Cultura

Tutti i Santi giorni, 5 luglio: Sant’Antonio Maria Zaccaria

Sant'Antonio Maria Zaccaria per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 5 luglio.

Sant’Antonio Maria Zaccaria per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 5 luglio.

Il 5 luglio si commemora Sant’Antonio Maria Zaccaria. Antonio Maria Zaccaria nacque a Cremona nel 1502, da una famiglia di antica nobiltà locale. Della sua infanzia si hanno scarsissime notizie: rimasto orfano del padre, don Lazzaro, fu seguito negli studi dalla madre, Antonietta Pescaroli; nel 1520 si trasferì a Padova per studiare filosofia e medicina. Dopo la laurea fece ritorno a Cremona, dove però, invece di esercitare la professione, intraprese un cammino spirituale che lo portò a radunare attorno a sé dapprima bambini ai quali dava lezioni di catechismo, poi anche adulti, con i quali meditava sulle Scritture. Dopo poco, seguito dai Domenicani, iniziò gli studi ecclesiastici e il 20 febbraio del 1529 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Ben presto il gruppo di coloro che assistevano agli incontri di Sant’Antonio Maria Zaccaria si trasformò in un vero e proprio oratorio, e il Santo poté dedicarsi a una intensa attività caritativa verso i poveri e gli ammalati, assistiti soprattutto durante la peste del 1528. Divenuto cappellano della contessa Ludovica Torelli, nel 1530 si trasferì a Milano ed entrò in contatto con l’Oratorio dell’Eterna Sapienza; qui conobbe due nobili milanesi, Giacomo Antonio Morigia e Bartolomeo Ferrari, con i quali, alla fine del 1532, progettò la trasformazione dell’oratorio nella Compagnia dei Figlioli e delle Figliole di Paolo Santo. La cosiddetta Congregazione di San Paolo fu una formazione religiosa originale, formata da tre “collegi”, uno di sacerdoti – detti Barnabiti dal nome della loro prima chiesa milanese dedicata a San Barnaba -, uno di religiose – le Angeliche – e l’altro di laici, approvati con bolla pontificia tra il 1533 e il 1535. I collegi della nuova famiglia spirituale si distinsero presto per le loro pratiche religiose, le penitenze, il modo di vestire e la predicazione. Tra le iniziative promosse da Sant’Antonio Maria Zaccaria sono da ricordare l’usanza di suonare le campane alle tre del venerdì pomeriggio in ricordo della morte di Gesù, e le Quarantore, cioè l’esposizione solenne dell’Eucaristia a turno nelle chiese della città. In realtà lo spirito di abnegazione del nuovo movimento non fu sempre visto di buon occhio, tanto che i suoi aderenti furono accusati di pelagianesimo o di seguire le eresie delle Beghine e dei Poveri di Lione, fino a interessarne le autorità ecclesiastiche e civili di Milano. I Barnabiti furono quindi sottoposti a due processi, conclusisi tuttavia senza sentenza. Nel 1539 il Santo tornò a Guastalla per pacificarne il territorio, ma presto le sue condizioni di salute si aggravarono e chiese di essere ricondotto a Cremona, dove si spense il 5 luglio del 1539. Dopo il funerale il suo corpo venne traslato a Milano e inumato nel monastero di San Paolo delle Angeliche; l’8 maggio 1891 le sue reliquie furono riesumate e traslate nella chiesa di San Barnaba. Sant’Antonio Maria Zaccaria fu sin da subito venerato come beato, titolo che mantenne fino al 1634, quando il decreto di Urbano VIII riguardante beatificazioni e canonizzazioni, ne rimosse il culto, reintegrato solo il 3 gennaio 1890. Il 27 maggio 1897 fu canonizzato da Leone XIII.

sant'antonio maria zaccaria tutti i santi giorni

La tradizione iconografica lo presenta spesso assieme ai due cofondatori dei Barnabiti, Giacomo Antonio Morigia e Bartolomeo Ferrari, oppure ritratto da solo, con i tre ideali della sua vita: il crocifisso, che stringe tra le mani, l’Eucarestia (spesso nella forma del tabernacolo eucaristico) e San Paolo, associati al giglio, stemma gentilizio dei Zaccaria e simbolo della sua castità. Curiosità: nella chiesa di San Barnaba, all’ingresso della sacrestia, i Barnabiti conservano gelosamente un’immagine miracolosa di Sant’Antonio Maria Zaccaria famosa per il cosiddetto “miracolo del giglio” avvenuto presso il Collegio San Martino in Crema il 16 luglio 1747. La leggenda narra che raccoltisi alcuni fedeli in preghiera dinanzi all’immagine del Santo, questi mosse il braccio destro per benedirli; nel compiere tale gesto, toccò con la mano il giglio – che teneva diritto sulla spalla sinistra – e lo fece cadere sul braccio, rimanendo per sempre in quella posizione.

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