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Farmaci introvabili, caccia all’ibuprofene: “Migliorare l’organizzazione”

Ibuprofene col contagocce nelle farmacie, complice il picco Covid 19. Venanzio Gizzi, Assofarm: "Perfezionare l'organizzazione".

Ibuprofene col contagocce nelle farmacie, complice il picco Covid 19. Venanzio Gizzi, Assofarm: “Perfezionare l’organizzazione”.

Antidolorifici e antinfiammatori a ruba nelle farmacie d’Italia, L’Aquila e territorio compresi, dove diventa difficile reperire farmaci come l’ibuprofene, utilizzato per dolori muscolari, febbre, mal di testa, insomma, anche per i sintomi più lievi della variante Omicron del Covid 19. E proprio il picco pandemico che, si spera, è stato superato da pochi giorni, è considerato tra le cause principali della carenza del farmaco, “certificata” anche dall’AIFA, con l’inserimento del farmaco anche nell’ultimo aggiornamento della lista dei farmaci carenti. Farmaci carenti, sì, ma questo non vuol dire che non ci siano. “Occorre perfezionare l’organizzazione – spiega a IlCapoluogo.it Venanzio Gizzi, presidente Assofarm – perché di fatto sono già sottoscritti tutti i protocolli tra aziende, enti e farmacie, per assicurare il rifornimento dei farmaci”.
Il problema, però, è che “in Italia la sanità viaggia con 21 velocità diverse, una per regione. L’organizzazione è infatti demandata proprio agli enti regionali, tramite le Asl, per cui bisognerebbe perfezionare questa organizzazione per garantire la presenza dei farmaci necessari nelle farmacie”.
C’è poi un’altra questione: “In Europa alcuni farmaci viaggiano anche nei mercati paralleli“, una procedura concessa dalla legge, ma che naturalmente può comportare variazioni nella disponibilità dei farmaci. Ad ogni modo il presidente Gizzi assicura la piena disponibilità di Assofarm nella gestione dei passaggi di competenza, rilanciando allo stesso modo lo spirito di collaborazione alla somministrazione vaccini: “Sabato scorso abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa tra Governo, Regioni, Federfarma, Assofarm e farmacie unite per la somministrazione dei vaccini Covid 19 e antinfluenzali”. D’altra parte, “le farmacie sono esercizi di prossimità e si evita il disagio di molti, soprattutto anziani, di raggiungere gli hub. In Francia, nel momento in cui le farmacie sono entrate nella somministrazione dei vaccini, da prima del Covid 19, le percentuali di vaccinazione sono schizzate dal 60/65% all’85%”.

Resta intanto la difficoltà di reperire alcuni farmaci, come l’ibuprofene, e non solo per il picco Covid. Come sottolinea l’EMA, una parte ce l’ha anche la guerra in Ucraina: “La carenza di farmaci e la ridotta disponibilità rappresentano un problema crescente nell’Ue e nel mondo amplificato dalla pandemia. Può avere un impatto significativo sulla cura del paziente a causa del razionamento dei farmaci e il ritardo nel trattamento. A causa della carenza i pazienti potrebbero dover utilizzare alternative meno efficaci e potrebbero rischiare di usare farmaci in modo errato. Le cause della carenza sono da ricercare nei problemi di produzione che portano a ritardi o interruzioni nella produzione stessa, in carenza di materie prime, nel repentino aumento della domanda di medicinali, nei problemi di distribuzione, nelle interruzioni del lavoro e disastri naturali”. In questo contesto, quindi, l’auspicato “perfezionamento dell’organizzazione” della distribuzione dei farmaci comunque disponibili, seppur in misura ridotta, diventa elemento fondamentale, come sottolineato appunto dal presidente Gizzi.

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