Il virus

Omicron 5 fa rialzare i contagi Covid19, i sintomi

Covid19, con Omicron 5 tornano a salire i contagi e in molti sono alle prese con febbre, mal di gola, raffreddore: sintomi e contagiosità della variante

C’è anche Omicron 5 dietro il rialzo dei contagi Covid19 che si sta registrando in queste ultime settimane. I sintomi più frequenti sono febbre, spossatezza, mal di gola, raffreddore e dolori.

Sarà un’estate ancora caratterizzata dal Covid19, soprattuto stando al numero delle positività che si stanno registrando in questi giorni. Colpa, anche, della sottovariante BA.5, comunemente chiamata Omicron 5, come ha sottolineato l’OMS
2-3 giorni è il tempo di incubazione previsto: ciò vuol dire che a circa 3 giorni dal contatto con un soggetto positivi, si sviluppa il virus. In alcuni casi, tuttavia, l’incubazione può arrivare addirittura a 14 giorni.
I sintomi più comuni? Febbre, mal di gola, raffreddore, stanchezza, dolori di vario genere. Al momento è proprio l’Omicron 5 a diffondersi in misura maggiore rispetto altre altre forme di Covid19.
Questa specifica variante risulta più contagiosa delle altre e sta facendo salire anche l’occupazione dei reparti ospedalieri, secondo l’analisi settimane della FIASO, Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere.

Rispetto alle ultime varianti, l’insorgenza di sintomi è tornata sempre più frequentemente: non solo, perché oltre a febbre, dolori muscolari e alle articolazioni e forte mal di gola – che, appunto, sembravano essersi attenuati rispetto ai primi ceppi di Covid19 – ora si registrano anche forme di disturbi gastroenterici.
All’Adnkronos Salute, il medico ha detto che Omicron 5 “parrebbe un po’ meno cattiva di altre varianti. Tutto sommato, sottolinea Pregliasco, il virus starebbe seguendo “la via più naturale: quella che lo porta a una maggiore contagiosità”, ma insieme a “una maggiore benevolenza”

Tra gli aspetti che emergono dagli studi su Omicron 5 la resistenza agli anticorpi: sviluppati sia in occasione di precedenti infezioni, sia tramite vaccinazione. “Un vaccino booster derivato da BA.1 (Omicron) potrebbe non fornire una protezione ad ampio spettro contro le nuove varianti di Omicron”: questa la conclusione di un gruppo di ricercatori cinesi coordinati dall’università di Pechino, in uno studio pubblicato su Nature. Risultato simile a quello raggiunto da alcuni studiosi della Columbia University e della Rockefeller University.

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