Cronaca

Morto a 37 anni per overdose: 2 indagati

2 indagati per la morte di Marco Zingo provocata da un'overdose: il giovane fu ritrovato senza vita nel bagno del terminal.

Per la scomparsa di Marco Zingo, aquilano molto noto in città, morto a soli 37 anni per overdose, ci sono 2 indagati. Il corpo del giovane era stato rinvenuto il 16 marzo 2021 nel bagno del terminal di Collemaggio.

Di Marco Zingo si erano perse le tracce il giorno prima del ritrovamento del corpo: originario di Paganica, era molto conosciuto nell’aquilano in virtù della sua attività commerciale, una paninoteca a Fonte Cerreto. Poco più di un anno dopo, le indagini per la sua morte sono arrivate a una svolta: sono stati individuati i presunti spacciatori che avrebbero ceduto al giovane la dose risultata fatale. Si tratta dell’aquilano Sabatino Cerone, 49 anni ed Erika Masiero, 45 anni, di Rovigo, ma residente all’Aquila, entrambi assistiti dall’avvocato Fabio Cassisa. A carico di Cerone anche una serie di messaggi scambiati con la vittima il giorno del decesso e alcune intercettazioni di un colloquio avuto con la compagna.

“La signora Masiero sarebbe stata raggiunta dall’obbligo di presentazione alla PG, laddove detta richiesta cautelare, ancorchè formulata dal PM, Dr. Stefano Gallo, è stata rigettata dal GIP, Dr. Marco Billi con ordinanza cautelare; Sabatino Cerone sarebbe stato raggiunto dalla misura cautelare della custodia in carcere con riferimento all’imputazione provvisoria di cui all’art. 586 cp (morte quale conseguenza di altro delitto), laddove detta richiesta cautelare, ancorchè formulata dal PM, Dr. Stefano Gallo, è stata rigettata con l’ordinanza cautelare dal GIP, Dr. Marco Billi, il quale ha invece ritenuto la sussistenza di elementi probatori idonei per disporre la misura cautelare unicamente per le residuali ipotesi delittuose c.d. “di droga parlata”, vale a dire ipotesi accusatorie di detenzione e/o cessione di sostanza stupefacente (risalenti al periodo Marzo – Aprile 2021) supportate da intercettazioni di comunicazioni e non anche da sequestro di sostanza stupefacente”, ha spiegato con una nota inviata al Capoluogo il legale dei due indagati, Fabio Cassisa, che ha fatto appello al Tribunale del Riesame avverso la misura cautelare.

I familiari della vittima sono assistiti dall’avvocato Isidoro Isidori.

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