quattro persone potevano trovarsi ovunque.

Al freddo di un inverno pieno, nel campo base allestito a Massa d’Albe, il via vai del personale impegnato nei soccorsi.
Da Moena, da Bolzano, da Belluno, da Bologna, da Pratica di Mare, da Rieti, da L’Aquila e da tutto l’Abruzzo. In molti arrivarono a dar man forte alle operazioni. In un angolo sistemati con taccuini, telefonini, pc, sciarpa e cappellino c’eravamo anche  noi giornalisti, a condividere le speranze di familiari, soccorritori e di una comunità scossa da un evento che, dopo i primi giorni di angoscia e speranza, ha lasciato il posto ad una tragica consapevolezza, accompagnata tuttavia da una sola ferma certezza: gli escursionisti sarebbero stati ritrovati. Le ricerche, infatti, non si sarebbero fermate, anzi: sarebbero andate avanti senza un tempo limite.

Velino, obiettivo: trovare i dispersi, non c’è un tempo limite

Oggi, martedì 24 gennaio, alle ore 16, in occasione del secondo anniversario della prematura scomparsa di Valeria, Gianmarco, Gian Mauro e Tonino, presso il Largo caduti dei Vigili del Fuoco – in Via Aldo Moro – si terrà una sobria commemorazione, rispettosa del dolore e del ricordo, dei quattro ‘Angeli’ figli della Marsica, così come oggi sono ricordati da tutti.
“Che sia sempre il sorriso a condurvi sulle cime più alte”: queste le parole che vennero scolpite, a  quattro mesi di distanza dall’incolmabile tragedia, sul monumento di pietra, installato e dedicato alla loro memoria. Il Comune di Avezzano ha voluto organizzare un momento di raccoglimento, per esprimere vicinanza alle famiglie, al quale parteciperanno anche tutti coloro che hanno fatto parte della macchina dei soccorsi e delle ricerche. Sempre nella giornata di oggi verrà deposta una corona di fiori ai piedi della roccia, che porta i loro nomi incisi e che evoca il profilo crudo e severo della nostra montagna.

Due anni dopo, il dolore resta. Riaffiora ad ogni sguardo rivolto alla montagna, arriva in tutta la sua potenza mentre il Velino è tornato ad imbiancarsi nel corso delle nevicate stagionali. Il peso del vuoto che la forza del ricordo prova, giorno dopo giorno, a riempire, attraverso gesti di solidarietà in memoria dei sogni che gli escursionisti nutrivano.
E resta vivo il ricordo della solidarietà che, nelle lunghe settimane di ricerche, ha accompagnato familiari, soccorritori, giornalisti.
La solidarietà di una grande comunità che, nei giorni della tragedia, è diventata una famiglia. In un abbraccio silenzioso tra cuori.

Dal diario di bordo di due anni fa.

Tè bollente, pasti caldi, pizza, anche il caffè al bar è offerto dal sindaco Lucci.
La protezione civile e la Pro Loco del posto sostengono i soccorritori e, al tempo stesso, i soccorritori sostengono le famiglie dei dispersi, trovando il tempo addirittura per i giornalisti in trincea. Anche noi con i nasi rossi e ghiacciati, nonostante le mascherine.
Dai locali di Avezzano arriva pizza calda ogni giorno ed arrivano bevande. Numerose le attività che hanno deciso di offrire cibo e bibite destinati a tutte le persone in campo per le ricerche.
 Più che una macchina ,una catena di soccorso, in cui ogni anello stringe l’altro. Ci si aggrappa tutti insieme, nessuno rimane fuori, uniti da una speranza che non si cristallizza, neanche quando la temperatura scende sotto lo zero. Il Velino, vestito di bianco e imponente, si staglia davanti alle tende, ai mezzi delle forze impegnate nelle ricerche senza sosta di questi giorni. Soccorso Alpino e Speleologico, Vigili del fuoco, Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Unità Cinofile, Esercito, 9° Reggimento Alpini L’Aquila, Protezione Civile, Carabinieri, Polizia…
Un dispiegamento incredibile di soccorsi, arrivato da tutta Italia.

