Cultura

Tutti i Santi giorni, 6 agosto: Trasfigurazione del Signore

La Trasfigurazione del Signore per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 6 agosto.

La Trasfigurazione del Signore per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 6 agosto.

Il 6 agosto la Chiesa fa memoria della Trasfigurazione del Signore. Gesù scelse di prendere con sé il primo Papa, San Pietro, Giacomo e Giovanni «i figli del tuono» («Boanèrghes», Mc 3, 17) per salire su un monte a pregare. Mentre era in raccoglimento, «il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante» (Lc 9, 29) e due uomini, anch’essi apparsi nella loro gloria, parlavano con Lui del compimento in Gerusalemme del suo sacrificio: erano Mosè ed Elia che rappresentavano la Legge e i Profeti, l’intera raccolta dei libri dell’Antico Testamento; intanto, una voce da una nube dichiarò: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo». Udendo queste parole, i discepoli caddero bocconi a terra e furono presi da gran timore, ma Gesù, accostatosi a loro, li toccò dicendo: «Levatevi e non temete»; ed essi alzati gli occhi non videro che il Maestro. Egli poi nello scendere dal monte ordinò di non parlare a nessuno di quella visione. Il tema della Trasfigurazione, o metamorfosi, è un tema apocalittico che esprime l’attesa del profondo cambiamento nell’aspetto dei giusti nel giorno del Giudizio. Una tradizione attestata già nel IV secolo da San Cirillo di Gerusalemme e da San Girolamo, identifica il luogo dove sarebbe avvenuta la Trasfigurazione con il monte Tabor, in arabo Gebel et-Tur (“la montagna”). Si tratta di un colle rotondeggiante ed isolato, alto circa 600 metri sul livello delle valli circostanti, situato nella pianura di Esdrelon.

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L’episodio evangelico della Trasfigurazione di Gesù Cristo, ha una diffusione iconografica non frequentissima, ma comunque ben distribuita nei secoli. Nella Chiesa orientale il tema si afferma a partire dal VI secolo e numerose sono le icone bizantine che lo rappresentano: lo schema illustrativo fu fissato nei laboratori della corte imperiale di Costantinopoli e fu fonte di ispirazione per i pittori dei monasteri. Cristo è smaterializzato, diventa l’Essere luminoso senza peso che i mistici chiamano corpus gloriosum; è con vesti bianche in un’aureola ogivale e sette raggi partono da lui. Poiché gli effetti di trasparenza possono essere resi dalla pittura ma non dalla scultura, il tema è raramente trattato nella statuaria. In Occidente la festa della Trasfigurazione è attestata per la prima volta in Spagna nel IX secolo, promossa dall’Ordine cluniacense, ma fu ufficializzata solo verso la metà del XV sec., quando nel 1456 Papa Callisto III decretò che fosse sempre celebrata il 6 agosto per commemorare la vittoria della Cristianità sui Turchi. Da un punto di vista iconografico va inserita nel ciclo della Glorificazione di Cristo, prima dell’Ascensione, della quale è una sorta di anticipazione e con la quale viene spesso confusa. La Trasfigurazione è comune a tutti e tre i vangeli sinottici ed è presentata in modo pressoché identico (Mt.17,1-13; Mc. 9,2-18; Lc. 9,28-36). Per Sant’Agostino e San Tommaso è una teofania al pari del Battesimo, una manifestazione della Trinità divina: la voce del Padre che esce dalla nuvola è generalmente rappresentata da una mano, mentre la nuvola luminosa che circonda il Cristo è simbolo dello Spirito Santo. Nel Medioevo vi sono due modi per raffigurare il corpo trasfigurato di Cristo: l’uso del nimbo e l’uso di vesti dorate, mentre nel Rinascimento si arriva a una contaminazione tra il tema della Trasfigurazione e quello della Resurrezione e dell’Ascensione. Per quanto riguarda gli altri personaggi, Mosè ed Elia sono generalmente rappresentati a mezzo busto ed illuminati dai raggi provenienti da Cristo; i tre apostoli, bruscamente risvegliati, appaiono abbagliati dalla luce che emana dall’apparizione e si stendono per terra, nell’atteggiamento della prostratio: Giacomo e Giovanni talvolta si proteggono gli occhi con le mani e solo Pietro osa, dopo un certo tempo, alzare lo sguardo verso il Redentore. Nell’evoluzione storica del tema si possono distinguere tre fasi: la prima è la Trasfigurazione simbolica, come appare nel mosaico del catino absidale di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, dove Cristo compare al centro di una croce gemmata, inscritta in un campo di stelle; i tre apostoli sono simboleggiati da tre agnelli sul prato e Mosè ed Elia emergono a mezzo busto dalle nubi. Il secondo tipo rappresenta Cristo in piedi sulla montagna, generalmente circondato da un’aureola ovale o da una mandorla, modello che si imporrà in Occidente fino al XIV secolo. Per quanto riguarda l’immagine di Cristo con le mani alzate che scende dall’alto, bisogna ricordare che è uno schema di origine bizantina, contaminato con i temi della Resurrezione e dell’Ascensione, spesso articolato su due registri paralleli. In alto il mondo divino in cui si staglia Gesù, in basso quello terreno, abitato dagli apostoli che assistono stupefatti all’evento miracoloso. Di rado è rappresentato nell’arte occidentale il momento immediatamente successivo alla Trasfigurazione, quando Gesù, sceso dal monte, si intrattiene con i tre apostoli e raccomanda loro di non raccontare ciò che hanno visto.

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