Personaggi e territorio

Nancy Pelosi e la dinastia politica d’origine abruzzese più longeva d’America

Il profilo di Nancy Pelosi, protagonista della dinastia politica di origini abruzzesi più longeva d'America. La storia

Il profilo di Nancy Pelosi, protagonista della dinastia politica di origini abruzzesi più longeva d’America. La storia

Nella grande democrazia Usa poche sono state le dinastie politiche familiari così longeve: sia in campo repubblicano – come i Bush, padre e figli entrambi eletti come Governatori e Presidenti degli Stati Uniti – che per i democratici l’epopea dei Kennedy, finita nel sangue, con i due fratelli John F. e Robert, uniti in un tragico destino. In tal senso si può ritenere tra quelle più durature la famiglia D’Alesandro – Pelosi, d’origine abruzzese – molisana. La più not,a Nancy Pelosi, in realtà nasce Nunziatina D’Alesandro, il 26 marzo 1940 a Baltimora, già da una dinastia politica, con il padre Thomas Jr. (classe 1903), eletto alla Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Maryland dal 1939 al 1947, per poi diventare sindaco di Baltimora, sempre con i democratici, fino al 1959. Il capostipite della famiglia era il padre Tommaso Fedele, emigrato in America nel 1891, dal borgo chietino di Montenerodomo, stabilendosi poi proprio nella grande città della costa atlantica.

Una grande epopea, ben presto segnata dall’impegno amministrativo e politico come occasione di riscatto e di elevazione sociale, almeno per due dei sei figli di Thomas Jr, Nancy ed ancor più il fratello Thomas L.J.III, che poi divenne anch’esso sindaco di Baltimora, tra il 1967 ed il 1971. Ma l’ascesa istituzionale più prestigiosa è stata riservata proprio alla figlia prediletta, la cattolicissima Nunziatina. Dopo gli studi superiori in città, si laureò al “Trinity College” della capitale, conoscendo lì il futuro consorte, l’uomo d’affari Paul Pelosi (la cui famiglia era di Fornelli), ma si trasferì nel 1968 nella più “liberal” California, dove si era stabilito anche un altro fratello. La svolta, in parte fortuita, avvenne solo dopo aver cresciuto la sua grande famiglia, con i cinque figli: quando a metà degli anni ’80 fu di nuovo attratta fatalmente dall’impegno politico in terra californiana. Infatti, fu chiamata a subentrare per candidarsi in una roccaforte democratica – che comprende sempre la Città di S.Francisco – nel 1987, per rappresentarla da allora ininterrottamente fino ad oggi.

Nelle recentissime elezioni di “midterm” è stata rieletta, con oltre l’80%, da Speaker uscente della Camera dei Rappresentanti (ricoperta più volte) anche se ora – con i risultati in calo per il “partito dell’Asinello” – potrebbe non sedersi più nel suo scranno più alto. Forse si va chiudendo un’epoca per la Pelosi (anche per le voci ricorrenti di presunte inchieste sulla sua famiglia), che comunque ha combattuto le sue più dure battaglie proprio negli ultimi anni, specie con la Presidenza Trump che l’ha sempre considerata come un’acerrima nemica. È davanti agli occhi di tutti la scena nella quale l’allora Presidente D. Trump si rifiutò di stringerle la mano e lei, platealmente, strappò il suo discorso. Una contrapposizione frontale, ma che indubbiamente ha esacerbato lo scontro politico americano, personalizzandolo, fino al grave assalto del 2021 a “Capitol Hill”, dove fu devastato dai rivoltosi proprio l’ufficio della Pelosi. In più – e non sembra casuale – la recente aggressione subita in casa dal marito Paul, da parte di un esagitato, il cui obiettivo sembra fosse sempre lei. Una grave deriva della democrazia americana che, polarizzandosi fortemente “pro e contro” il fenomeno trumpiano, ne mette a rischio i suoi valori fondanti di tolleranza e convivenza pacifica.

Nonostante questo clima, la Speaker Pelosi, ha fatto sempre sentire il suo ruolo ed anche la voce delle donne italo-americane, insieme al Presidente J.Biden ed alla sua consorte Jill Jacobs (in realtà il suo cognome è Giacoppo, di origini siciliane).
Oltre ai viaggi internazionali, in questo difficile anno segnato dal conflitto russo – ucraino, Nancy Pelosi ha però trovato il tempo di tornare nelle terre di nascita dei suoi avi, tra il Molise di Fornelli (dal ramo dei Lombardi e Pelosi) ed il suo Abruzzo di Montenerodomo. Il paese del nonno Tommaso, incantevole borgo di seicento abitanti nel Sangro, che oggi fa parte anche del Parco Letterario dedicato al grande Benedetto Croce. Qui l’estate scorsa ha ricevuto, con tutti gli onori, la cittadinanza onoraria da parte dell’Amministrazione Comunale (guidata da Angelo Piccoli), presente lo stesso Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ed i sindaci del territorio. Un indissolubile legame con le proprie origini, che però non tutti gli americani illustri hanno sentito ed onorato con un loro ritorno, come peraltro fece Mike Pompeo da Segretario di Stato nella Pacentro dei propri nonni.

Chissà se la Pelosi, non più Speaker della Camera dei Rappresentanti, possa accettare proprio il ruolo di Ambasciatore Usa a Roma, che indubbiamente potrebbe così rafforzare i legami con l’Italia e la nostra Regione.
Così fece John A. Volpe, già Governatore repubblicano del Massachusetts, che chiese al Presidente Usa Nixon d’essere nominato in questo prestigioso incarico (dal 1973 al 1977), tornando anche a visitare il paese del padre Vito e della madre Filomena, emigrati in America, nel 1905, da Pescosansonesco, in Provincia di Pescara. Un ritorno al passato, carico sì di nostalgia, che può costruire anche un futuro più luminoso, si spera comune, con le nuove generazioni di americani dalle radici abruzzesi.

 

Più informazioni
leggi anche
sindacato canadese LiUNA corbellino di Fagnano alto
Grandangolo - l'appuntamento speciale
Dal Canada a Fagnano Alto, Joe Mancinelli e la delegazione LiUNA in visita a Corbellino
enrico mancinelli joseph
Abruzzesi nel mondo
Enrico Mancinelli, un grande sindacalista fagnanese in Canada
Regione Abruzzo
Attualita'
Una capitale abruzzese della cultura: “Partiamo da ottima base progettuale”
gennaro spinelli
Personaggi
Il musicista abruzzese Gennaro Spinelli in una produzione Netflix
perry como
Abruzzesi nel mondo
Perry Como, il mito abruzzese da Palena alle Americhe