Cultura

Tutti i Santi giorni, 1° maggio: San Giuseppe Artigiano

Per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 1° maggio, San Giuseppe Artigiano e la basilica aquilana.

Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 1° maggio, San Giuseppe Artigiano e la basilica aquilana.

Il 1° maggio si festeggia San Giuseppe Artigiano. Nel giorno della Festa dei Lavoratori, si celebra anche San Giuseppe artigiano, spesso chiamato anche carpentiere, falegname o semplicemente lavoratore. Il padre putativo di Gesù è considerato protettore non solo di tutti i lavoratori, ma anche dei moribondi, dei procuratori legali, degli economi e, ovviamente, dei padri, fu uno dei più grandi esempi di umiltà e di fede incondizionata di tutta la storia della Chiesa. È stato, inoltre, scelto come Santo protettore sia da ordini e congregazioni religiose che da laici, tanto che nel 1955 papa Pio XII istituì la ricorrenza di San Giuseppe lavoratore, proprio il 1° maggio, per permettere ai lavoratori cattolici di condividere questa festa con i colleghi atei. Per approfondire la figura di San Giuseppe si rimanda all’articolo https://www.ilcapoluogo.it/2022/03/19/tutti-i-santi-giorni-19-marzo-san-giuseppe-nel-presepe-di-saturnino-gatti/
In Matteo (Mt 13,55) la professione di Giuseppe viene nominata quando si dice che Gesù era figlio di un “téktón”. Il termine greco è un titolo generico che veniva usato per coloro che erano impegnati in attività economiche legate all’edilizia; dunque, San Giuseppe non era necessariamente un falegname, ma forse uno scalpellino o un carpentiere. Una delle raffigurazioni più frequenti del Santo è quella in cui viene ritratto al banco con la pialla in mano e la sega accanto.

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La basilica di San Giuseppe Artigiano a L’Aquila, precedentemente nota con il titolo di San Biagio d’Amiterno e in antichità con quello di San Vittorino, è situata nel quarto di San Pietro. Deve la sua realizzazione ai castellani di Amiterno che contribuirono alla fondazione della città dell’Aquila alla metà del XIII secolo e che ottennero di erigere, nei locali loro destinati, una chiesa omonima a quella venerata nel castello di origine. Gravemente danneggiata dal terremoto del 2009, è stata restaurata a partire dal 2011 e riaperta al pubblico il 22 luglio 2012. Il 20 maggio 2013 è stata elevata al rango di basilica minore, la terza della città dopo quelle di Santa Maria di Collemaggio e San Bernardino. La primitiva intitolazione della chiesa era dedicata a Vittorino di Amiterno, martire sotto Marco Cocceio Nerva nel I secolo d.C. e sepolto proprio a San Vittorino, attestata sin dal 1257. Il primitivo edificio scomparve in seguito alla distruzione della città ad opera di Manfredi nel 1259 e venne ricostruito nel nuovo processo di fondazione a partire dal 1266. Invece solo dal 1326 viene menzionato un luogo di culto dedicato a San Biagio: si tratta forse della stessa chiesa cui fu imposto il cambio di denominazione, probabilmente in seguito a una seconda ricostruzione avvenuta a causa al terremoto del 1315. Dall’analisi dei paramenti murari trovati nei pressi della chiesa attuale e dei resti architettonici visibili è stato ipotizzato che l’edificio originario fosse orientato perpendicolarmente all’attuale, con la facciata posta in direzione di piazza del Duomo. Questa teoria troverebbe riscontro anche nella rappresentazione grafica della pianta dell’Aquila, realizzata da Girolamo Pico Fonticulano e incisa da Jacopo Lauro nel 1600. Variamente rimaneggiata, al XV secolo possono essere ricondotte le decorazioni pittoriche delle pareti e il monumento equestre dedicato a Pietro Lalle Camponeschi, realizzato in stile tardo gotico nel 1432 da Gualtiero d’Alemagna. Il terremoto del 1703 distrusse completamente la chiesa di San Biagio che venne ricostruita a partire dal 1708, finanziata anche attraverso la vendita delle pietre delle mura e della torre crollata. I lavori, tuttavia, procedettero molto lentamente tanto che nel 1748 l’edificio non era ancora concluso: la parte superiore della facciata non fu mai completata ed è lasciata con il paramento murario a vista, per sopraggiunte problematiche economiche. Nel 1754 la parrocchia venne privata dei privilegi di cui godeva da cinque secoli; dopo qualche anno, non vi vennero celebrate più le funzioni religiose. Fu solo a partire dalla fine del XIX secolo che si procedette al recupero dell’edificio con il ripristino dell’antico pavimento quattrocentesco e la tinteggiatura delle pareti e delle volte. La chiesa, ormai sconsacrata, rimase comunque abbandonata e venne usata, durante la Seconda guerra mondiale, come dormitorio per i soldati. Dal 2008 l’edificio diventò parrocchia universitaria con il nuovo nome di San Giuseppe Artigiano.

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