Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Il discorso sulla pace di Jacques Prevert

Il discorso sulla pace di Jacques Prevert per l'appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

Il “nervo della guerra/ è il cruciale problema del denaro”, dice Jacques Prévert in questa sua poesia intitolata: “Il discorso sulla pace”. Il  “problema del denaro” dunque che è in realtà il vero problema di ogni guerra. La domanda è sempre la stessa: perchè si combatte una guerra. E la risposta è altrettanto sempre la stessa: per denaro, dove con il termine denaro si possono indicare molte altre cose come potere personale, potere economico, affermazione di egemonia,conquista di territori, genocidi e molte altre cose ancora. E quindi possiamo dire che la guerra si combatte anche con armi diverse da quelle che operano sui campi di battaglia e dobbiamo dire che ogni guerra ha sempre un suo effetto “farfalla” fuori dai territori in cui viene combattuta fino nelle regioni più lontane.

E’ quello che accade per esempio in questa guerra russo-ucraina che stando alle previsioni degli analisti, considerato che a più di cento giorni di ostilità non si riesce a vedere nessuno sforzo, da entrambe le parti e per ragioni diverse, di sedere ad un tavolo di negoziato almeno per un cessate il fuoco. La guerra russo-ucraina rischia di durare a lungo perchè mette in campo considerevoli interessi a partire dalla pretesa egemonica russa su un certo territorio , fino alla sottintesa opzione americana che vorrebbe far impantanare appunto la Russia in Ucraina per destabilizzare un rapporto a due, Stati Uniti – Russia che è appunto una specie di “guerra fredda”, proprio quando la guerra fredda del passato è un ricordo. Soprattutto quella che si combatte sul territorio dell’Ucraina a spese di milioni di civili è una guerra che si sta trasformando nella “guerra mondiale del pane” in quanto il grano prodotto dall’Ucraina, uno dei granai del mondo da cui dipende l’alimentazione di popoli tra cui alcuni di quelli che vivono negli stati costieri del Mediterraneo come Egitto, Algeria, rimane bloccato nei porti ,notoriamente minati a causa della guerra. Sicuramente la globalizzazione aveva ottenuto un risultato favorevole, quello di affrancare appunto molti paesi, specialmente dell’Africa, dal problema della fame anche se la Fao documenta ancora problemi e condizioni che determineranno entro il 2060 ,insieme ai cambiamenti climatici , il trasferimento dalle loro zone di residenza di almeno tre miliardi di persone , su 7,753 mld di abitanti della Terra. I primi cento giorni dunque di guerra sul territorio dell’Ucraina hanno sicuramente avviato un effetto a farfalla in alcune zone del pianeta. C’è a fianco della guerra combattuta sui campi di battaglia un’altra guerra combattuta con armi silenziose che in questo caso sono quelle del grano e del gas. La carenza di grano che non puo’ essere esportato dall’Ucraina a causa della chiusura dei porti si ripercuote pesantemente, per esempio, sul Libano. In questa terra ormai martoriata vivono milioni di siriani in condizioni di estrema povertà e in questo caso anche di fame. I fornai libanesi ormai lavorano solo due giorni alla settimana. Uno dei pasti più comuni composto da una focaccia a forma di piadina arrotolata su alcune verdure e pomodori che costava mille lire, oggi costa cinquanta mila lire . Contro uno stipendio a Beirut ,per chi ce lo ha , che va da 630.000 LBP al mese (stipendio minimo) a 11.100.000 LBP al mese (stipendio medio massimo con un massimo effettivo anche più alto). Soltanto per le spese alimentari le famiglie libanesi spendevano prima della guerra cinque volte il valore del salario minimo: lo rivela uno studio condotto dall’Osservatorio della crisi libanese dell’Università americana di Beirut (Aub), citato dai media di Beirut nel contesto della peggiore crisi economica degli ultimi decenni che la guerra sta rendendo insostenibile .
Probabilmente per quello che riguarda la guerra russo-ucraina dovrà passare qualche decennio perchè si possa dire che non si combatte più .Anche se in genere la guerra per le materie prime e per le fonti di energia è una guerra eterna e c’è da aspettarsi in un prossimo futuro che ,venuto meno l’interesse per le fonti fossili di energia, a causa della transizione ecologica, l’interesse si sposti su materie prime essenziali o per esempio sulle terre rare, ossia quelle materie indispensabili per la produzione di apparecchiature tecnologiche e altro.

Jacques Prévert è una delle figure più popolari della letteratura francese. Conosciuto soprattutto per le poesie d’amore, fu un libertario convinto e tramite le sue creazioni fece critica sociale. Nacque nel 1900 nella banlieue parigina di Neuilly-sur-Seine. E’ uno degli autori forse più popolari in Francia, dove viene studiato moltissimo a dispetto del fatto che egli stesso diceva che della scuola diceva di amare solo il suono della campanella. Le canzoni composte a partire dai suoi versi, e i film di cui scrisse i dialoghi, sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo.

Il discorso sulla pace
Sul finire di un discorso di grande importanza
l’insigne statista esitando
su una bella frase assolutamente vuota
ci cade dentro
e impacciato la bocca spalancata
affannato
mostra i denti
e la carie dentaria dei suoi paciosi ragionamenti
scopre il nervo della guerra

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