Vino e tradizioni

Vendemmia 2022, la raccolta del Montepulciano d’Abruzzo: emozioni tra i filari

Vendemmia 2022, in viaggio tra i filari di Capestrano con Mimmo Pasetti. Alla scoperta del mondo del vino e del Montepulciano d'Abruzzo

Tempo di vendemmia, si raccolgono le uve da vino. Bianco, rosso o rosato, Il Capoluogo vi porta alla scoperta di un rito antico, quale quello della vendemmia: percorrendo le fasi del lavoro necessario per arrivare al prodotto finale, il vino. In viaggio tra i filari

Quando l’acino di uva giunge alla giusta maturazione arriva il tempo della vendemmia: la raccolta delle uve da vino. Viaggio tra i filari di Capestrano, ospiti di Cantine Pasetti, per scoprire tutti i segreti dell’arte e della cultura vitivinicola. A farci da ‘Cicerone’ nel vitigno di Montepulciano d’Abruzzo, a Capestrano, è il padrone di casa, Domenico Pasetti, per tutti Mimmo. Quella di Capestrano è solo una delle proprietà in cui l’azienda Pasetti si dedica alla produzione di vini. Il vitigno del Montepulciano a Capestrano, spiega Mimmo Pasetti: “È caratterizzato da un terreno di medio impasto, ma con un’importante presenza di ghiaia che ne determina la drenabilità, evitando un ristagno di acqua che sarebbe deleterio per la qualità del prodotto finale. Anche la mineralità del terreno è rilevante: si tratta, infatti, di un terreno autoctono, in cui la roccia che si è disgregata a monte si è accumulata qui, portando con sé tutte quelle sostanze minerali derivanti da quella disgregazione. Ciò fa sì che all’assaggio del prodotto questo risulti fresco, pieno e armonico“.

vendemmia montepulciano

A Capestrano la vendemmia 2022 è ufficialmente partita. Accompagnati da Mimmo Pasetti, possiamo osservare la colorazione delle uve, che indica il livello di maturità delle stesse, insieme alla “pruina”, una sostanza che contribuisce a fornire l’indice di maturità dell’uva.

In questo vigneto, nell’area aquilana, abbiamo le condizioni di suolo appena descritte – continua Mimmo Pasetti – mentre in altre tenute, dove abbiamo un terreno argilloso, produciamo vini rossi, importanti e strutturati, quali il Testarossa o l’Harimann“.

“Il territorio aquilano – ricorda Pasetti – è stato storicamente culla della viticoltura. A segnare un vero e proprio dramma per i vigneti locali fu la fillossera, un insetto che fu distruttivo per le vigne locali, cambiando la storia della produzione del vino in Abruzzo. In seguito alla comparsa della fillossera, la produzione vitivinicola si spostò sulla fascia costiera regionale, dove si registravano condizioni comunque ottimali per dedicarsi a questa produzione”.

Tornando al processo della vendemmia, Mimmo Pasetti specifica: “Noi ci occupiamo a 360 gradi delle attività di campagna. Ciò significa che si inizia dallo studio e dall’analisi del territorio: se questo territorio, appunto, ci offre le condizioni che riteniamo ideali alla produzione, si procede alla preparazione del terreno, alla messa a dimora delle viti, all’impianto dei pali e dei fili di sostegno. Attività che facciamo noi, con le nostre forze e con il sostegno prezioso dei nostri collaboratori”.

Dalla raccolta l’uva, inizialmente sistemata nelle cassette, viene trasportata in cantina. Qui ci sono i cantinieri e l’attrezzatura già pronta: poiché l’uva, subito dopo il suo arrivo, viene lavorata. “Un passaggio fondamentale, questo, per evitare che le uve si rovinino. Parte, quindi, la fase della pigiatura che porta all’ottenimento del vino. Quando termina la fermentazione, con gli zuccheri definitivamente trasformati in alcol, inizia una fase molto importante e delicata. Fino alla fermentazione, infatti, il vino si autoprotegge, quando invece la fermentazione è conclusa, bisogna fare attenzione alle cosiddette ossidazioni, processi che alterano la qualità del vino“.

Uno dei segreti per la produzione di un buon vino è l’equilibrio. Un equilibrio raggiungibile attraverso la strada della biodiversità, come ha spiegato Mimmo Pasetti. L’intervista integrale, a cui seguiranno ulteriori approfondimenti pubblicati dal Capoluogo.it.

 

 

 

 

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