L'approfondimento

Cistite e rimedi naturali

L'approfondimento della dott.ssa Simona Di Pirro sulla cistite. Come riconoscerla e i rimedi per superarla.

Cistite o neuropatia? L’approfondimento della dott.ssa Simona Di Pirro su uno dei più diffusi e fastidiosi processi infiammatori. Come riconoscerla e i rimedi per superarla.

La cistite è un’infiammazione della vescica, causata dai batteri presenti nelle vie urinarie e da altri fattori scatenanti. La cistite è una patologia molto diffusa che colpisce adulti, bambini e anziani prediligendo le donne in età fertile che spesso sono affette da infezioni ricorrenti. Spesso i pazienti riferiscono un fastidioso “bruciore intimo”, ma in realtà la sintomatologia può cambiare da persona a persona. I sintomi più comuni della cistite sono un’urgenza di urinare, dolore durante la minzione, necessità di andare in bagno durante la notte, urine torbide e maleodoranti, sensazione di non riuscire a svuotare la vescica, brividi e nei casi più gravi dolori al fianco o alla schiena.

Cerchiamo di capire cosa succede più di preciso…
Quando un agente esterno riesce a penetrare nel nostro organismo, viene riconosciuto da cellule speciali, i mastociti, che si trovano proprio in quei distretti corporei più vulnerabili. I mastociti posseggono dei granuli che a contatto con l’agente estraneo si aprono e liberano una serie di molecole in grado di attivare i processi infiammatori. L’infiammazione è necessaria per far arrivare una maggiore quantità di leucociti (cellule del sangue in grado di combattere l’agente estraneo) nell’organo interessato.
Rispondiamo ora ad alcune domande dei nostri lettori.

1) È giusto tenere in casa sempre un antibiotico da assumere ai primi sintomi di cistite?
Tutti abbiamo sentito parlare della cistite, ma non tutti sanno che ci sono diversi tipi di cistite.
Le cause della cistite sono diverse e diversi devono essere gli approcci terapeutici!
La più comune è sicuramente l’infezione delle vie urinarie provocata da batteri, virus o funghi che provoca la classica cistite batterica. Se però la presenza dei batteri nelle urine non è associata a sintomatologia, siamo di fronte ad una batteriuria asintomatica! A volte l’esame colturale delle urine non rileva presenza di batteri, in questo caso ci troviamo a dover gestire una cistite abatterica che altro non è che un’infiammazione della vescica dovuta però ad altri fattori come un’eccessiva acidità delle urine o un’alimentazione scorretta ed infiammatoria protratta nel tempo; in questo caso l’antibiotico non ha alcun effetto! Infine, ma non per questo meno frequente, la cistite post-coitale, cioè provocata dall’attrito durante i rapporti intimi. Le microlesioni che si possono creare sono un facile accesso per i batteri che possono risalire nella vescica passando per l’uretra nel giro di 1 o 2 giorni.

2) È vero che la cistite mal curata può diventare cronica?
Sì, è vero. La tendenza a non rivolgersi al proprio medico curante o al ginecologo di fiducia, porta spesso le persone ad abusare di antibiotici che, come possiamo facilmente dedurre dal nome (anti-biotico = anti-vita), uccidono non solo i batteri “cattivi”, ma anche quelli “buoni”. Il risultato è che ogni volta che si utilizza questo farmaco in modo inappropriato, si altera il microbiota intestinale e vaginale, cioè l’insieme dei microrganismi che naturalmente vivono nel nostro organismo. Ciò ci predispone ad infezioni vaginali e candidosi che innescano un circolo vizioso portandoci ad assumere altri antibiotici ed antimicotici generando un’importante disbiosi. In una situazione così instabile, è facile incorrere in una o più recidive di cistiti fino all’instaurarsi di una vera e propria cronicizzazione.

3) Esiste un collegamento tra cistiti croniche e depressione?
Tutti i processi infiammatori rappresentano la strategia difensiva normale del nostro organismo contro l’invasione di un agente estraneo. La normale risoluzione dell’infiammazione è l’eliminazione dell’agente patogeno ed il ripristino della situazione di normalità. Se gli insulti esterni sono frequenti, i mastociti diventeranno ipersensibili e rilasceranno più sostanze infiammatorie di quelle necessarie che manterranno attiva l’infiammazione ed il dolore anche in assenza di una reale aggressione. Questa condizione può sfociare in una neuropatia che spesso è diagnosticata anche dopo molti anni. Lo stato di stress, unito alla paura di provare dolore e ad uno stato di ansia continuo ha effetti anche sul sistema limbico, sede delle emozioni, alterando il normale equilibrio fino al manifestarsi anche di stati di depressione.

Ma allora cosa fare?
Rivolgersi sempre al medico che saprà consigliare la terapia più efficace. Il dolore neuropatico, infatti, non reagisce alle comuni terapie antidolorifiche ed è quindi inutile la somministrazione di antibiotici, antimicotici e antidolorifici. Va trattato con terapie farmacologiche ad hoc che solo il medico può prescrivere.
Si può però aiutare e sostenere l’organismo con strategie complementari come l’alimentazione antinfiammatoria ed una giusta integrazione con sostanze antiossidanti, D-mannosio, vitamine del gruppo B, acido alfa lipoico, zinco, selenio; si può ricorrere a terapie fisiche, terapie elettriche, agopuntura e rilassamento del pavimento pelvico.
Una particolare attenzione va data al D-mannosio. Questo zucchero non viene utilizzato come fonte energetica, né immagazzinato come glicogeno o trasformato in grassi. Esso viene rapidamente assorbito nel tratto digerente ed eliminato dai reni; quindi, arriva intatto nella vescica dove svolge un importante compito. Il D-mannosio intrappola i batteri presenti nell’urina e impedisce che si attacchino alle pareti della vescica creando infezione. Dato che questo zucchero non attacca i batteri, non induce lo sviluppo della resistenza contro questa sostanza.
Ora è più chiaro il motivo per cui a volte ci vengono consigliate terapie alternative prima di ricorrere ai farmaci, ma al tempo stesso è importante sottolineare che se c’è la necessità di assumere un medicinale, questo deve sempre essere prescritto dal medico.

La Dott.ssa Simona Di Pirro, Biologa Nutrizionista, sarà ospite de “Il Capoluogo” con una sua rubrica quindicinale. Potete suggerire temi o fare delle domande scrivendo alla redazione del Capoluogo. La dottoressa Di Pirro è laureata presso l’Università degli Studi dell’Aquila in Biologia della Salute e Nutrizione con lode, ha frequentato la scuola di alta formazione in Micoterapia (utilizzo dei funghi medicinali) presso l’Università di Padova e la scuola di alta formazione in Microbiota umano in collaborazione con l’Università di Pavia. È inoltre consulente per l’igiene degli alimenti e gestione del sistema HACCP.
La dottoressa propone ai suoi pazienti un approccio nutrizionale basato sulla medicina funzionale presso i suoi studi dell’Aquila e di Avezzano.
Questi invece i suoi riferimenti social:
-pagina facebook: Dott.ssa Simona Di Pirro Biologa Nutrizionista
-instagram: simonadipirronutrizionista

Simona Di Pirro
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