L'approfondimento

Ucraina, i comuni guidano la macchina dell’accoglienza

Ucraina, l'accoglienza risponde all'emergenza. Siamo andati in cinque piccoli comuni del territorio aquilano: i Map tornano utili. Squadre di sindaci e residenti fanno fronte all'esodo.

SOS Ucraina – I sindaci riaprono i map, la popolazione organizza raccolte. L’accoglienza è impeccabile in questa prima fase, ma adesso si attendono linee guida.

SOS UCRAINA Storie di guerra, di fughe, di vite interrotte, di famiglie spezzate, di accoglienza e di solidarietà. “La guerra è bella anche se fa male” – tutti ci saremmo chiesti almeno una volta cosa volesse intendere De Gregori con questa strofa “stonata” e forse oggi possiamo dire che il senso è tutto qui: in questo vortice di emozioni fortissime che spalancano le porte di casa a chi varca i confini, con dietro un trolley improvvisato, un bambino nella mano e un pezzo di cuore che resta in Ucraina. Qui, in Europa, nella terra ancora a suo modo “felice” c’è una rete di solidarietà senza eguali.
Raccolte alimentari, raccolte di beni di prima necessità e conti correnti dedicati all’emergenza umanitaria e all’esodo che si farà sempre più forte. All’Aquila nella mattinata di domenica, in poche ore, sono stati raccolti 86 quintali di beni di prima necessità, mentre sulla costa si organizzano gli hotel che faranno la loro parte, come accaduto in passato con i terremotati del 2009 e 2016. 
Anche i piccoli comuni della provincia aquilana non si tirano indietro, anzi sono in prima fila per l’accoglienza degli ucraini in fuga dalla guerra. Ci sono gli alloggi vuoti dell’emergenza post sisma pronti ad ospitare chi arriverà. Map e abitazioni del progetto case sono messi a disposizione per le famiglie che stanno arrivando e che avranno bisogno di un tetto. Alcuni ucraini si stanno ricongiungendo con parenti e amici che hanno già in Italia, per gli altri c’è una vita tutta da rifare in una comunità completamente nuova.
La macchina dell’accoglienza si è messa in moto immediatamente attivando anche tutti i protocolli: dalle quarantene, ai tamponi, alle vaccinazioni se necessarie, fino ai permessi di soggiorno. L’operazione si annuncia più complessa di quanto sembra.
Da un lato si tengono riunioni tra prefetti, manager Asl e protezione civile regionale, dall’altro ci sono i sindaci, amministratori di piccoli comuni, che si rimboccano le maniche, fanno squadra con associazioni e cittadini per prendere parte a questa grande “catena di solidarietà”. Il Capoluogo li ha intervistati: Accoglienza è la parola d’ordine.

FAGNANO ALTO – E’ stato il comune che otto giorni fa ha dato il là a questa nuova accoglienza, complice un “gancio” in mezzo a un mare di incertezze: “Una nostra residente ucraina che vive da tanti anni nella nostra comunità ha fatto da tramite per ospitare il più velocemente possibile dei connazionali in fuga dalla guerra” – così il sindaco Francesco D’Amore che nella giornata di ieri ha incontrato per la prima volta i nuovi ospiti dopo i giorni di isolamento dettati dalla quarantena. Si tratta di una mamma con tre bambini. “Una settimana fa non c’era nessun protocollo da seguire, ma ci siamo attivati lo stesso. E’ una accoglienza difficile perché siamo di fronte a persone che nel giro di poche ora si sono ritrovate a chiedere aiuto”. Dopo una prima raccolta di vestitini, pannolini e quanto necessario per i più piccoli, D’Amore ha deciso di dedicare un conto corrente [IT06Q0538740770000000095674] all’emergenza in Ucraina. “Ce ne sarà bisogno per sostenere un’accoglienza che si prospetta lunga”. Ma non è solo questo il problema da affrontare: “La scuola, le attività scolastiche ed extra scolastiche devono essere prese in considerazione, su questo ho attivato un confronto con il preside del nostro comprensorio per ricreare una vita più vicina possibile alla normalità”.                                                     

