Cronaca

Baby Gang all’Aquila, 13 arresti: spaccio, violenze ed estorsioni

13 arresti all'Aquila, tutti nei confronti di minorenni o neomaggiorenni: smantellata baby gang all'Aquila.

13 arresti all’Aquila, tutti nei confronti di minorenni o neomaggiorenni: smantellata baby gang all’Aquila.

Dalle prime ore dell’alba sono state eseguite 6 custodie cautelari in carcere e 7 collocamenti in comunità, a seguito di una operazione congiunga di personale del N.O.R. del Comando Provinciale dei Carabinieri di L’Aquila e della Squadra Mobile della Questura di L’Aquila che ha smantellato delle baby gang. Gli arresti sono stati disposti dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, su richiesta della Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale per i Minorenni.

“Una concreta risposta ai fatti di cronaca che hanno interessato la movida ed episodi di violenza nel centro della città, e non solo” ha spiegato il Questore nel corso della conferenza stampa convocata per i dettagli di questa operazione. “Noi ci siamo, siamo in mezzo alla gente e lo saremo ancor di più ora, con la riapertura delle scuole, per garantire sicurezza e tranquillità a tutti”.

Le reazioni istituzionali.

“Rivolgo le congratulazioni e la gratitudine, a nome della Municipalità e mio personale,  ha commentato il sindaco Pierluigi Biondi – al Nor del Comando provinciale dei Carabinieri, alla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, alla magistratura e al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, per l’importante operazione investigativa culminata con l’esecuzione di 13 misure cautelari per atti persecutori, estorsione, violenze, risse e cessione di sostanze stupefacenti. Una complessa attività di indagine, che ha coinvolto oltre 30 indagati minorenni e neomaggiorenni, avviata in seguito a episodi di violenza avvenuti, in particolare, nel centro storico. Forze dell’ordine e organi inquirenti hanno dimostrato ancora una volta quanto sia prioritaria la sicurezza dei cittadini e dei nostri giovani ragazzi. Il loro impegno e la loro professionalità sono una risposta concreta alle preoccupazioni espresse in più occasioni dalla comunità aquilana. Le istituzioni continueranno ad essere sempre al fianco delle forze dell’ordine nell’essenziale e consolidata collaborazione necessaria a tutelare e a proteggere i cittadini”.

“Una ennesima notizia di reati commessi da minori e neomaggioremnni – aggiunge Fabio Frullo, presidente della Terza Commissione del Comune – ci costringe a riflettere come cittadini e amministratori. Infatti, non si può non condividere con il Procuratore della Repubblica D. Mancini la riflessione che “anche se l’azione repressiva di magistratura e forze dell’ordine è stata puntuale ed esaustiva … si impone un forte richiamo all’esigenza di lavorare insieme agli enti preposti ed alla società civile per creare le condizioni di aiuto e prevenzione delle forme di disagio che generano fenomeni criminali, riguardino essi minori italiani, stranieri o stranieri accompagnati …” Il Procuratore aggiunge “che è la chiave dell’intervento della giustizia minorile”. Come Comune e forza politica siamo informati che tali attività sono LEA (livelli essenziali di assistenza) che la ASL, forse, non affronta in modo adeguato. La Medicina Penitenziaria che ha compiti riguardanti minori ha un solo componente in organico ed è a tempo parziale. I consultori familiari hanno compiti specifici di prevenzione ed attività da rivolgere ai minori che, forse, da tempo non effettuano in maniera efficace interventi psico-sociali sulla popolazione scolastica. Come cittadini e politici della città chiediamo che si realizzino interventi di informazione e formazione sul disagio minorile: chiediamo che siano predisposte attività e risorse per ricercare ed affrontare disagi che dal terremoto e poi dalla pandemia hanno evidentemente e profondamente sui minori, sugli adolescenti. Non parlo di problemi psichiatrici ma di problemi psicologici, di difficoltà di adattamento, di ansie che i giovani in formazione affrontano da soli prendendo esempi che poi vanno a ledere anche la sicurezza dei cittadini che vogliono vivere un centro ancora in fase di ricostruzione. Chiediamo soprattutto alla ASL di predisporre servizi e personale dedicato ad attività di prevenzione, ad evitare azioni repressive che lasciano strascichi dolorosi nelle nostre famiglie che arrivano puntuali ma in ritardo sui nostri giovani”.

