San Nicola da Tolentino per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 10 settembre.
Il 10 settembre si commemora San Nicola da Tolentino. San Nicola da Tolentino, al secolo Nicola di Compagnone, nacque nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano, nella diocesi di Macerata, da Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani. La ricostruzione della sua figura, sia dal punto di vista biografico sia religioso, si basa su fonti scritte coeve di carattere prettamente agiografico, mentre solo un atto notarile del 1294 fa menzione di un frate Nicola presente nel convento di Tolentino. Il primo documento è la Historia Beati Nicolai de Tolentino ordinis Heremitarum Sancti Augustini, compilata tra il 1325 e il 1326 da Pietro da Monterubbiano, uno dei frati del convento tolentinate che promossero il processo di canonizzazione; il testo si articola in 18 capitoli che trattano dalla nascita del Santo alla vocazione, ai miracoli in vita e post mortem fino al processo di canonizzazione. La seconda fonte è costituita dagli atti del processo di canonizzazione, indetto da Giovanni XXII con la bolla Pater luminum et misericordiarum del 23 maggio 1325: il testo costituisce uno dei rari processi d’età medievale integralmente conservati. I testimoni che presero parte all’audizione erano da una parte coloro che conobbero personalmente il santo, in grado di offrire informazioni dirette sulle sue virtù di uomo, asceta, e taumaturgo; dall’altra coloro che non lo conobbero, ma riferirono circa i miracoli di San Nicola dopo la morte. Alle fonti scritte si può affiancare il ciclo del celebre Cappellone, nella basilica a lui intitolata di Tolentino, realizzato nei primi decenni del ’300 dalla bottega di Pietro da Rimini: nella fascia inferiore della cappella sono i 13 episodi della vita di Nicola che in parte trovano riscontro nel Processo e in parte nella biografia di Pietro da Monterubbiano. Nei brani pittorici si narra di come i suoi genitori, ormai anziani, su consiglio di un angelo si recarono a Bari in pellegrinaggio sulla tomba di San Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio; fatto ritorno a Sant’Angelo la richiesta fu esaudita. San Nicola a 14 anni entrò fra gli Eremitani di Sant’Agostino come oblato, cioè senza obblighi e voti; più tardi fece ingresso effettivo nell’Ordine e nel 1274 divenne sacerdote a Cingoli. Pur essendo legato alla casa madre della comunità agostiniana di Tolentino, viaggiò e predicò su tutto il territorio marchigiano, dedicando buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Tuttavia, nonostante le privazioni, le testimonianze di chi lo incontrò sono concordi nel riportarlo come un frate sempre sorridente, in grado di infondere speranza in chi si gli rivolgeva per averne consiglio. Nel 1275 si stabilì a Tolentino dove rimase fino alla morte il 10 settembre 1305. Sebbene il processo di canonizzazione iniziò nel 1325, si concluse solo nel 1446 sotto papa Eugenio IV; tuttavia, già fin dalla metà del ‘300 San Nicola veniva raffigurato con l’aureola. Invocato dai devoti per gli appestati, i naufraghi e i carcerati, e per le anime del Purgatorio, San Nicola fu anche un famoso esorcista, come si può vedere da uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone in cui il Santo è ritratto mentre libera una donna indemoniata e come testimoniano i numerosi ex voto conservati in basilica che lo indicano come guaritore di posseduti.
Dal punto di vista iconografico San Nicola da Tolentino è raffigurato con l’abito nero degli Eremitani di Sant’Agostino, con una stella sopra di lui o un sole sul petto, a ricordo di uno degli avvenimenti che la tradizione lega alla sua vita: si narra, infatti, che un astro lucente lo seguisse continuamente nei suoi spostamenti e illuminasse la sua figura. Spesso, tra gli attributi che lo accompagnano, reca in mano un giglio o una croce con ghirlande di gigli, oppure una sacca riempita di denaro o pane.