POGGIO PICENZE – Anche in questo caso la macchina dell’accoglienza si è attivata immediatamente. Una famiglia con dei  giovanissimi genitori – non hanno nemmeno trent’anni – ha raggiunto il piccolo comune di Poggio Picenze con due bimbi piccolissimi al seguito. “Il viaggio di questa famiglia verso l’Italia è cominciato proprio il 24 febbraio, giorno dell’invasione”– spiega il primo cittadino Antonello Gialloreto. La coppia non ha perso tempo e con la propria auto, nel giorno che ha cambiato la vita di un intero popolo, ha deciso di trasferirsi in Italia prima di ritrovarsi ‘prigioniera’ nella propria terra. “Avevo un map già operativo, con utenze funzionanti e per questo abbiamo potuto sistemare subito nell’alloggio i nuovi arrivati. In un secondo momento l’amministrazione, insieme all’associazione Il Gigante Buono, ha organizzato una raccolta di beni di prima necessità che si possono consegnare presso la sede comunale”.                                                       

BARISCIANO- “La comunità è pronta ad accogliere cinque mamme e sette bambini” – dichiara il primo cittadino Fabrizio D’Alessandro. Arriveranno proprio nella giornata di oggi, anche in questo caso, come nel comune di Fagnano, si tratta di una sorta di ricongiungimento familiare con ucraini già residenti a Barisciano. Il sindaco accoglierà nella sua abitazione privata le mamme ucraine con i rispettivi figli: “In attesa degli alloggi map ho scelto questa soluzione provvisoria, ma che li farà sentire a casa. Ciò che più conta è donare serenità a queste famiglie in fuga e degli alloggi dignitosi”. Intanto il sindaco, insieme alle associazioni del territorio si appresta a rendere nuovamente agibili i map inutilizzati e a riattivare le utenze. Dopo la riunione dello scorso sabato a cui hanno preso parte i parroci e i presidenti delle associazioni del territorio è stato organizzato un punto raccolta di beni di prima necessità a favore del popolo ucraino in collaborazione con la Caritas diocesana e un conto corrente dedicato che sarà reso noto nei prossimi giorni.

FONTECCHIO  La comunità di Fontecchio ha accolto una famiglia di sei persone, ci sono tre bambini: uno di sei mesi, uno di tre anni e il più grande ne ha quattordici. “Avevano già un legame con Fontecchio, una donna che ha lavorato per molti anni qui ha fatto da tramite e poi l’accoglienza si è estesa. Stiamo ospitando una nonna, una figlia , una nuora e i tre nipoti. Ora si trovano in una casa privata messa a disposizione da una famiglia del luogo e poi si trasferiranno nel map appena sarà pronto” – spiega il sindaco Sabrina Ciancone. “Hanno premura di tornare a lavorare, sono quasi imbarazzati dalla grande solidarietà. Non vengono da situazioni di indigenza, avevano tutto, avevano una vita normale e ritrovarsi a chiedere li mette in difficoltà. In questi giorni la popolazione li ha sostenuti in ogni modo, hanno ricevuto anche una visita a domicilio da parte della pediatra del posto. L’aiuto è immenso, ma ora è necessario conoscere quali siano le procedure da seguire per regolarizzare la loro posizione sanitaria, civile e scolastica. La reazione dei nostri comuni è stata spontanea e impeccabile, ma l’accoglienza sarà lunga: non si può più improvvisare. Siamo in attesa delle linee guida per capire come comportarci”.

CERCHIOIntanto anche nel piccolo comune marsicano, nella giornata di oggi, è previsto l’arrivo di 45 bambini. I minori, tra i cinque e i dodici anni, hanno affrontato il viaggio dall’Ucraina con quattro adulti. Si tratta di uno degli spostamenti più complicati tra gli arrivi. “Stiamo preparando un’accoglienza a tutto tondo. Dall’organizzazione dei pasti a cura degli Alpini, all’allestimento dell’ex edificio scolastico di via Lorenzini dove potranno dormire, fino alla sistemazione di un ambulatorio medico. Si pensa anche alla possibilità di svolgere lezioni e tornare sui banchi di scuola nel teatro antistante”- spiega il sindaco Gianfranco Tedeschi.

 

 

 

 

 

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