Cultura

Tutti i Santi giorni, 5 giugno: la Pentecoste

La Pentecoste per la rubrica Tutti i Santi giorni di oggi, 5 giugno

Il 5 giugno di quest’anno ricorre la solennità della Pentecoste.

Nel giorno di Pentecoste si conclude il tempo sacro dei cinquanta giorni di Pasqua e, con l’effusione dello Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme, si fa memoria dei primordi della Chiesa e dell’inizio della missione degli Apostoli fra tutte le tribù, lingue, popoli e nazioni. La festa ha origini ebraiche: denominata inizialmente “festa della mietitura” e “festa dei primi frutti”, si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; è chiamata anche “festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza sette settimane dopo la Pasqua, citata così in Tobia (Tb 2,1) e Maccabei (Mac 12, 31-32).
Lo scopo originario della festa di Pentecoste era ringraziare Dio per i frutti della terra, a cui si aggiunse il ricordo del più grande dono fatto dal Signore al Suo popolo, la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai.

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Il rituale degli Ebrei prevedeva il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e specifici sacrifici: l’offerta sacrificale consisteva in due forme di pane lievitato fatto con due decimi di efa, oppure farina prodotta con il grano nuovo (Lv 23,17; Es 24,22). Il pane non poteva essere posto sopra l’altare (Lv 2,11) ed era solamente presentato o meglio elevato; una forma di pane veniva data al Sommo sacerdote, l’altra veniva divisa tra i sacerdoti, che ne mangiavano dentro ai recinti sacri. Venivano offerti anche due agnelli dell’anno, come sacrificio di pace, e un capro per l’espiazione dei peccati, insieme con l’olocausto di sette agnelli senza difetto, un vitello e due arieti (Lv 23,18-19).
Per quanto riguarda la religione cristiana è probabile che fu per primo l’apologista Tertulliano a parlare della Pentecoste come di una festa in onore dello Spirito Santo e alla fine del IV secolo era una festività solenne durante la quale veniva conferito il Battesimo a coloro che non avevano potuto riceverlo durante la veglia pasquale. L’episodio è legato a quanto si legge nel capitolo 2 degli Atti degli Apostoli: i discepoli erano riuniti, insieme alla Vergine Maria, a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della vedova Maria, madre del futuro evangelista Marco, per festeggiare la Pentecoste con il pellegrinaggio prescritto. “Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”. L’evangelista Luca continua raccontando la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, citato nei capitoli successivi, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità della fede cristiana, dono appunto dello Spirito Santo, la terza persona della Santissima Trinità.

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Lo Spirito Santo molto raramente è stato rappresentato sotto forma umana: nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è reso in forma di colomba, nella Trasfigurazione è una nube luminosa. Nel Nuovo Testamento è, invece, esplicitamente indicato come lingue di fuoco nella Pentecoste, simbolo, come l’acqua, di vita e di morte. Ed è così che il tema iconografico fu affrontato soprattutto nell’arte medioevale ed ebbe una diffusione molto ampia nei cicli pittorici della Glorificazione di Cristo fino alla Controriforma, quando assunse carattere autonomo. Infatti, poiché Cristo è in realtà assente da questa scena, nelle rappresentazioni della Pentecoste non compare mai. I raggi o le lingue di fuoco generalmente provengono da una colomba, simbolo consueto dello Spirito Santo e talvolta assumono la forma di nastri o funi che si fermano su ciascun apostolo; raramente la colomba è sostituita dalla mano di Dio, ma a volte le due figure possono coesistere. Lo Spirito può anche essere rappresentato come una ruota fiammeggiante attorno alla quale si raggruppano gli apostoli. Dal punto di vista iconografico, è possibile distinguere due tipologie principali di raffigurazioni della Pentecoste, a seconda se sia presente o meno la Vergine. Nel primo caso a Lei viene riservato il posto centrale, se non il ruolo principale della scena, sovrapponendola all’Ascensione: la Vergine rappresenta la Chiesa, di cui gli apostoli sono i messaggeri. Lo schema compositivo richiama spesso quello dell’Ultima Cena, trovandosi nello stesso luogo, cioè il Cenacolo: i discepoli sono riuniti in cerchio attorno alla Madonna che presiede l’assemblea; spesso è in piedi ed è più alta di loro, a sottolineare la Sua superiorità; sopra le loro teste plana la colomba dello Spirito Santo che lascia cadere una pioggia di fiamme o di lingue di fuoco. Talvolta si vedono i Dodici – con San Mattia a sostituire Giuda – raffigurati mentre si mettono a parlare tutti insieme, gesticolando, perché hanno ricevuto il dono delle lingue; essi fanno anche ‘gesti d’allocuzione’ per indicare che stanno conversando con idiomi diversi.

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