Tradizioni pasquali

La pizza di Pasqua di nonna Maddalena: un rito che si rinnova

Sulle tavole degli aquilani non può mancare la tradizionale pizza di Pasqua: la ricetta di nonna Maddalena.

Sulla tavola della colazione pasquale non può mancare la classica pizza di Pasqua “lievita”, un caposaldo della tradizione abruzzese, la cui genesi si perde nella notte dei tempi.

In Abruzzo, ma un po’ in tutta Italia, soprattutto quella centrale, i pani dolci come la pizza di Pasqua oltre che nelle forme tradizionali, venivano e vengono tuttora preparati sotto forma di animali (il gallo, il cavallo), di piante (la spiga del grano), di figure femminili e maschili, che rievocano il concetto antico della Dea madre, di rinascita, di fertilità, di abbondanza. In particolare i pani a mo’ di bambola o cavallo venivano dati in dono tra fidanzati che usavano scambiarsi tali dolci durante una sontuosa cerimonia, avente luogo durante la festività di Pasqua, come segno di buon augurio e fertilità.

pizza di pasqua

Anche l’uovo sodo si ricollega con la sacralità della Pasqua e della Resurrezione del Cristo: in alcune preparazioni l’uovo è posto al centro del pane sorretto da due strisce di pasta incrociata, come se fosse su un altare.

La ricetta della pizza di Pasqua è quasi sempre la stessa, legata a rituali, a storie di cui si perde la memoria con il passare del tempo.

Tra le tante storie legate alla pizza di Pasqua, il Capoluogo ne ha scelta una molto antica, che ha più di 100 anni ed è legata a una nonna aquilana, Ines, che di pizze ne ha preparate a tonnellate nella sua vita fin da quando era bambina.

Non l’ha fermata la guerra, l’arrivo di 3 figli maschi e nemmeno il terremoto del 6 aprile 2009. Anche quell’anno, riuscì a mettere in tavola la pizza di Pasqua per la sua numerosa famiglia e le tante persone che aveva ospitato in quel periodo difficile… Poteva mai fermarla il Coronavirus? Durante il primo lockdown, con un po’ di fortuna riuscì a recuperare il tanto ambito lievito di birra, fondamentale per la riuscita della piazza.

pizza di pasqua

“La pizza di Pasqua fa parte della storia della mia famiglia. Mia mamma Maddalena tutti gli anni, come tante altre madri, faceva la versione classica e poi la bambola per me, che era considerata di buon augurio e per i maschietti il cavalluccio”, ricorda nonna Ines al Capoluogo. Tanta nostalgia per quei momenti semplici, fatti anche di intimità tra mamma e figlia, di confidenze, di racconti… “Ricordo quei momenti con mia mamma in cucina con grande nostalgia. C’era serenità e complicità, lei mi insegnava e io diligente come un soldatino eseguivo. Se ne facevano perlomeno 3 di pizze: una era salata, una era dolce e con il terzo pezzo si facevano le bambole e i cavallucci”.

Prima non c’erano gli sbattitori elettrici quindi la realizzazione della pizza era anche un lavoro faticoso: “lavoravamo almeno 20 uova con dei gesti che erano sempre gli stessi, che ripetevamo ogni anno come se fosse un rituale”. Poi, una volta cotte insieme gli altri dolci della tradizione della famiglia di Maddalena, le pizze di Pasqua non potevano essere toccate fino a mezzogiorno del Sabato santo, “quando per tradizione venivano sciolte le campane e il prete veniva a benedire le case. A quel punto era festa e noi bambini finalmente potevamo gustare i nostri dolci“. Sulla tavola della famiglia di nonna Maddalena non c’erano solo la pizza e le bambole ma tantissimi altri dolci che erano stati preparati il giorno prima: le immancabili ferratelle, sottili e croccanti, i panzerotti dolci di ricotta e la zuppa inglese che venivano gustati dopo il lauto pranzo della domenica di Pasqua. “Posso dire che le pizze di Pasqua hanno un forte carico simbolico, sono scrigni di storia. Si tratta di una ricetta rimasta praticamente invariata nel corso dei tempi. Pur impiegando materie prime semplici, che provengono dalla cultura contadina, la Pizza di Pasqua è una realtà anche complessa, crogiolo di culture, tradizioni, riti fatti di leggende miste a fede, mistero e anche magia, ed è per questo che possiamo a buon diritto dire che questi pani dolci rappresentano una nostra consolidatissime tradizione”, conclude.

pizza di pasqua

Nonna Ines ha voluto condividere con i lettori del Capoluogo non solo la storia della “sua pizza”, ma anche la ricetta.

Per questa versione ha usato una teglia di circa 50 cm x 30

Ingredienti: 

6 uova intere
220 grammi di zucchero
1 bicchiere di olio di oliva
1 bicchiere e mezzo di latte
40 grammi di lievito di birra
2 limoni grattugiati
qualche semino di anice
800 grammi di farina e a piacere anche del cedro candito

Battere le uova con lo zucchero e aggiungere prima un pò di farina setacciata, l’olio, il latte, la buccia del limone, i semi di anice, il lievito di birra e in ultimo la restante farina. Dopo aver amalgamato tutto, nonna Ines lavora l’impasto sul piano, lo lascia riposare 2 ore e poi viene trasferito nella teglia unta con l’olio per la seconda lievitazione. La pizza viene quindi spennellata con un uovo intero battuto con un pochino di latte e poi cotta in forno caldo a 170°, modalità statico, per almeno 35 minuti.

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