Il censimento istat

Abruzzo, meno 13mila residenti in un anno: L’Aquila la provincia che perde più abitanti

Quasi 13mila residenti in meno in Abruzzo a un anno di distanza, dal 2019 al 2020. Il decremento più importante si registra in provincia dell'Aquila, che ha, purtroppo, anche l'incremento più elevato del tasso di mortalità. 

Quasi tredicimila persone in meno residenti in Abruzzo a un anno di distanza, cioè dal 2019 al 2020. Il decremento più importante si registra in provincia dell’Aquila, che, purtroppo, fa anche registrare il dato più alto nell’incremento del tasso di mortalità.

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Alla data del 31 dicembre 2020 si contano 1.281.012 residenti dal Censimento permanente Istat12929 unità in meno rispetto all’edizione del 2019. Pescara è la provincia con la densità abitativa più elevata, con 255 abitanti per km2, mentre a L’Aquila la densità abitativa è di appena 58 abitanti per km2. Nello specifico della provincia aquilana la popolazione della regione rappresenta il 22,7% della popolazione regionale e occupa poco meno della metà del territorio. Tra il 2019 e il 2020 la popolazione è diminuita in tutte le province abruzzesi, in particolare proprio la provincia dell’Aquila registra il maggior decremento, sia in termini assoluti, con -4027 unità, sia in termini relativi, -1,4%. Seguono Chieti, Teramo e Pescara. Tra i dati che emergono dal censimento, spicca anche il fatto che solo 60 dei 305 Comuni d’Abruzzo non abbiano subito perdite tra la popolazione. A fare registrare, invece, il massimo incremento di residenti, equivalente a +568 unità, è quello di Francavilla al Mare.
In 245 Comuni la popolazione diminuisce: le perdite più consistenti si registrano nei Comuni di Teramo, -1522, Chieti, -1148 e Pescara, -1096.

Il decremento riscontrato risulta ascrivibile principalmente al deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti: una tendenza, tuttavia, ulteriormente aggravata dal Covid19. L’eccesso di decessi, direttamente o indirettamente riferibile alla pandemia, ha comportato in regione l’incremento del tasso di mortalità dall’11,3% del 2019 al 12,4% per mille del 2020: con il picco del 12,8% per mille fatto registrare dalla provincia dell’Aquila.
Sulla natalità, invece, gli effetti sono meno immediati: del resto il calo delle nascite si registrava già nel 2020 ed è, quindi, riconducibile a fattori esistenti ben prima del Covid19. Tra il 2019 e il 2020 il tasso di natalità è sceso dal 6,6 al 6,4 per mille, con un calo maggiore per Chieti e Teramo.
Per quanto riguarda la componente della popolazione, anche il 2020 conferma la tendenza della struttura prevalentemente femminile nel genere dei residenti in Abruzzo. Le donne, infatti, rappresentano il 51,2% del totale, superando gli uomini di 30mila unità. Dal punto di vista dell’età, inoltre, la popolazione abruzzese presenta, nel 2020, una struttura per età sensibilmente più anziana rispetto al resto del Paese.

piramide di età popolazione abruzzo 2020 censimento Istat
Abruzzo, popolazione sempre più anziana

L’età media, sostanzialmente stabile rispetto al 2019, è di 46,3 anni contro i 45,4 della media nazionale. Aumentano sia l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14), che passa da 198,5 del 2019 a 202,5 del 2020, sia l’indice di dipendenza degli anziani (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età 15-64), da 38,3 a 39,2.
A livello provinciale, Pescara presenta la struttura demografica più giovane, con un’età media di 45,8 anni e l’indice di vecchiaia inferiore a 200 (188). All’opposto, le province di Chieti e L’Aquila hanno strutture demografiche più invecchiate, in cui l’età media supera i 46 anni e dove ci sono più di 210 persone con età superiore a 65 anni ogni 100 ragazzi tra 0 e 14 anni (indice di vecchiaia). Anche l’indice di dipendenza degli anziani risulta particolarmente elevato (rispettivamente 41 e 40 contro la media regionale di 39,2). 

La popolazione straniera della regione ammonta a 82568 residenti, facendo registrare una diminuzione di circa mille unità, -1,1% rispetto al censimento del 2019. Il recesso della popolazione straniera ha aggravato il decremento di quella complessiva (-12.929 persone). La popolazione straniera residente in Abruzzo è mediamente più giovane rispetto alla componente di nazionalità italiana. L’età media è di 35,9 anni contro 46,3 anni dei residenti totali e la presenza maschile è minore (88,3 stranieri ogni 100 straniere e 95,4 residenti maschi ogni 100 residenti femmine). Rispetto ai valori medi regionali, la provincia di L’Aquila è quella con la popolazione straniera più giovane (età media 34,8 anni). Il 61,5% dei cittadini stranieri dimoranti in regione proviene dall’Europa, il 19,7% dall’Africa, il 12,9% dall’Asia e il 5,8% dall’America. Gli stranieri presenti provengono da 165 Paesi del mondo, ma sono concentrati in un numero abbastanza ristretto di collettività: le prime dieci totalizzano il 73% della presenza straniera; nel dettaglio solo le prime tre (cioè cittadini provenienti da Romania, Albania e Marocco) sono quasi la metà del totale degli stranieri, vale a dire il 49,3%. È la comunità rumena la prima in regione per numero di componenti, rappresenta il 26,1% degli stranieri censiti nel 2020 (il dato nazionale è al 20,8%). Al secondo posto c’è la comunità albanese, al 13,3%. 

Famiglie.
Al 31 dicembre 2019 vivono in Abruzzo 550947 famiglie, lo 0,5% in più rispetto all’anno precedente, con un numero medio di componenti per famiglie di 2,3 unità: dato identico alla media nazionale.
In quanto a struttura, la tipologia più frequente è quella unipersonale, seguono le famiglie con due componenti: quelle più numerose, con 3 e 4 componenti, rappresentano circa il 35% del totale.
I sei comuni con la maggiore dimensione familiare sono: Luco dei Marsi, Cappelle sul Tavo, Rosciano, Castiglione Messer Raimondo, Morrodoro e Sant’Egidio alla Vibrata. Viceversa sono 7 i Comuni con la minore dimensione familiare, di cui Cappadocia e Santo Stefano di Sessanio in provincia dell’Aquila.

 

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