Cultura

Tutti i Santi giorni, 21 marzo: San Serapione

Per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 21 marzo, San Serapione di Thmuis.

Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 21 marzo, San Serapione di Thmuis.

Il 21 marzo ricorre la memoria di San Serapione di Thmuis. Pur molto celebrato nella storia della Chiesa come uomo di grande cultura e di profonda spiritualità, le notizie agiografiche su San Serapione sono scarne e frammentarie, poiché indirettamente tratte da altre fonti. Se ne ignorano sia i riferimenti cronologici e relativi alla sua origine, sia il luogo di morte.
Dopo essere stato preposto alla scuola catechetica di Alessandria, visse come anacoreta nel deserto per alcuni anni, conducendo vita eremitica e divenendo discepolo di Sant’Antonio abate; questi, alla sua morte gli lasciò una delle sue tuniche di pelle di pecora, secondo quanto riporta la tradizione tramandata da Sant’Atanasio; poi, in una data collocabile tra il 340 e il 356, fu eletto vescovo di Thmuis, città del basso Egitto. Negli anni delle dispute tra le correnti filosofiche del primo cristianesimo, San Serapione fu strenuo difensore di quanto sancito nel Concilio di Nicea, accanto ad Atanasio, con cui ebbe una lunga relazione epistolare. Ed è questa l’unica fonte documentale certa per ricostruire la sua attività, culminata con l’esilio comminatogli da Costanzo II. Serapione, infatti, fece parte di una commissione di cinque vescovi egiziani che andarono dall’imperatore con l’intenzione di intercedere per S. Atanasio, ma la missione fallì e lo stesso vescovo venne cacciato dagli ariani dalla sua sede e sostituito con Tolomeo. Morì poco dopo il 362 e la sua festa è fissata dal Martirologio Romano al 21 marzo.

La tradizione gli attribuisce numerosi scritti, dei quali è stata ritrovata un’opera contro i manichei, già erroneamente attribuita ad Atanasio, e un Euchologion o sacramentario: una raccolta di 30 brani, sotto forma di preghiere liturgiche, destinato al celebrante con precisazioni sulla messa, il battesimo, l’ordine, la benedizione di olio, pane ed acqua e la sepoltura. Il testo fornisce indicazioni molto interessanti sui particolari della vita della chiesa nell’Egitto del secolo IV.
San Serapione viene citato da San Girolamo nel suo “De viris illustribus”, dove lo definisce “Scolastico” per la sua sapienza, e che attribuisce, oltre al trattato contro i manichei, un altro trattato sui Salmi, e oltre 55 lettere.

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