Cronaca

Incidente asilo, le ferite invisibili: come elaborare il trauma con i bambini

Incidente asilo: cosa possiamo fare per i bambini che hanno vissuto la tragedia? L'intervista alla dottoressa Sclocco.

Nell’incidente all’asilo “1 maggio” dell’Aquila il piccolo Tommaso ha perso la vita; altri 5 bambini sono ricoverati a Roma e a L’Aquila. Una disgrazia improvvisa, a cui non si riesce a dare spiegazioni, accaduta in una manciata di secondi e che ha gettato nel dolore e nello sconforto una comunità intera, stretta adesso alla famiglia della piccola vittima, strappata alla vita a soli 4 anni, alle famiglie degli altri bambini feriti, dei bambini che hanno assistito inermi salvi per miracolo, alla mamma che ha lasciato un minuto la macchina per riprendere il proprio figlio a scuola.

La scuola, un posto sicuro e accogliente, quattro mura confortevoli che all’improvviso diventano teatro del dramma. Un incidente che racchiude un dramma enorme, da elaborare e trattare per chi resta, per chi non si dà pace. Come creare una connessione con i bambini? Come spiegare ed elaborare il trauma e lutto? Il Capoluogo ha raccolto il contributo della dottoressa Marinella Sclocco, psicoterapeuta che da sempre lavora sui traumi infantili. Abbiamo scelto di allegare all’articolo delle foto simboliche, elaborate proprio dai bambini in occasioni legate a un trauma, un lutto, una situazione di stress.

“Tommaso era al sicuro tra le mura della sua scuola per l’infanzia ed anche mamma e papà erano sereni. Sicuri che l’avrebbero riportato a casa nel pomeriggio. Era un giorno come un altro. Eppure tutto è andato storto. Un dramma insensato. E poi la morte. Nessun dolore, lutto, violenza dovrebbe mai riguardare i nostri bambini. E’ ingiusto accostare la loro vita alla morte. Eppure non funziona così. Si può’ accettare tutto questo? Come spiegarlo agli altri bambini? Come stare loro vicini? E’ un loro diritto vivere ciò che sta accadendo in famiglia o nella comunità, anche se si tratta di eventi tristi come la morte di qualcuno a cui si vuole bene? Hanno il diritto di capire cosa sta accadendo e di esprimere il dolore e la sofferenza? E’ giusto allontanarli pensando di tenerli fuori dal dolore o proprio in questo momento hanno bisogno di sentirsi di essere parte della famiglia o della comunità? Quante domande riguardano più noi, le nostre paure che loro? Mettiamoci in connessione con il loro cuore e creiamo uno spazio per ascoltare le loro domande e condividere la loro tristezza, cerchiamo di essere chiari ed accogliamo le loro lacrime. Abbiamo sempre tanto da imparare, da loro”.

Partendo da questo post che la dottoressa Sclocco ha pubblicato su Facebook cerchiamo di capire insieme a lei cosa possiamo fare, cosa possono fare le famiglie, la scuola, per accompagnare i bambini nell’elaborazione del trauma.

“Il momento storico sicuramente non aiuta, perchè siamo sottoposti a traumi continui: la pandemia, la guerra e oggi ci confrontiamo con una tragedia inspiegabile. Il rischio per i bambini che vivono tutto questo è quello di sviluppare un disturbo post traumatico da stress. Solitamente può comparire quando ci sentiamo o percepiamo di essere in pericolo di vita. A seguito di questi avvenimenti nel minore nasce il rischio di rivivere continuamente l’evento traumatico, sia attraverso immagini e pensieri, che incubi notturni. Nelle ore successive all’incidente le maestre dell’asilo hanno cercato di arginare lo shock, cercando di ‘edulcorare’ la tragedia. Non dobbiamo dimenticare che i bambini hanno una grande capacità di elaborare il lutto, i traumi, in modo naturale senza le sovrastrutture degli adulti. Il cervello dei bambini è in grado di elaborare i traumi, è molto elastico in questa fase della loro crescita. Il nostro compito, da adulti, da educatori, da genitori, è di rendere partecipi i bambini del ciclo della vita, senza dire bugie, dicendo con tatto solo la verità. Quando il bambino perde una figura cara, che sia un nonno o un amichetto, come è successo all’asilo, non dobbiamo dire che sta dormendo, creando così una sorta di aspettativa. Dobbiamo ascoltarli, dobbiamo condividere le loro domande, cercare delle risposte. Se vorranno partecipare alle esequie assecondiamoli, rendendo questo momento di saluto alla loro portata. Se vogliono portare un fiore, un disegno, un palloncino creiamo questa connessione. La produzione dei disegni è importante, perchè molti di loro con qualche matita colorata e un foglio bianco possono tirare fuori le emozioni”.

Incidente all’asilo, auto sfonda la recinzione e investe alcuni bambini

“Non dimentichiamo quella mamma, alla quale rivolgo un pensiero affettuoso, che ha lasciato la macchina un minuto per prendere il figlio a scuola. Anche lei oggi sta soffrendo, come e più degli altri. Questa donna porterà dentro di sè una ferita incedibile, un trauma, un senso di colpa difficile da colmare. Non facciamo i processi sui social, per le eventuali responsabilità ci sono altre sedi e non spetta a noi”.

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