Calcio

L’Aquila 1927, Epifani a 360°: “Vi racconto la mia L’Aquila”

Il nuovo tecnico rossoblù Massimo Epifani a 360° ai microfoni de IlCapoluogo.it: "Un orgoglio essere qui, per me dieci passi avanti. Cosa non deve mancare nella mia squadra? La voglia di vincere. Voglio i tifosi al più presto vicino a noi, solamente insieme a loro riusciremo ad essere ancora più forti".

Massimo Epifani a 360°: il nuovo allenatore rossoblù, nel pieno del ritiro tra le mura del ‘Gran Sasso d’Italia’, presenta la sua L’Aquila ai microfoni de IlCapoluogo.it, fin dalla scelta di accettare l’incarico di guidarla in questo nuovo campionato di Eccellenza.

 

“Allenare L’Aquila per me è motivo di orgoglio, logicamente sapendo che è una grande responsabilità, essendo tutti a conoscenza di quello che vogliamo fare. Per tutti, può sembrare un passo indietro, ma secondo me ho fatto dieci passi in avanti. Sono venuto in una grande piazza, con una grande tifoseria, e mi auguro di regalare delle grandi felicità a questa città. Nella vita, io non ho mai avuto paura di fare passi indietro, perché è anche sintomo di umiltà, ma non è un discorso che riguarda questa esperienza. Quando chiama L’Aquila, penso che si risponda ad una società ambita da tutti. Non guardo la categoria, sono concentrato molto sul lavoro e sul mio obiettivo: compattare tutto l’ambiente, squadra, società, stampa. Solamente tutti insieme possiamo raggiungere un obiettivo importantissimo per questa città.”

 

“Con Di Giovanni – ha proseguito il tecnico, in merito alla questione societaria – ho un rapporto che va oltre il calcio: ci vogliamo bene veramente. C’è grande rispetto professionale e al di fuori del campo siamo più che amici, siamo fratelli. Fare questa esperienza con lui mi dà forza, ma c’è da dire che, quando sono venuto qui a conoscere la società, ho deciso ancor di più di venire, perché mi hanno trasmesso veramente grandi cose. Da quel momento, ho deciso di iniziare a lavorare a testa bassa, con grande entusiasmo e grande orgoglio, cercando di entrare da subito nel tessuto aquilano. Ho voluto tanti aquilani nella squadra e nello staff, perché dovranno aiutarmi ad entrare il prima possibile nella mentalità aquilana e a conoscere L’Aquila, perché rappresento questa città come allenatore.”

 

Un occhio al passato e al campionato terminato nel mese di giugno, con tutte le considerazioni e le scelte, con tutte le riflessioni sui possibili errori commessi, per imparare e farne tesoro, in vista del futuro.

 

“Di me si parlava qui da tanto tempo, perché ero legato a Di Giovanni. La scelta credo sia avvenuta dopo. Io non c’ero l’anno scorso, non posso dire quello che è successo. Sicuramente, è stato fatto un grande lavoro alla fine. Rimane il fatto che qui bisogna vincere e non si è vinto, purtroppo. I risultati, nel calcio, contano. Faccio parte di questo mondo: ho avuto degli esoneri, ho vinto dei campionati, ho fatto dei play off. Credo che chi fa l’allenatore ogni anno deve mettere un punto e ripartire. Quando sono stato chiamato, ci ho riflettuto molto, alla fine ho accettato con l’orgoglio che L’Aquila merita. Sicuramente, gli ultimi due campionati devono portare esperienza, perché se non si è riusciti a vincere qualche problemino c’è stato. Dal momento in cui sono venuto qui, mi sono molto focalizzato sul tentativo di limare le cose che non andavano, oltre al fatto che secondo me abbiamo fatto, in primis, una squadra di uomini veri, che conosco personalmente, oltre che di giocatori forti. Chi è venuto a L’Aquila sa per cosa è venuto: sono giocatori che hanno sposato il progetto a 360°, anche scendendo di categoria. Abbiamo rinunciato a prendere dei giocatori che hanno impiegato troppo tempo per pensarci, scegliendo dei profili che volevano venire. Poi, c’è il campo: bisogna lavorare con grande umiltà e professionalità, oltre che grande senso di appartenenza. Il popolo aquilano ha sofferto tanto: quello che si fa in campo è solo una parte di felicità per colmare ciò che è successo qui a L’Aquila.”

 

E, ora, un occhio al presente, con il lavoro da fare in vista del campionato che, tra meno di un mese, prenderà il via e della Coppa, con i sorteggi effettuati nella giornata di ieri.

 

“Io sono abituato a lavorare tanto sul campo, a ritmi altissimi. Dobbiamo giocare a calcio e arrivare ad avere una nostra precisa identità, avendo sempre rispetto di tutti. Sappiamo che sarà un campionato difficile, fatto di squadre che, contro L’Aquila, daranno tutto e non avranno niente da perdere. Saranno 34 finali, ogni partita sarà vita o morte per noi. Abbiamo l’etichetta della squadra da battere. Le altre squadre? Ci sono le solite che hanno fatto una rosa competitiva per poter primeggiare, ma dovremo fare attenzione, come sempre, alle sorprese che riserva il campionato. Sono molto concentrato sulla mia squadra, dobbiamo cercare di pensare a noi stessi. La Coppa? Siamo sorpresi che si parta così presto, ma è importante anche questa competizione, perché dà modo di continuare il percorso di crescita che stiamo facendo. Già dal 21 agosto, cercheremo di presentarci al meglio delle nostre possibilità per cercare di partire subito bene. Campionato e Coppa sono i nostri obiettivi, la roulette dei play off non voglio minimamente considerarla, in questo momento. Dobbiamo lavorare sapendo che dal 4 settembre si partirà a testa bassa, con la testa sotto la sabbia, facendo più punti possibile. A febbraio alzeremo la testa e vedremo dove ci troveremo: i campionati si vincono nel girone di ritorno, non in quello di andata; in quel momento, dovremo pensare solo ad essere davanti agli altri. Cosa non deve mancare nella mia squadra? La voglia di vincere. Deve sempre esserci un pizzico di fortuna, che è una componente molto importante in questo mondo. A volte, però, dobbiamo essere anche noi a portare la fortuna dalla nostra parte. Mercato? Abbiamo bisogno dei fuoriquota, anche i nostri stanno crescendo in maniera importante dall’inizio del ritiro. La squadra, in questo momento, è completa: abbiamo giocatori in tutti i reparti, sono contento di questo. Adesso, bisogna solo lavorare.”

 

Infine, un messaggio ai tifosi rossoblù.

 

“Voglio i tifosi al più presto vicino a noi, solamente insieme a loro riusciremo ad essere ancora più forti. Quando parlo de L’Aquila, parlo a 360° gradi, non solo dei giocatori, dello staff tecnico o della società, ma parlo di tutti. Insieme, possiamo tirarci fuori da questa categoria. Li conosco come tifoseria, ci saranno sicuramente vicini e ci aiuteranno a tirar fuori quel qualcosa in più che servirà per vincere il campionato.”

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