Il problema

Bominaco, dopo il fulmine via gli alberi: “Ma non stravolgiamo il volto paesaggistico”

Bominaco, dopo il fulmine sull'oratorio San Pellegrino gli alberi fanno discutere. Prima troppi, poi pochi. Parla l'ex sindaco

Bominaco, dopo il fulmine sull’oratorio San Pellegrino gli alberi fanno discutere. Prima troppi, poi pochi. “Bene la sicurezza, ma non trasformiamo il luogo in una radura”.

Bominaco, tagliati diversi alberi intorno all’oratorio colpito dal fulmine: ma era l’unica soluzione possibile?
Si parla poco della bellezza di Bominaco, considerata la Cappella sistina d’Abruzzo per gli affreschi che decorano il piccolo oratorio che, solo qualche settimana fa, è stato al centro di un incidente. Il maltempo ha colpito uno dei gioielli storici e artistici d’Abruzzo, nel territorio comunale di Caporciano. Un fulmine si è abbattuto su un albero che, a sua volta, ha creato alcuni danni all’oratorio, come raccontato dal Capoluogo. Tuttavia a far discutere, ora, sono gli alberi: tanto verde cresciuto negli anni intorno al bellissimo oratorio e alla vicina Chiesa di Santa Maria Assunta. Una pineta centenaria che non ha mai costituito un problema per i luoghi sacri o per i visitatori, ma qualcuno – in tempi non sospetti – aveva suggerito l’idea di effettuare un taglio studiato di rami o piante, per evitare problemi al tetto delle strutture. Possibilità, questa, poi mai concretizzata. Almeno fino al fulmine.

oratorio San Pellegrino bominaco

“Da sindaco e in virtù del mio ruolo nella Direzione dei Beni Culturali negli anni della mia amministrazione ho cercato di sensibilizzare sull’opportunità di ridurre il verde, ovviamente in piccola parte. Questo poiché l’eccessiva vegetazione occludeva la vista degli edifici sacri, ma soprattutto perché, essendo alcuni rami molto vicini ai tetti, si creava un importante riempimento di coppi“, ci spiega Dino Di Vincenzo, architetto ed ex sindaco di Caporciano, ascoltato dalla redazione.
“Mai avrei immaginato che un fulmine potesse colpire gli alberi, ovviamente, anche perché la pineta ha cent’anni e di incidenti del genere non ne sono mai stati registrati”, precisa Di Vincenzo. Il fulmine ha colpito un cedro, gli alberi tutt’intorno, però, sono pini. Piante che perdono costantemente aghi: questi vanno a intasare i canali di gronda, i coppi e, in questo modo, si crea umidità e il tetto rischia, con il tempo, di danneggiarsi. Questo era il motivo che cercavo di spiegare quando, da sindaco appunto, predisposi un sopralluogo, chiamando la Forestale affinché si valutasse un intervento di taglio”, ricorda l’ex primo cittadino

Tagli, però, non ce ne furono. “In parte ci fu subito l’allarme degli ambientalisti, dall’altro lato la competenza sulla Chiesa è di pertinenza della Curia. Così ho desistito. Comunque, quello avvenuto poche settimane fa – continua Di Vincenzo – è certamente un episodio molto sfortunato. Per questo ora sono preoccupato che, all’indomani del fulmine e del ferimento di un turista, si sia proceduto subito ad un taglio che ritengo assolutamente eccessivo“. Una riflessione che nasce anche dal “Prima e Dopo” in un post pubblicato sui social network, che ha ricevuto l’attenzione proprio dell’ex sindaco di Caporciano Di Vincenzo.

“Il Castello cinquecentesco dell’Aquila fino ai primi del ‘900 era una radura, senza alcun albero, in quanto Forte militare: oggi c’è una pineta bellissima intorno al monumento, che tutti gli aquilani vivono ogni giorno. Questo perché, nel tempo, in Italia c’è stata una trasformazione: ci siamo abituati a vedere questi monumenti circondati dal verde. E vedere ora San Pellegrino così spoglio è un colpo al cuore. Inoltre, se le operazioni di taglio che hanno già interessato l’oratorio si allargheranno anche alla Chiesa di Santa Maria Assunta cambierà il volto paesaggistico dell’intero luogo. Un luogo, negli ultimi anni, ambito ad esempio come location di matrimoni. L’intervento di taglio, quindi, è stato pensato? Se l’operazione è stata ritenuta necessaria per una maggiore sicurezza, mi chiedo, si trattava dell’unica soluzione possibile? Io ho sempre pensato che fosse necessario un taglio di alberi, ma da effettuare in maniera controllata. Infine – conclude – Non sono un tecnico di professione, ma da architetto so che negli edifici monumentali viene spesso utilizzato il parafulmine come protezione delle stesse strutture. Nel caso dell’oratorio di Bominaco è stato valutato il parafulmine per evitare eventuali futuri danneggiamenti? Auspico che, per monumenti tanto preziosi, ci siano sempre oculatezza e attenzione”.

 

 

Foto copertina Facebook Giuseppe Baiocco

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