“Posso andare a mangiare velocemente una cosa?”, ci chiede Fabio Manzocchi, Capo Stazione del Soccorso Alpino. E di fronte a chi è appena sceso da un elicottero e ha gli occhi stanchi ma pieni di speranza, non c’è lavoro che tenga. L’intervista si farà dopo. Perché i soccorritori sono di parola.

“Questa è per voi” e ti porgono un portafortuna, trovato in uno dei tantissimi mezzi dei soccorsi giunti per coadiuvare le attività di ricerca. Un portafortuna che vorresti, come per magia, far arrivare in quota.
Lì a 1800 metri, dove si continua a cercare vita da giorni.

Nel mezzo di notizie che si rincorrevano e di celle telefoniche agganciate – foriere di speranze poi dissolte – al tramonto o al buio anche noi lasciavamo il campo base, attendendo la nota di fine giornata del Soccorso Alpino che – dopo le riunioni tenute lì al campo o in Prefettura – informavano sul programma del giorno successivo.

Dispersi Velino, terza giornata di ricerche: riunione notturna per decidere come procedere

Il freddo di quei giorni era tagliente, eppure non faceva male.
Il dolore arrivò solo dopo giorni: quando la speranza lasciò il posto agli sguardi preoccupati di chi, dopo una faticosa giornata di ricerche, discendeva dalla montagna e non aveva alcun aggiornamento positivo. Una scena che si ripeteva ogni maledetto giorno.
Fino al 19 febbraio 2021, quando è arrivata la notizia del ritrovamento del primo corpo e, poco dopo, la sua identificazione.
La prima escursionista ritrovata era Valeria Mella. Poche ore dopo furono ritrovati anche altri due corpi che, solo in serata, furono identificati come quelli di Gian Mauro Frabotta e Tonino Durante. I soccorritori salirono di nuovo in vetta al Velino il giorno successivo, per rintracciare l’ultimo corpo, quello di Gianmarco Degni. 
Eravamo al campo base quando è atterrato l’elicottero che ha condotto a terra il cane autore del ritrovamento, assieme al suo conduttore.

Velino, la storia di Efrom, il soccorritore a quattro zampe che ha trovato l’ultimo disperso

 

26 giorni dopo quell’escursione cancellata dalla valanga che ha ricoperto Valle Majelama, spezzando quattro vite, i soccorritori hanno ritrovato i quattro amici per restituirli alle proprie famiglie.
L’addio struggente nella Cattedrale di Avezzano, tra brividi, silenzio e profonda commozione.
L’ultimo viaggio degli escursionisti in spalla ai soccorritori che li hanno riportati a casa.
Nelle parole dell’allora Vescovo Santoro un altro dei ricordi indelebili di una pagina nera della storia della Marsica e delle sue montagne:
Voi siete stati cercatori di bellezza lungo i sentieri del Velino. Non vi siete fermati e avete continuato il viaggio lungo i sentieri senza confini dell’Eternità. […]
Ci rivedremo‘. Valeria, Gianmarco, Gian Mauro, Tonino, ci rivedremo. Quando la luce toglierà il suo ultimo velo. In primavera, a Valle Majelama, si scioglieranno le nevi e spunteranno nuovi fiori.
Chi tornerà a salire sul Velino dovrà guardare quei fiori e portare al cuore i vostri occhi, quelli che abbiamo visto nei lunghi giorni dell’attesa… e dovrà portarli nella vertigine del mistero più grande. Siamo tutti cresciuti nell’autunno della vita terrena, ma siamo destinati ad essere trapiantati come fiori sempreverdi nella terra e nei cieli nuovi.
Valeria, Gianmarco, Gian Mauro, Tonino ci rivedremo”.

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