Politica

Appello a Draghi, Biondi: “Mille sindaci su 8mila non sono rappresentativi”

Mille sindaci sottoscrivono l'appello a Draghi perché resti capo del Governo, ma altri 7mila non lo hanno firmato. Biondi: "Rappresentiamo tutta la comunità, non solo una coalizione".

Mille sindaci sottoscrivono l’appello a Draghi perché resti capo del Governo, ma altri 7mila non lo hanno firmato. Biondi: “Rappresentiamo tutta la comunità, non solo una coalizione”.

Se da una parte l’appello di mille sindaci a Mario Draghi ha tenuto banco nei giorni scorsi, dall’altra non viene considerato il fatto che i restanti 7mila non lo hanno fatto. Tra questi, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che a Rainews24 ha spiegato: “Non ho firmato l’appello per chiedere al premier Draghi di rimanere al suo posto e non condivido il metodo e lo stile di questa iniziativa. Un Sindaco rappresenta tutta la comunità oltre che una coalizione. Non sta a me giudicare altri primi cittadini ma penso che ci siano problemi molto gravi ed è troppo semplicistico ridurre la crisi attuale su cosa dice questo o quell’esponente politico. Il sottoscritto, come molti altri sindaci, entro il 31 luglio dovrà approvare una variazione di bilancio e solo per il Comune dell’Aquila l’aumento dei costi legati al caro energia vale una cifra di circa 5 milioni di euro: ciò significa che a settembre avremo problemi per il carburante del trasporto pubblico locale o il riscaldamento nelle scuole e negli alloggi del progetto Case realizzati nel post sisma”.
“In una democrazia parlamentare – ha aggiunto il primo cittadino – un Governo rimane in carica fin quando non si insedia l’esecutivo successivo. Da sindaco l’auspicio è di poter contare su un governo centrale che sia solido e che abbia un programma chiaro e non ci costringa ad assistere a balletti come quello di questi giorni: di fronte a tante incertezze, meglio tornare subito al voto“.

Crisi di Governo, Biondi: Meglio tornare al voto

Oltre alla “maggioranza silenziosa” degli altri sindaci, c’è anche la posizione dei tre presidenti di Regione Marsilio, Musumeci e Acquaroli, che sono sulla stessa lunghezza d’onda di Pierluigi Biondi: “Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo. Nel merito: crediamo che in questo momento l’Italia possa permettersi tutto tranne che un governo immobile, paralizzato dai giochi di palazzo e dagli scontri tra i partiti di maggioranza. Nel metodo: un Presidente di Regione o un Sindaco rappresentano anche i cittadini che vogliono andare a votare e non possono permettersi di utilizzare le Istituzioni che rappresentano per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature – concludono Marsilio, Acquaroli e Musumeci – che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere”.

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