Campomizzi: i lavoratori e gli studenti universitari, un centinaio in tutto, si sono ritrovati oggi e hanno occupato simbolicamente la sede per tutelare il diritto allo studio. Un diritto allo studio messo in forse dall’ipotesi concreta che dal prossimo settembre gli studenti potrebbero trovarsi senza servizi essenziali quali la mensa e la residenzialità perchè, secondo il protocollo d’Intesa elaborato tra Ministero della Difesa, Regione Abruzzo e Comune dell’Aquila il 5 febbraio del 2023 la caserma Campomizzi dovrà essere restituita alla Difesa.
La casa dello studente, insieme alla mensa, si trovava fino al terremoto del 6 aprile 2009 in via XX settembre; nel crollo nell’edificio persero la vita 8 studenti. La dislocazione presso la caserma Campomizzi ha consentito in questi 13 anni di avere una residenza universitaria nel capoluogo d’Abruzzo, l’unica, con una capienza di 360 posti letto. Non solo un servizio essenziale per gli universitari, ma un posto che dà lavoro c come indotto a circa 60 unità che, potrebbero trovarsi dal prossimo agosto senza un’occupazione. “L’Aquila rischia di essere mutilata nella sua vocazione di città universitaria. La chiusura della Campomizzi è un delitto nei confronti di quegli studenti ‘ fragili’ che non avrebbero altra soluzione se non quella di cambiare città e università”, spiega al Capoluogo Luigi Antonetti, segretario provinciale Filcam Cgil che sta manifestando pacificiamente con gli studenti e con i lavoratori.
Campomizzi, occupazione simbolica per tutelare il diritto allo studio
Per studenti e lavoratori anche un’altra doccia fredda:” Abbiamo saputo – continua Antonetti – che il Ministero della Difesa non ha ricevuto nessuna richiesta da parte della Regione Abruzzo per un proroga che possa così consentire alla Campomizzi di non chiudere. In atto non c’è nessuna strategia utile, in attesa che si concludano anche i lavori per avere una sede definitiva 13 anni dopo il sisma del 6 aprile 2009″.
“Cerchiamo semplicemente di capire quali sono i mezzi a disposizione per ottenere una qualunque forma di garanzia: a oggi abbiamo solo chiacchiere e nessuna concretezza. Il diritto allo studio dei nostri ragazzi, il motore e il futuro del popolo sono stati seriamente violati da una politica sorda e cieca alle loro esigenze”, conclude il segretario.
