San Ludovico per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 19 agosto.
Il 19 agosto ricorre San Ludovico. Ludovico d’Angiò, dal nome del suo casato, o anche di Tolosa – dal titolo vescovile ricoperto nella città francese – nacque a Brignoles il 9 febbraio del 1274. Secondogenito di Carlo II d’Angiò, re di Sicilia, e di Maria d’Ungheria, trascorse l’infanzia tra Napoli e la Provenza; nel 1288 fu condotto in ostaggio in Catalogna insieme ai fratelli Roberto e Raimondo Berengario per ottenere la liberazione del padre, fatto prigioniero dagli Aragonesi nel 1284. Qui rimase per sette anni, formandosi sotto la guida di due frati francescani, François Brun e Pierre Scarrier, e mantenendo un contatto epistolare con il teologo Pietro di Giovanni Olivi, desiderando entrare nell’Ordine dei frati minori. Nell’ottobre del 1294 Ludovico fu nominato arcivescovo di Lione da papa Celestino V, provvedimento che fu poi revocato dal successore Bonifacio VIII nell’aprile del 1295. Liberato nel 1295, giunse a Napoli, dove rinunciò al diritto di primogenitura e al regno, di cui era divenuto legittimo erede in seguito alla morte del fratello Carlo Martello d’Angiò. Il 24 dicembre 1296, con l’appoggio del papa, indossò segretamente l’abito francescano e lo stesso giorno pronunciò i voti alla presenza del ministro generale Giovanni da Morrovalle; pochi giorni dopo il pontefice lo ordinò di Tolosa. Numerosi sono i luoghi in cui Ludovico fece tappa durante il viaggio di ritorno in Francia, stando alle testimonianze delle sue prediche. Giunto a Brignoles, dopo aver celebrato la Messa nel convento dei frati Minori della città a suffragio del fratello defunto, il Santo fu colto da una malattia che, nell’arco di quattordici giorni, lo condusse alla morte, avvenuta il 19 agosto del 1297 a soli 23 anni. Per suo desiderio fu tumulato nel convento dei Frati Minori di Marsiglia, la cui tomba divenne subito meta di pellegrinaggio; le sue spoglie rimarranno qui fino al 1423, quando per volere di Alfonso V d’Aragona vennero traslate nella cattedrale di Valencia, dove riposano tuttora. Tre anni dopo la morte, nel 1300, fu avviato il processo per la canonizzazione, avvenuta il 7 aprile del 1317 e proclamata da Papa Giovanni XXII, nella città pontificia di Avignone in Francia. Dal punto di vista iconografico, San Ludovico d’Angiò è comunemente raffigurato con il saio francescano, sopra al quale indossa il piviale episcopale trapunto di gigli; sul capo la mitra, segno della sua dignità vescovile, mentre nella mano sinistra regge un libro e con la destra il pastorale; il volto è imberbe e l’aspetto giovanile. La presenza del giglio come motivo ornamentale del piviale rimanda alla nobile nascita di Ludovico, legato in parentela alla famiglia reale di Francia. Uno dei dipinti più noti in cui compare il Santo è la pala opera di Simone Martini, San Ludovico di Tolosa, del 1317 circa, oggi nel Museo nazionale di Capodimonte. Il Vescovo è raffigurato al centro della tavola, in posizione superiore e seduto su di un trono; in basso, al suo fianco si trova Roberto d’Angiò mentre riceve dalle mani del fratello la corona reale. Il sovrano commissionò a Simone Martini la tavola proprio in occasione della canonizzazione di Ludovico, già in precedenza effigiato dallo stesso autore negli affreschi ad Assisi; è considerata dagli storici il primo ritratto documentato della pittura italiana.
