Cultura

Tutti i Santi giorni, 28 aprile: San Panfilo

Per la rubrica "Tutti i Santi giorni", San Panfilo, patrono di Sulmona e Ocre. La devozione dei pastori raccontata da Ignazio Silone.

Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 28 aprile, San Panfilo, patrono di Sulmona e Ocre. La devozione dei pastori raccontata da Ignazio Silone in Fontamara.

Il 28 aprile si celebra la memoria di San Panfilo. San Panfilo nacque nel VII secolo in Abruzzo, in una località nei dintorni di Sulmona. Era figlio di un pagano che lo ripudiò allorquando si convertì al Cristianesimo. La leggenda agiografica racconta che il padre gli ordinò di salire sopra un carro e di scendere da Pacile – un’area fortificata del Colle Mitra posta a 6 km a sud est della città, sul confine tra i comuni di Sulmona, Cansano e Pettorano sul Gizio – fino alla valle del fiume Gizio. Era un percorso molto impervio, con il crinale della montagna molto ripido, così che il carretto sarebbe potuto facilmente precipitare. Tuttavia, le ruote affondarono nella dura roccia, in modo che Panfilo riuscì a scendere agevolmente a valle. La memoria popolare vuole che ancora oggi si possano scorgere, sui fianchi del monte, le orme dei buoi e i solchi prodotti dalle ruote del carro.
Durante il pontificato di Papa Sergio I, fu eletto vescovo di Sulmona nel 682: la tradizione lo descrive come persona di animo molto generoso e gentile, impegnata a diffondere il cristianesimo tra i Longobardi. Fu vescovo saggio, benefico, sommamente generoso; ciononostante, non gli fu risparmiata l’accusa di nutrire tendenze ariane. San Panfilo, allora, si presentò a Roma, presso il Pontefice, dimostrando di non aver mai sostenuto e insegnato altre dottrine se non quelle proclamate a difese dalla Chiesa. Tornato a Sulmona scagionato dall’infamia, riprese le sue pratiche di pietà e la ferma guida della diocesi. Il Martirologio Romano afferma che morì a Corfinium, di cui fu probabilmente anche vescovo, presso la basilica di San Pelino da Brindisi, concattedrale della diocesi Valvense. Sin da subito fu venerato dai cittadini, e sepolto fuori le mura presso un campo: da lì i resti mortali furono traslati in quella che poi divenne la cattedrale a lui intitolata. San Panfilo è il risultato di una serie di stratificazioni architettoniche avvenute durante i secoli, a partire probabilmente da una preesistente edificazione su un tempio di epoca romana. La chiesa, in origine dedicata a Santa Maria, fu eretta per ospitare il santo corpo e subì una serie di trasformazioni già nel XII secolo, quando gli fu intitolata. Le prime notizie documentate sono del Chronicon Casauriense, del XII secolo, in cui si legge di un importante intervento di rinnovamento delle strutture sin dal 1075, voluto dal vescovo Trasmondo e terminato nel 1119 da Gualtiero. Le spoglie di San Panfilo riposano in un sarcofago posto nella cripta del nuovo duomo settecentesco.

san panfilo tutti i santi giorni

Molto amato in Abruzzo, è il santo patrono della città di Sulmona, Ocre, Spoltore e Scerni, dove sono sorte chiese a lui dedicate.
Per quanto riguarda la chiesa di San Panfilo d’Ocre, un atto notarile datato al 7 marzo del 932 afferma che nel territorio forconese di Ocre era presente una ecclesiam Sancti Pamphili, già esistente da tempo, tanto che intorno ad essa si era sviluppata una corte piuttosto popolata, forse legata ad un preesistente insediamento longobardo. La chiesa, a pianta rettangolare, si trova nell’omonima contrada e conserva un aspetto romanico, seppure attraverso i numerosi rimaneggiamenti: spicca la tipica facciata aquilana a coronamento orizzontale, con il piccolo portale architravato, sormontato un oculo. L’interno, a tre navate, scandite da tre arconi a tutto sesto impostati su pilastri, presenta una copertura a capriate lignee. Di notevole interesse sono gli affreschi cinquecenteschi, attribuiti alla scuola di Saturnino Gatti, che ricoprono le pareti della cappella del transetto, e quelli posti nelle edicole d’altare sulle pareti laterali.
Una curiosità: la chiesa di San Panfilo era meta della devozione transumante, sia nel viaggio di andata che in quello di ritorno. Da ricordare, a tale proposito, come in Fontamara Ignazio Silone narri che i pastori migranti verso le Puglie attaccavano sul basto dei muli – incaricati di trasportare le masserizie della carovana – una immagine di San Panfilo vescovo. Inoltre, fino alla metà del secolo scorso, in occasione della festa del Santo, davanti alla chiesa si svolgeva la contrattazione per fissare il prezzo del raccolto annuale dello zafferano.

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