Cronaca

Drugs and the city, la fabbrica della droga a Paganica: due anni di indagini ricostruiti a processo

L'AQUILA - Udienza del processo seguito all'operazione Drugs and the city, che nel 2017 portò all'arresto di nove persone (in carcere), tre ai domiciliari e due raggiunte da obbligo di firma. In Aula la testimonianza del commissario della Squadra Mobile.

L’AQUILA – Udienza del processo seguito all’operazione Drugs and the city, che nel 2017 portò all’arresto di nove persone (in carcere), tre ai domiciliari e due raggiunte da obbligo di firma. In Aula la testimonianza del commissario della Squadra Mobile.

Utilizzavano un’abitazione resa inagibile dal terremoto, a Paganica, per confezionare cocaina ed eroina che poi veniva rivenduta sulla piazza aquilana. Con queste accuse, dopo due anni di indagini, nel 2017 sono finiti in carcere P. R. (57 anni), G. D. (31), J. B. (39), E. F. (33), T. P. (56), M. T. (51), A. B. (51), M. R. D. (31) ed E. G. (55); agli arresti domiciliari erano invece finiti I. P. (33 anni), L. Z. (44) e K. V. (41); obbligo di dimora e firma per G. C. (44 anni) e F. F. (39). Nella giornata di ieri, si è svolta l’udienza in cui la Squadra Mobile dell’Aquila è stata a chiamare per ricostruire le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno fatto poi scattare l’operazione “Drugs and the city”, con le accuse a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Intercettato il flusso di droga, la Polizia aquilana aveva messo sotto controllo la “fabbrica della droga” di Paganica, prima installando un microfono nell’abitazione e successivamente implementando le intercettazioni con videoriprese e intercettazioni telefoniche. Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, cocaina e hashish arrivavano dalla Marsica, mentre l’eroina da Roma. A L’Aquila, veniva “lavorata” e preparata per lo spaccio in un’abitazione di Paganica, inagibile a causa del sisma 2009, in cui era stato allestito una sorta di laboratorio della droga, che veniva preparata e confezionata in un laboratorio artigianale dove erano stati trovati e sequestrati mezzo chilo di cocaina (per un valore complessivo di 50 mila euro) e 150 grammi di eroina.
Le indagini erano partite nell’estate del 2015, a seguito della morte per overdose di un giovane trentenne.
Ieri, quindi, l’udienza davanti al Tribunale Collegiale, rinviata dopo la testimonianza di un operatore della Squadra Mobile, al prossimo 6 luglio. A difendere gli imputati, gli avvocati Mauro Ceci, Francesco Valentini, Domenico Pastorelli, Gianluca Totani, Francesca Palmerini, Stefano Massacesi e Graziano Celestini.

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