L'emergenza

Verso il Decreto Siccità con ipotesi stop all’uso dell’acqua di notte: cosa cambia

Emergenza acqua, tutta Italia soffre la siccità. Oggi la conferenza Stato-Regioni: in molti chiederanno lo Stato di Emergenza. In Abruzzo occhi puntati su Fucino

Siccità, è sempre più emergenza acqua. L’Abruzzo soffre e dal Fucino l’allarme è già stato lanciato: dopo le rassicurazioni per i fondi destinati all’impianto irriguo arrivate dal Ministero, nella conferenza dei servizi si chiederà lo stato di emergenza causa siccità. Ma com’è la situazione nel resto dell’Italia?

Acqua, dal Nord al Sud la situazione in Italia non è affatto positiva, tutta colpa della siccità. L’assenza di pioggia sta mettendo in crisi molte regioni. In questo l’Abruzzo, in parte, ‘si è salvato’, ma la sensazione è che le piogge – e soprattutto la grandine – cadute nei giorni scorsi non basteranno, a fronte di una stagione estiva appena cominciata e di temperature già record.
Il mese di giugno ha fatto arrivare nuovi allarmi, lanciati soprattutto dalle associazioni di categoria. In Abruzzo, gli occhi sono puntati soprattutto sul Fucino, con il suo sistema che conta circa 15mila addetti nella filiera agricola. Coldiretti ha annunciato una brusca riduzione della coltivazioni in campo, soprattutto del grano, Confagricoltura – per bocca del presidente della sezione aquilana, Fabrizio Lobene – ha più volte ribadito ai nostri microfoni la siccità cronica che caratterizza da anni la Piana del Fucino e che, quest’anno in particolare, sembra essere uno dei tantissimi problemi da tornare ad affrontare: oltre ai rincari vari, alla diminuzione delle vendite e alla crescente microcriminalità registrata.

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Intanto il Governo si prepara a varare il decreto siccità per affrontare l’allarme acqua. Oggi in programma la Conferenza Stato-Regioni, a cui prenderà parte anche il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Nel decreto dovrebbero essere comprese le prime misure per ridurre gli sprechi d’acqua: tra le ipotesi anche lo stop alla distribuzione d’acqua in orario notturno, oppure la priorità ai bisogni primari, con il divieto di riempire le piscine.
Comunque, la decisione finale spetterà alle singole Regioni che decideranno – con apposite ordinanze e in coordinamento con la protezione civile – come affrontare l’emergenza. Il problema prioritario sono l’agricoltura e l’industria. Se richiesto, lo stato di emergenza dovrebbe essere concesso, ma non servirà ad eventuali interventi strutturali: farà semplicemente arrivare più rapidamente i ristori alle aziende agricole che rischiano di perdere una parte importante del loro raccolto e a mettere a disposizione le risorse necessarie per l’eventuale intervento di autobotti.

acqua

La mappa della siccità in Italia, allora, è tutt’altro che positiva. La regione più colpita è il Piemonte: in oltre 200 Comuni l’acqua è razionata, con gli invasi al minimo storico e il Lago Maggiore che, in soli tre giorni, ha perso un metro d’acqua. In Valle D’Aosta la portata della Dora Baltea è quasi dimezzata rispetto a un anno fa: l’acqua conservata nel manto nevoso rispetto alla media storica è in calo del 40/50%, il dato peggiore dal 2002. In Veneto è la provincia di Verona quella più in emergenza, sono 40 i Comuni che hanno adottato il razionamento idrico. In Lombardia, come per l’Abruzzo, i problemi maggiori riguardano l’agricoltura, con stime di danni per circa 2 miliardi di euro. Arrivano primi razionamenti di acqua anche in Friuli Venezia Giulia, con le riserve che si stanno ormai prosciugando, mentre in Trentino Alto Adige nel Comune di Ronzo-Chienis è stata sospesa la fornitura di acqua alla popolazione tra le ore 23 e le 6, Caldo record in Emilia Romagna e precipitazioni inferiori del 62% alla media: l’agricoltura soffre e arrivano i primi stop per la produzione idroelettrica. Misure emergenziali per l’acquedotto di Ferrara. Non si registrano particolari criticità in Toscana, mentre nelle Marche portate dei fiumi ai minimi storici per la carenza di precipitazioni. Situazione nella norma in Molise, nel Lazio, invece, Zingaretti ha annunciato lo stato di calamità naturale, per adottare misure di risparmio idrico anche a Roma. La situazione più pesante si registra nel viterbese: il lago di Bracciano è a -107 cm, considerato livello critico. Scende di 3 cm l’acqua anche nel lago Trasimeno in 4 giorni per quanto riguarda l’Umbria, mentre in Campania gli invasi, per ora, non scendono sotto il livello di guardia. Nessuna emergenza in Basilicata, mentre in Puglia è già scattata la fase di pre-allarme: fortunatamente grazie alle piogge invernali negli invasi la situazione è simile e, in alcuni casi, migliore rispetto all’estate scorsa. I timori, tuttavia, riguardano il settore agricolo. Così come in Calabria preoccupa l’olivocoltura. La Sicilia, pur avendo l’acqua che supera i livelli dello scorso anno in tutte le dighe, resta la regione italiana con maggior rischio di desertificazione. In Sardegna la siccità non fa paura: nelle dighe è presente l’80% dell’acqua invasabile.

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