L'emergenza

Sos Fucino, “piove” sul bagnato: siccità, microcriminalità e vendite a picco

Alle porte dell'estate il Fucino si ritrova in ginocchio. Ricavi "sotto zero", l'emergenza invece non si ferma: tra rincari energia, contrazione del mercato e furti. Aspettando l'impianto irriguo

Fucino, piove sul bagnato: peccato che sia solo un modo di dire. Non piove e non c’è, ancora, un impianto irriguo a risolvere il cronico problema della siccità che, da anni, attanaglia la Piana fucense. Ora alla lunga lista di criticità si aggiunge anche la microcriminalità.

Alle porte dell’estate il Fucino si ritrova in ginocchio. Se solo qualche mese fa il presidente di Confagricoltura Fabrizio Lobene aveva definito i ricavi delle aziende agricole fucensi “ai minimi storici” ora si è passati a ricavi sotto zero. Le contrazioni del mercato stanno incidendo sulle vendite e dalla Regione non c’è la minima attenzione sull’emergenza continua che stiamo affrontando”, il commento di Lobene, ascoltato dalla nostra redazione.

Fucino, i motivi di una crisi.
La guerra – “Probabilmente tra le cause di un mercato contratto fino a questo punto c’è la mancanza di certezze nell’immediato: aspetto che porta i consumatori a spendere molto meno anche nella scelta e nell’acquisto di prodotti alimentari. Questo è il primo grande problema”.

Siccità –Una piaga contro cui lottiamo da anni. Ho perso anche il conto del tempo trascorso da quando si è iniziato a parlare   di un impianto irriguo nel Fucino. Proprio nella giornata di lunedì c’è stato un nuovo incontro ad Avezzano, per cercare di sollecitare gli organi competenti a una maggiore pressione su progettisti e autorità di bacino, affinché il progetto possa finalmente concretizzarsi. Tuttavia, dalla Regione constatiamo purtroppo poco interesse. Dov’è l’attenzione della politica nei confronti di un comprensorio che produce una percentuale rilevante del reddito agricolo regionale?
Comunque, al di là delle suggestioni politiche, la siccità – dovuta soprattutto ai cambiamenti climatici generali – sta colpendo ovviamente anche il nostro territorio, nonostante l’altitudine di 700 metri circa ci aiuti nelle nostre attività. Sono anni che le aziende agricole e gli agricoltori lanciano il proprio grido d’allarme, ma continua a non cambiare nulla”.

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Stop all’irrigazione nei weekend e riduzione investimenti – “Per noi lo stop dell’irrigazione rappresenta un palliativo.
Il problema di fondo è che sul territorio c’è stata una riduzione degli investimenti agricoli del 30%. Si parla di 150/200 milioni di euro in meno di economie sul comprensorio fucense. Nonostante l’ipersensibilità degli agricoltori e degli operatori del settore circa l’impatto ambientale delle coltivazioni, o la riduzione dell’uso dell’acqua – con investimenti in nuove tecnologie per irrigare – non riscontriamo un medesimo impegno e una concreta attenzione da parte della Regione. Inoltre, l’ultima notizia sulla dismissione del Covalpa con, sembra, il reinvestimento delle risorse sulla riviera adriatica ci fa pensare che manchi la giusta sensibilità da parte dei governanti. Noi stiamo sensibilizzando tutti i sindaci affinché facciano fronte comune nei confronti della politica regionale: è necessario invertire la tendenza e ridefinire queste dinamiche”.

Rincari energia – “Il Consorzio di Bonifica sta risentendo dei rincari dei prezzi dell’energia elettrica. Dovendo pompare l’acqua a 200 metri sotto terra per far sì che scorra nei canali, è soggetto ad un grosso dispendio di energia. Non a caso avevamo chiesto fondi suppletivi per affrontare questa ulteriore problematica”.

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Microcriminalità – “Negli ultimi tempi si sono registrati diversi furti sui campi“, aggiunge Lobene, “sono stati portati via carburanti per i trattori, così come sono stati rubati metri e metri di cavi di rame dal Consorzio di Bonifica, che hanno messo fuori uso i pozzi di Trasacco. Avevamo anche fatto richiesta al Prefetto di maggiori controlli sul territorio fucense.
Tante, insomma, sono state le richieste da parte delle organizzazioni di categoria e dei sindaci, che hanno fatto quadrato intorno a quest’emergenza, ma di aiuti o cambiamenti non ne vediamo e, intanto, nelle settimane scorse è arrivata anche la grandine.
Negli ultimi anni abbiamo raccolto più calamità che frutti, nonostante la nostra attività in tempi di pandemia non si sia mai fermata. Dispiace constatare che le risorse del Masterplan prima e del PNRR oggi non siano state convogliate negli investimenti necessari di un territorio che merita rispetto, attenzione e un intervento deciso, prima che sia troppo tardi. Gli agricoltori sono i meno pessimisti, nonostante tutto…ma è l’intero sistema economico ad essere pessimistico: si è contratto in maniera rilevante. Oggi un fornitore vuole essere pagato immediatamente…in questo modo gli imprenditori agricoli fanno veramente fatica ad andare avanti“. 

Il fronte dei sindaci sigla il Patto per il Fucino
Dossier Fucino: lunedì 30 maggio si è tenuta una riunione operativa nel Municipio di Avezzano per sbloccare la situazione dei fondi e mantenere alta l’attenzione sul tema di vitale importanza per il destino della Marsica. L’incontro, promosso dall’assessore comunale di Avezzano Loreta Ruscio, si è chiuso con la sottoscrizione del documento che i primi cittadini di Avezzano, Celano, Trasacco, Collelongo, Ortucchio, Villavallelonga, Cerchio, Lecce nei Marsi, Aielli, Gioia dei Marsi, San Benedetto dei Marsi, Pescina, Collarmele e Luco dei Marsi hanno voluto chiamare “Patto per il Fucino”.
Non si possono aspettare ulteriori rinvii – dicono i primi cittadini – ma occorre fare corpo unico, con la massima determinazione, per ottenere risposte e tempistiche chiare per quello che, con 15 mila addetti, è il motore del territorio e rischia di vedere svanire l’attesa ristrutturazione dell’impianto irriguo che assicurerebbe la miglior razionalizzazione della risorsa acqua e migliorerebbe la produttività, con vantaggi per gli standard concorrenziali degli operatori”. Una priorità assoluta che richiede unione di intenti.

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