Dillo al capoluogo

Insegnanti precari, quando il long Covid costa lo stipendio: oltre al danno la beffa

Insegnanti precari e long Covid, nuova lettera al Capoluogo: "Oltre al danno la beffa. Dopo il contagio e mesi di conseguenze Covid19, mi sono ritrovata senza stipendio. Quali diritti per i precari?". 

Insegnanti precari e long Covid, quando contagiarsi è un lusso. Nuova segnalazione al Capoluogo: “Oltre al danno la beffa. Dopo il contagio e mesi di conseguenze portate dal Covid19, mi sono ritrovata senza stipendio. Quali diritti per i precari?”. 

Al Capoluogo la lettera aperta di una docente precaria che dopo il contagio da Covid19 e due mesi e mezzo a casa per problemi causati dal long Covid, si ritrova a dover ‘restituire’ al Miur 1800 euro. Cioè un intero stipendio, più altri 400 euro. La lettera inviata alla nostra redazione.
“La scadenza del mio contratto è sempre più vicina, ma oltre a non conoscere il mio futuro, mi ritrovo già senza stipendio. Difficile essere un insegnante precario…
Ho scoperto di essere positiva dopo chiamata dalla Asl per sottopormi ad un tampone, poiché in una delle classi in cui insegno erano stati registrati alcuni casi positivi. Accertata la mia positività, mi sono negativizzata dopo ben 35 giorni, ai quali sono seguiti ulteriori due mesi di convalescenza per problemi dovuti al long Covid. Inizialmente manifestavo affanno e stanchezza, problematiche che mi hanno portato a fare esami specialistici, seguiti da una diagnosi che non mi ha permesso di tornare al lavoro. Nei mesi di malattia ho percepito il regolare stipendio, la triste sorpresa sul conto in banca c’è stata al momento del mio rientro a scuola, quando sono cominciate le trattenute dallo stipendio per ‘compensare’ quanto percepito nei mesi di malattia”. 

Io, insegnante precario: con Long Covid e senza stipendio

Quando un insegnante precario usufruisce per più di un mese della malattia, infatti, come vi avevamo già spiegato in un precedente articolo, scatta la riduzione di metà dello stipendio. Riduzione che, però, non viene spalmata nel corso dei mesi della malattia o di quelli immediatamente successivi. Di conseguenza, l’insegnante autrice della lettera aperta è rimasta senza l’intero stipendio di aprile e con una ulteriore detrazione di 400 euro dallo stipendio di maggio.
“Ho contratto il virus molto probabilmente in classe e ora continuo a pagarne le conseguenze. Non bastano gli strascichi fisici che sto tuttora affrontando, non posso neanche contare su un regolare stipendio ora, nel momento in cui le spese per le visite, i consulti e le medicine si fanno sempre più gravose, ripercuotendosi sull’intera famiglia. Mi chiedo, allora, se gli insegnanti precari abbiano qualche diritto o una qualche forma di tutela. La triste realtà è che un insegnante precario non può neanche chiedere che le detrazioni vengano rateizzate…perché ciò è previsto solo per gli insegnanti di ruolo. Il 30 agosto prossimo scadrà il mio contratto, lo stipendio invece, causa malattia forzata, è sparito ancor prima del previsto. Non abbiamo diritti, né rispetto”. 

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