Il caso

“Quando la donna dice no, vuole dire sì”: lezione choc a Univaq

La denuncia dell'associazione Fuori Genere: "All'Univaq lezione di psicologia dai contenuti allarmanti".

La denuncia dell’associazione Fuori Genere: “All’Univaq lezione di psicologia dai contenuti allarmanti”.

“Riceviamo la segnalazione di una lezione di psicologia dai contenuti alquanto allarmanti, tenutasi ieri pomeriggio presso l’Univaq”. Lo scrive l’associazione Fuori Genere, che spiega: “In particolare un professore ha mostrato a studentesse e studenti due slide sull’argomento ‘L’ascolto come capacità di interpretazione’, elencando poi le caratteristiche di quello che sarebbe “l’italiano delle donne” e “l’italiano degli uomini”. Trascriviamo a questo punto questo prezioso dizionario di genere:
L’italiano delle donne:
– Sì = No
– No = Sì
– Forse = No
– Mi dispiace = Ti dispiacerà
– Abbiamo bisogno = Voglio
– Decidi tu = La decisione dovrebbe essere ovvia
– Dobbiamo parlare = Ho bisogno di lamentarmi di qualche cosa
– Certo, fallo pure se vuoi = Non voglio che tu lo faccia
– Sei così virile… = Hai bisogno di raderti
– Spegni la luce = Ho la cellulite
– Devi imparare a comunicare = Devi solo essere d’accordo con me
– Mi ami? = Sto per chiederti qualcosa di molto costoso”

L’italiano degli uomini:
– Ho fame = Ho fame
– Ho sonno = Ho sonno
– Sono stanco = Sono stanco
– Cosa c’è che non va? = Con quale insignificante trauma psicologico auto inventato stai combattendo?
– Sì, mi piace il tuo taglio di capelli = 50 euro e non è cambiato nulla
– Andiamo al cinema? = Mi piacerebbe fare sesso con te
– Posso portarti fuori a cena? = Mi piacerebbe fare sesso con te
– Posso avere l’onore di un ballo? = Mi piacerebbe fare sesso con te
– Sembri tesa, ti faccio un massaggio? = Mi piacerebbe fare sesso con te
– Ti amo! = Voglio fare sesso con te, ora!
– Parliamo = Sto solo cercando di fare una buona impressione su di te in modo che tu creda che sono una persona profonda e sensibile e forse allora accetterai di fare sesso con me”

“Ci sembra assurdo – scrivono dall’associazione – che quello che somiglia ad un post ilare (e piuttosto cringe…) da social network sia stato il contenuto di una vera lezione universitaria, di psicologia oltretutto, disciplina che avrebbe lo scopo di liberare l’essere umano proprio da certi stereotipi e superficiali semplificazioni. I pregiudizi ed il qualunquismo di cui sono permeate le righe sopracitate puntano pericolosamente ad accentuare il divario tra donna e uomo, screditando sia l’una che l’altro e nutrendo degli stereotipi fortemente dannosi, talmente evidenti che è inutile sottolinearli, ma in particolare rabbrividiamo nel vedere in una slide accademica, il pericolosissimo concetto secondo cui quando una donna dice NO in realtà significa Sì, andando a solidificare ed accrescere i bias cognitivi ed emotivi di quella che è la cultura dello stupro. È inaccettabile che tale messaggio passi all’interno delle aule di un’università. Ci aspettiamo che le psicologhe e gli psicologi di domani siano formatə  affinché sappiano rispettare l’unicità di ogni singolo individuo, a prescindere dal genere d’appartenenza, e soprattutto ci aspettiamo che le studentesse e gli studenti possano servirsi di figure di riferimento che abbiano una mentalità aperta e si siano emancipate da determinati dogmi tipici della cultura patriarcale che proprio non dovrebbe entrare nelle università o nelle scuole di qualsiasi grado. Vorremmo ricordare al professore in questione che ci troviamo in un periodo storico in cui si fa sempre più necessaria e fortemente voluta una decostruzione di determinati schemi, ormai del tutto anacronistici rispetto alla consapevolezza e alle esigenze delle e dei giovani d’oggi e che egli ha una grande responsabilità nel momento in cui si rapporta con delle menti ancora in via di sviluppo: è pertanto fondamentale una grande attenzione ai messaggi che si veicolano all’interno di un luogo in cui le persone vanno per imparare e per essere “educatə”, ovvero diventare sé stessə. Consapevoli che nell’Ateneo della nostra città sono presenti docenti di grande professionalità e spessore culturale e umano, ci auguriamo che l’Università prenda provvedimenti riguardo questo grave caso di mala-educazione e che sia in grado di prevenirne altri in futuro. Ci chiediamo infatti a questo punto quale sia il ruolo delle università e in generale dell’educazione scolastica, che è uno specchio della società stessa. Ci rendiamo conto che in questo ambito esistano rapporti di potere, che collocano il binomio studente-insegnante all’interno di un rapporto di verticalità, per cui dissentire non sempre è facile, soprattutto quando siamo educatə al valore dell’obbedienza sin da piccolə. Ma sappiamo che è la disobbedienza ad attivare il cambiamento: sappiamo che a volte è necessario dire quel “NO”, che significa “NO”, per spezzare le catene che imprigionano la nostra mente e la nostra vita.
A tal proposito invitiamo le studentesse e gli studenti a tenere sempre vivo un sano pensiero critico e ad avere il coraggio di contestare sempre tali manipolazioni culturali all’interno di un sistema che dovrebbe tutelare proprio la dinamicità dell’intelletto umano. Sappiate che nel farlo non sarete mai solə. Se qualcunə avesse altri episodi simili da segnalare può scrivere un messaggio alla nostra pagina. La cultura è libertà: tuteliamola!”.