L'aquila

Vittime sisma 2009, nel maxi risarcimento riconosciuto anche il danno morale

La sentenza che condanna lo Stato al risarcimento di 9 milioni di euro per 30 familiari per le vittime del sisma 2009 riconosce anche il danno morale.

L’AQUILA – La sentenza che condanna il Consiglio dei Ministri al risarcimento di 9 milioni di euro per 30 familiari per le vittime del sisma 2009 riconosce anche il danno morale.

Centomila euro in più per il riconoscimento del “danno tanatologico”, cioè il danno morale dovuto allo “stato di sofferenza spirituale o intima (paura o patema d’animo) sopportato dalla vittima nell’assistere al progressivo svolgimento della propria condizione esistenziale verso l’ineluttabile fine-vita”, sono stati riconosciuti dal giudice Baldovino De Sensi nell’ambito della sentenza che ha riconosciuto un risarcimento di 9 milioni di euro per 30 familiari delle vittime del sisma 2009. Per chi è morto dopo ore sotto le macerie, quindi, la Corte d’Assise dell’Aquila ha riconosciuto anche il “danno morale”. Come ricorda Il Centro, la sentenza del 22 dicembre condanna lo Stato in virtù delle rassicurazioni della commissione Grandi rischi: “In particolare, – si legge nella sentenza – il giudizio penale ha accertato, definitivamente, che le dichiarazioni rassicuranti rese da Bernardo De Bernardinis, vice capo della Protezione civile, sono state potenzialmente idonee ad incidere sul comportamento dei cittadini dell’Aquila fino a determinarli a non uscire di casa nella notte della catastrofe, contrariamente a quanto fatto sino a quel momento in presenza delle scosse di terremoto”. Dalle testimonianze durante l’istruttoria delle cause civili in questione, il collegamento tra le rassicurazioni della commissione e la decisione delle vittime di dormire in casa quella notte. Tra queste, quella della badante che viveva con una delle vittime, che ha riferito come “in occasione della scossa del 5 aprile (il suo assistito) non uscì di casa, dicendosi tranquillo in seguito alle dichiarazioni rassicuranti apprese dalla stampa ed anzi rassicurando la stessa badante. Può dunque ragionevolmente affermarsi che, in assenza di tali dichiarazioni (quelle rassicuranti di De Bernardis, ndr), non si sarebbe trovato in casa al momento della scossa principale”.

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