I Protomartiri per la rubrica “Tutti i Santi Giorni” del 30 giugno.
Il 30 giugno ricorre la memoria dei Protomartiri della Chiesa di Roma. La memoria dei primi martiri o Protomartiri della Chiesa romana, celebrata del 1969 il giorno successivo alla solennità degli apostoli Pietro e Paolo che subirono il martirio nella stessa persecuzione, è da sempre conservata nella sede del Circo costruito da Caligola, poi detto di Nerone, negli horti di Agrippina sul pendio meridionale del colle Vaticano, da dove si diramavano le vie Aurelia, Cornelia e Triumphalis. Nerone fu il primo imperatore romano a scatenare una persecuzione contro i cristiani, di cui lo storico Tacito ci racconta dettagliatamente i fatti: il 19 luglio dell’anno 64, il decimo del regno di Nerone, un terribile incendio divampò a Roma, partendo dal Circo Massimo, quartiere di negozi e banchi carichi di merce infiammabile; favorito dal clima estivo il fuoco si propagò in tutte le direzioni. Per dieci giorni le fiamme imperversarono, distruggendo templi, palazzi e monumenti pubblici, case nobili e povere spelonche; quando le fiamme furono domate, due terzi di Roma erano ridotti a un cumulo di mura fumanti. La tragedia fu presto attribuita dal volgo a Nerone stesso che, per distogliere l’opinione pubblica e forse sobillato dai giudei, molto potenti allora a Roma, sottopose a processo e colpì un gran numero di cristiani. Gli infelici furono gettati in pasto alle belve e bruciati perché servissero da illuminazione notturna, secondo quanto si legge negli Annales (XV, 44). Anche Clemente Romano racconta che i seguaci della dottrina cristiana furono arrestati, derisi pubblicamente, torturati perché denunciassero i loro compagni di fede e messi a morte nei modi più crudeli: alcuni furono crocifissi, altri spalmati di cera e usati come torce umane, altri coperti con pelli d’animale e dati in pasto alle belve. Queste pratiche si svolgevano durante le pubbliche feste date, ogni notte, da Nerone nei giardini del suo palazzo, che si sviluppava negli orti vaticani e di cui sono state rinvenute alcune porzioni in corrispondenza della piazza e della Basilica di San Pietro. Benché il popolo di Roma fosse assuefatto a questi spettacoli dalle lotte tra gladiatori, la crudeltà delle torture a cui erano sottoposti i cristiani atterrirono la maggior parte degli spettatori, tanto da far esplodere un’ondata di sollevazioni.
Il martirologio Geronimiano commemorava al 29 giugno un gran numero di Protomartiri, circa 980, il cui culto primitivo, dalla piccola chiesa di Santa Maria della Pietà al Camposanto teutonico, venne esteso alla città di Roma nel 1923, e nel 1969 a tutto il rito romano. Dal calendario precedente sono stati eliminati poi 53 nomi di martiri che, anche se venerati sin da epoche antiche, non hanno più il corredo delle corrispondenti fonti biografiche. Un cenno ai Protomartiri romani si trova anche nella lettera scritta da San Clemente ai Corinzi verso il 96-98: nel rievocare il martirio di Pietro e Paolo, egli ricorda «la grande moltitudine di eletti che sopportarono molti oltraggi e tormenti e lasciarono tra noi un magnifico esempio», aggiungendo che furono sacrificate anche delle donne con supplizi penosi, come quello delle mitiche Danaidi, condannate a riempire senza sosta recipienti rotti, o legate alle corna di un toro. Durante il pontificato di papa Urbano VIII, nel 1626 vennero ritrovati – mentre si edificavano le fondamenta del baldacchino berniniano in San Pietro – diversi sepolcri contenenti ossa bruciate miste a ceneri e carboni, testimonianza del martirio dei Protomartiri.
Nell’arte, si trovano rappresentazioni ambientate nel circo e che riprendono fedelmente le testimonianze delle fonti, con i martiri, accatastati in cumuli di corpi senza vita, trafitti dei carnefici o tra le fiere.
