Sant’Egidio per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 1° settembre.
Il 1° settembre ricorre la memoria di Sant’Egidio. Non si conosce con precisione l’epoca in cui visse l’abate Egidio. Alcuni storici lo identificano con l’Egidio inviato a Roma da S. Cesario di Arles all’inizio del secolo VI; altri lo collocano un secolo e mezzo più tardi, e altri ancora datano la sua morte tra il 720 e il 740. La più antica recensione della sua vita, databile al X secolo e riportata anche dalla Legenda Aurea, narra che Egidio, giunse in Gallia da Atene e, dopo una breve sosta in Provenza, si ritirò a vivere da eremita in un luogo deserto della Settimania, in compagnia soltanto di una cerva che gli offriva il suo latte. Un giorno l’animale incappò in una battuta di caccia condotta dal re in persona che inseguì la preda, ma al momento di scoccare la freccia non si accorse che la cerva era già ai piedi dell’eremita. Così il colpo destinato al quadrupede ferì, seppur di striscio, la mano dell’anacoreta. Il sovrano, divenuto amico di Egidio, gli offrì in dono delle terre sulle quali costruì un monastero di cui divenne abate. Diffusasi ormai la sua fama di santità, l’asceta fu invitato da Carlo Martello, che lo supplicò di pregare per ottenergli il perdono di una colpa che non osava confessare a nessuno. La domenica successiva, mentre celebrava la messa, apparve ad Egidio un angelo che depose sull’altare un biglietto sul quale era scritto il peccato segreto del sovrano, che così poté essere perdonato. In seguito, il Santo si sarebbe recato a Roma per porre il suo monastero sotto la protezione papale, ottenendo dal pontefice privilegi che sottraevano il cenobio ad ogni altra ingerenza. Morì poco dopo il ritorno da Roma, nella notte del 1º settembre, giorno a lui dedicato. Sul luogo della cripta in cui riposa, sul finire del IX secolo, venne costruita una basilica nella quale, in una tomba di età merovingia, si sarebbe conservato il suo corpo e che divenne meta di numerosi pellegrinaggi, soprattutto nel X secolo. È venerato come patrono dei lebbrosi, degli storpi e dei tessitori; viene invocato contro il delirio della febbre, la paura e la follia.
Nell’iconografia tradizionale Sant’Egidio viene raffigurato in abiti benedettini, con la cerva perseguitata dalla freccia del re, che il Santo protegge con la sua mano. Talvolta è rappresentato con la Bibbia tenuta nella mano in cui è ferito dalla freccia, a indicare il legame tra Parola di Dio e difesa dei più deboli.