“Quello delle baby gang è un pericoloso fenomeno in forte crescita nelle città italiane. Ci sono realtà dove questi minorenni e neo maggiorenni gestiscono già importanti fette di criminalità locale. Come proposto da Matteo Salvini, serve il polso fermo dello Stato per impedire la degenerazione del fenomeno. Più sicurezza e pene preventive per chi a neanche diciott’anni crede che la vera vita sia quella fatta di violenza, droga e soprusi. Noi vogliamo vivere in città tranquille e vogliamo poter scegliere di studiare, lavorare e costruirci una famiglia e con la Lega al Governo e Matteo Salvini Premier sapremo ridare la giusta prospettiva all’Italia.” Così in una nota il Vice Segretario Federale della Lega Giovani e Assessore al Comune dell’Aquila Francesco De Santis, che aggiunge: “Congratulazioni e gratitudine, a nome di tutta la Lega Abruzzo, alle forze di polizia, la magistratura, i carabinieri, per il lavoro serio, professionale e tempestivo che ha portato all’esecuzione di 13 misure cautelari nei confronti di alcuni membri, anche minorenni, di una baby gang dedita a spaccio e violenza.”

Le indagini che hanno portato allo smantellamento delle baby gang.

I 13 arresti si suddividono in 6 custodie cautelari in carcere e 7 collocamenti in comunità; esse costituiscono il culmine di una complessa attività di indagine che ha riguardato oltre 30 indagati minorenni e neomaggiorenni, accusati di reati gravi quali atti persecutori, violenze, estorsioni, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, risse che hanno afflitto il territorio aquilano negli ultimi mesi. St è trattato di episodi che hanno destato clamore pubblico, verificatisi all’interno del centro storico, con conseguente allarme sociale nella cittadinanza e con profili di elevata pericolosità anche per la sicurezza e l’incolumità degli stessi minori coinvolti.

L’indagine culminata con gli arresti è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni che si è avvalsa dell’ecce11ente contributo di Carabinieri e Polizia di Stato. Gli organi di polizia giudiziaria hanno operato in stretta sinergia mediante il compimento di attività tradizionali, nonché di complesse attività di intercettazione e videoriprese, che hanno consentito di far luce su uno spaccato estremamente allarmante e di ostacolare un percorso criminale in evoluzione. Ne è conseguita la necessità dell’intervento repressivo, che tuttavia rappresenta il primo tassello di una imprescindibile azione preventiva, nonchè di riabilitazione dei minori coinvolti.

I soggetti raggiunti da ordinanze cautelari, sono accusati di aver promosso e condotto attività dirette a creare forme di predominio su altri coetanei, di controllo di porzioni di aree urbane, di smercio professionale di sostanze stupefacenti in zone sensibili, in prossimità di scuole, di scontro con altri gruppi antagonisti cli minori, verificatisi in diverse zone centrali ciel capoluogo.
La nazionalità degli indagati è varia (Paesi balcanici, nordafricani e Italia) a conferma che il disagio e la devianza minorile non hanno necessariamente una specifica origine geografica. A soggetti ospitati all’interno di comunità di accoglienza (sfuggevoli alle regole comunitarie) si affiancano cittadini italiani o comunque residenti con le famiglie di appartenenza.

“Anche se l’azione repressiva di magistratura e forze dell’ordine è stata puntuale ed esaustiva, trattandosi di minori e neomaggiorenni si impone un forte richiamo all’esigenza di lavorare insieme agli enti preposti ed alla società civile per creare le condizioni di aiuto e prevenzione delle forme di disagio che generano questi fenomeni criminali, riguardino essi minori italiani, stranieri o stranieri non accompagnati” si legge nella nota del Procuratore della Repubblica David Mancini. “Questa è la chiave dell’intervento della giustizia minorile. La repressione e intervenuta per evitare conseguenze estreme e più gravi, ma l’obiettivo primario deve tendere al reinserimento dei giovani nel circuito sano della società. Alla eventuale sanzione deve affiancarsi la riabilitazione, come traguardo finale, per il benessere del minore e di conseguenza dell’intera comunità civile”.

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