Il provvedimento

Ricostruzione, l’adeguamento prezzi c’è ma non per tutti

Ricostruzione, arriva l'adeguamento dei prezzi ma non per tutti. Chi rischia di restare escluso

Ricostruzione Cratere 2009, manca poco alla pubblicazione del Decreto che prevede l’adeguamento dei costi del 20% anche per il territorio aquilano, in virtù dei pesanti rincari che hanno frenato l’edilizia. Qualcuno, però, ne resterà fuori.

Sarà firmato a breve il Decreto per l’adeguamento dei prezzi della Ricostruzione del Cratere 2009: provvedimento atteso da tempo, che segue i precedenti adeguamenti adottati per il Sisma del Centro Italia e per il terremoto dell’Emilia Romagna.
Il decreto – che prevede un adeguamento del 20% del prezzario e una retroattività al 1 luglio 2021 – nasce da un emendamento presentato da Fratelli d’Italia.
Il provvedimento,
che sarà pubblicato sul Burat dopo l’approvazione, decreta l’adeguamento, previa presentazione di apposita domanda  da parte del richiedente, “per tutte le istanze di ricostruzione privata per le quali non è intervenuto il provvedimento di ammissione a contributo” e “per tutte le istanze di ricostruzione privata per le quali siano intervenuti i provvedimenti di ammissione a contributo e per le quali non sia stato consegnato il S.A.L. finale dei lavori, alla data di pubblicazione del presente decreto. È ammesso altresì l’adeguamento del prezzo unitario delle lavorazioni limitatamente alle lavorazioni contabilizzate a far data dal 1/07/2021″.

A restare fuori, allora, sarebbero le istanze di ricostruzione presentate da aziende che non si sono fermate, nonostante il difficile momento storico e il pesantissimo rincaro dei materiali edili. Quelle aziende e quei professionisti che, in sostanza, essendo andati avanti con l’attività, hanno già presentato il S.A.L. conclusivo.
In merito alle anticipazioni raccolte e verificate dal Capoluogo sul decreto in via di pubblicazione, la nostra redazione ha contattato il dottor Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila.
“Purtroppo – ci ha spiegato – l’emendamento che ci dà la possibilità di intervenire parla solo ed esclusivamente di ‘lavori in corso’.
Un decreto non può superare norme primarie: norme che, in questo caso specifico, parlando di lavori in corso, escludono quelli per i quali è già stato presentato il SAL finale. Per i lavori conclusi, quindi, non sarà possibile concedere l’adeguamento del 20% dei prezzi. Comprendo la posizione di chi ha concluso dei lavori in questo periodo segnato dai rincari, ma non è possibile intervenire su norme primarie”. 

Sul decreto in arrivo si è espresso alla nostra redazione anche il primo cittadino dell’Aquila Pierluigi Biondi, il quale non ha escluso la possibilità che – dopo l’insediamento del nuovo Governo – possa esserci un intervento che vada ad includere anche chi dovrebbe rimanere escluso dall’adeguamento.
“Si è seguito il seguente principio: mettere sullo stesso piano i terremoti degli anni 2000, quindi quello del Centro Italia, il sisma che ha colpito l’Emilia Romagna e il terremoto del 2009. Quanto raggiunto è il massimo ottenibile, frutto di interlocuzioni avute con le strutture di riferimento e frutto, soprattutto, di una significativa battaglia parlamentare. Ricordiamo, infatti, che si era in una fase di chiusura della Legislatura e non c’erano molti margini di manovra sui Decreti. Si tratta, quindi, di una prima concreta risposta che si dà al territorio, ma è logico che se ci saranno possibilità di ampliare ulteriormente la platea – includendo chi effettivamente ha subito i prezzi dei rincari – queste si coglieranno subito e si riaprirà l’interlocuzione con il nuovo Governo”.

Considerato che fuori dall’adeguamento resteranno quelle aziende che hanno cercato, in ogni modo e tra mille difficoltà, di rispettare tempi e impegni assunti – a differenza di chi ha frenato di fronte all’implemento dei prezzi o ha deciso, addirittura, di fermarsi – l’augurio è che le parole del primo cittadino dell’Aquila possano essere il primo passo per un impegno, da parte della classe politica, teso a rivedere l’intervento. Ciò sia per fornire un sostegno equo a chi ha stretto i denti anche nei momenti più complicati, portando avanti la ricostruzione nel più grande cantiere d’Europa, sia per evitare, in questo modo, probabili ricorsi e contenziosi da parte di chi non comprenderà con quale criterio si sia stabilito tale adeguamento dei prezzi.

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