Le emozioni, 13 anni dopo

L’Aquila 5 aprile, l’ultimo giorno della nostra prima vita

"5 aprile, l'ultimo giorno della nostra prima vita". La lettera aperta dell'aquilana Maria Filieri. "Non dimentico niente. Il mio corpo lo sa, me lo ricorda ogni anno. È portare il lutto in modo condiviso: lo riconosci negli occhi di chi c'era".

Il 5 aprile non potrà mai più essere un giorno qualunque per gli aquilani. La lettera aperta della giovane aquilana Maria Filieri, 13 anni dopo. Lei che, all’epoca del sisma, aveva 17 anni.

L’Aquila 5 aprile 2022, 13 anni dopo il sisma che ha cambiato le nostre vite.
Le emozioni di una giovane aquilana, Maria Filieri. Anche la sua vita è cambiata dopo quel giorno.
“Ogni anno oggi è giornata di bilanci, faccio considerazioni su ‘dove sono’, che ‘strada ho fatto’, ‘quanto ho meritato la mia seconda possibilità’. C’è chi lo fa a capodanno, chi il giorno de proprio compleanno e io lo faccio oggi, l’anniversario dell’ultimo giorno nella mia prima vita.
Sarò sincera: È una tortura. Come mai potrò sentirmi all’altezza di un confronto tanto grande?
Ho avuto la possibilità di avere altri giorni, di fare altre scelte, di fare un sacco di errori persino. Esiste regalo più grande del tempo?Avevo 17 anni e pensavo di aver capito tutto, pensavo di essere grande, di sapere già cosa fosse importante e letteralmente ‘dalla notte al giorno’ mi è stata impartita una grande lezione, talmente grande che sto ancora metabolizzando e cercando di impararla del tutto nonostante siano passati 13 anni.
La cosa peggiore è che non dimentico niente, non sfuma neanche il più piccolo dettaglio dai miei ricordi.
Vista con un’altra lente, questa è anche la cosa migliore perché io non voglio veramente dimenticare“.

È come se fosse tutto cristallizzato e fermo lì, in una linea del tempo parallela in cui avrò sempre 17 anni e penserò sempre di sapere già tutto. La cosa più assurda poi è che il mio corpo lo sa, lo ricorda e me lo ricorda ogni anno, puntuale come mai.
È portare il lutto in un modo particolare e condiviso, lo riconosci negli occhi di chi c’era.
E ogni anno comincia sempre il giorno prima, giorno in cui tutti eravamo ignari di come sarebbe poi andata.
Vedo il sole fuori e penso che c’era il sole anche quel giorno, guardo il cielo e non posso fare a meno di chiedermi di nuovo ‘come sarebbe andata se avessimo saputo?’.
Continuo a concentrarmi sulla mia lezione, su ciò che devo ancora capire da quel giorno e a mettere in pratica quello che ho già capito.
Me lo devo, e glielo devo.
Oggi/stanotte/domani non potrò essere nell’unico posto in cui vorrei essere, ma come succede sempre quando fisicamente non posso partire, testa, cuore e anima sono già in viaggio.
Per ora è tutto”.

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Capoauguri
Tantissimi auguri a Maria Filieri!