Cultura

“Sei brutta e malata”: Alba la bimba down offesa in spiaggia

"Sei brutta e malata". Luca Trapanese racconta gli insulti di un bambino alla sua piccola Alba, la piccola nata con la sindrome di down.

Alba è una biondina tutto pepe dolcissima, è la figlia amatissima dell’assessore al Welfare di Napoli Luca Trapanese. La piccola, nata con la sindrome di down è stata insultata in spiaggia da un amichetto, “Sei brutta e malata”, poche parole che fanno male.

La storia di Alba la conosco un po’ tutti: questa bimba dolcissima è stata adottata da Luca Trapanese nel 2019. La piccola, subito dopo la nascita è stata lasciata in ospedale dai genitori naturali. Dopo che 30 famiglie dissero il loro ‘no’ ad accogliere la piccola nella loro casa, Luca la prese in affido diventato poi un anno dopo un’adozione. “Alba mi ha reso felice perché una vita, per dirsi completa, ha bisogno di amore. E lei è fonte di grandi emozioni”, aveva commentato in un’intervista il papà qualche anno fa.

Lo scorso fine settimana i due erano al mare, a Scauri, un posto molto gettonato per i napoletani, che si trova tra Lazio e Campania. Alba stava giocando, quando un amichetto ha riferito le parole della madre secondo la quale quella compagna di giochi era “brutta e malata”. Parole che feriscono, anche e soprattutto i più piccoli. Luca Trapanese ha affidato ai social la vicenda.

“Giocavamo alle giostre in spiaggia. Si è avvicinato un bimbo e, senza mezzi termini, mi ha detto che secondo la sua mamma Alba è malata e anche brutta. I bambini, si sa, sono la bocca della verità. Sono rimasto di pietra, non sapevo nemmeno cosa rispondere, mi sono sentito impreparato e fragile, perché mia figlia non è malata e la sua disabilità non la invalida dell’essere una bambina felice, oltre ad essere oggettivamente bella. Quel bimbo non ha colpe, ma grazie alla sua mamma, rappresenta una parte della società ostile alla diversità, indifferente al dolore, incentrato sul raggiungimento di una perfezione che non esiste».

“Ho deciso di rendere pubblica questa storia – spiega Trapanese all’ANSA – perché mai come in questo momento c’è un problema di ignoranza generalizzata. Il messaggio che vorrei passasse è che avere una figlia down non é una disavventura ma una opportunità, perché la vita perfetta non esiste, mentre oggi siamo completamente circondati da messaggi di perfezione per i quali i nostri figli devono sperare di essere i migliori, mentre l’importante è che siano felici». Una paternità fortemente voluta quella di Trapanese, che ricorda così la scelta di adottare un bimbo down. «Ero in vacanza con altri ragazzi affetti da sindrome di Down, chiesi di prendere in affido un bambino disabile e mi affidarono Alba: dissi subito di sì. Il mio intento non è quello di attaccare la mamma che ha detto quelle cose di Alba, ma di lanciare un monito: stiamo attenti perché non abbiamo capito il senso delle cose, abbiamo perso l’orientamento. I figli non sono proprietà privata”.

La storia di Luca e Alba potrebbe finire qui, con un risvolto amaro. “E invece – rileva l’assessore – nella vita quando si chiude una porta si apre un portone. Ecco allora che lunedì pomeriggio la mamma di un amichetto di scuola mi manda una foto di Alba con Arturo, un suo compagno di classe, che si tengono per mano, con questo messaggio: ‘Grazie a te e ad Alba…lei riesce a sfiorargli le mani…e il cuore’. L’ho interpretato come un segnale di speranza. È tutto nelle mani di noi genitori – osserva – i disabili saranno soli se noi decidiamo di lasciarli soli. Non se noi come società lavoriamo per la loro vera integrazione. Certo è che posso rendere Alba la bambina più abile del mondo, le posso garantire le migliori terapie, posso cercare per lei la scuola più preparata, ma se non sarà accolta dalla società come una persona e non come una handicappata il mio lavoro è stato del tutto inutile. Ecco perché – conclude – bisognerebbe iniziare a ragionare sul bene comune, partire dall’idea che sono tutti figli nostri, nonostante le diversità, e che ognuno di loro ha diritto alla felicità e non al primato di migliore”. 

Il post di Luca Trapanese ha avuto oltre 50 mila mi piace e tantissime condivisioni: una valanga di affetto “social” e inclusivo. “Io ed Alba volevamo ringraziarvi per i tanti messaggi ricevuti, ringraziare la stampa, le radio, e le tv che ne hanno parlato.
Vorrei ringraziare anche alcune persone impegnate nella Politica che hanno trattato il tema. Vorrei ringraziarvi anche a nome di tutti quei genitori con figli disabili che non hanno la stessa forza mediatica ma che ogni giorno sono costretti a subire piccole e grandi offese e nessuno li ascolta.  Mi auguro che da questa esperienza non emerga “il colpevole”, non ci serve a nulla, ma che tutta la società si attivi affinché nasca una nuova visione della disabilità, affinché sia chiara la differenza tra disabilità e malattia, affinché si possano creare risposte adeguate alle esigenze di tutti, soprattutto dei più fragili. Bisogna fare Cultura sul mondo della disabilità perché questa è la mancanza piu grave. Io ed Alba torneremo in quella spiaggia che ci piace tanto, Alba continuerà a giocare con quei bambini e ad arrampicarsi sulle giostre, con la consapevolezza che nella vita possiamo essere felici ma la felicità non dipende solo da noi!”.