Cronaca

Neonato morto al Pertini, parla il papà abruzzese: “Mamme lasciate sole”

Neonato muore accanto a sua mamma, all'ospedale Pertini di Roma. Parla il papà: "La mia compagna era stremata. Avevamo chiesto più volte di portare il piccolo al nido, anche solo per qualche ora"

Tragedia all’ospedale Pertini di Roma, dove un neonato è deceduto.
La madre si è addormentata, forse mentre stava allattando, stanca dopo le fatiche del parto. Quando si è svegliata il bimbo non c’era già più. Parla il padre, nato in Abruzzo: “La mia compagna era stremata, le è stato imposto di tenere il bambino vicino a sé”.

La felicità è durata soltanto tre giorni per due giovani genitori, prima della tragedia all’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era venuta al mondo, 29 anni fa, una mamma, che aveva deciso di dare alla luce il suo bambino in quello stesso ospedale.
La notte tra il 7 e l’8 gennaio il dramma: all’01:40, nel Reparto di Ginecologia, il suo bambino perde la vita. Per la coppia di genitori – mamma di Roma, padre originario dell’Abruzzo – si trattava del primo figlio. La donna si era addormentata, forse mentre allattava il piccolo, che fin dalla nascita aveva sempre avuto accanto, come riporta Il Messaggero. Quando si è svegliata ha intuito subito che qualcosa non andava. C’era concitazione nel reparto. È un’operatrice a comunicarle che suo figlio non respirava più.
Sul caso la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: è stata effettuata l’autopsia sul corpo del neonato.

Il papà del piccolo, 36enne di origini abruzzesi, ascoltato dal Messaggero ha dichiarato: “Sarà l’autopsia a spiegarci le cause della morte. La mia compagna è a pezzi. Abbiamo letto sul web molti commenti di altre donne – alcune hanno partorito proprio al Pertini – che hanno lamentato di essere state lasciate sole con i loro figli appena nati. Tutte stremate dal parto”.
“Mia moglie ha passato 17 ore di travaglio, dopo che le si erano rotte le acque alle 4 della notte. Era sfinita, ma le hanno portato subito il piccolo, per l’allattamento, e hanno preteso che gli cambiasse il 
pannolino, da sola. Entrambi abbiamo chiesto aiuto: lei stessa aveva più volte supplicato il personale di portare il piccolo al nido per qualche ora, in modo da poter riposare un po’. La risposta era sempre la stessa: non si può”. 

“Io ho potuto prendere in braccio il mio bambino soltanto due volte: quando è nato, il 5 gennaio, poi per un’oretta il pomeriggio del 7 gennaio. – continua il suo racconto al MessaggeroQuando è avvenuto il fatto la mia compagna non è stata neanche svegliata. Ha aperto gli occhi e il bambino non era più lì accanto. Non sappiamo chi se ne sia accorto. Il decesso è stato dichiarato all’01:40 della notte. Mio figlio apparentemente stava bene, era solo irrequieto, passava le nottate senza dormire – conclude il papà – Adesso attendiamo i risultati dell’autopsia. Abbiamo affidato il caso a un legale. Nulla potrà ridarci indietro il nostro bambino, ma non vogliamo che accada ad altri genitori. Molte donne sono lasciate sole nei reparti, complici anche le restrizioni Covid. I protocolli adottati negli ospedali andrebbero rivisti anche alla luce dei rischi che questi comportano”.

 

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