Abruzzesi nel mondo

Antonio Giannini, il pioniere abruzzese in Uruguay

Antonio Giannini, il pioniere abruzzese in Uruguay. Il Filantropo teatino dell'emigrazione italiana, sulla sponda del Rio de La Plata.

Antonio Giannini, il pioniere abruzzese in Uruguay. Il Filantropo teatino dell’emigrazione italiana, sulla sponda del Rio de La Plata.

Antonio P.Giannini, nasce a Chieti nel 1878, in una città  dall’antichissime origini (il suo stemma raffigura il mito dell’eroe omerico, Achille, che la chiamò Teate, in onore della madre Teti). Allora essa era considerata il capoluogo dell’Abruzzo Citeriore, quando a 28 anni Mancini, nel 1906, si inserisce nel grande flusso migratorio verso il Nuovo Mondo.  Il suo bastimento approda in Argentina, a Buenos Aires, dove già l’intraprendente giovane si fa notare per la sua precoce vocazione imprenditoriale. Dopo, si inserisce nel settore dei trasporti nella “Tranvias Electricos de la Societad Comercial”, nel trasferirsi sulla sponda orientale del grande Rio de La Plata, in Uruguay, avendo già assimilato la stessa lingua spagnola. Qui si forma una famiglia, sposando Esperanza Leone, all’interno della comunità italiana, già presente nel Paese, fin da decenni, con il suo forte anelito risorgimentale, fondando anche giornali come l'”Italiano” (diretto da G.B.Cuneo). La presenza di esuli politici tra i nostri emigranti favorisce una serie di battaglie per la conquista dei diritti sociali ed economici, avendo qui trovato rifugio lo stesso “Eroe dei due Mondi”, Giuseppe Garibaldi. Qui costituì la sua prima “Legione Italiana”, con mille volontari, come la famosa spedizione, partita da Quarto, per unificare il Regno d’Italia. Sempre su questa nuova Patria Garibaldi allargò la sua famiglia con Anita, che gli darà 6 figli, combattendo per difendere l’indipendenza del Paese, diventandone un simbolo per il suo popolo. In Uruguay esiste una città chiamata “Garibaldi “, nel “Rio Grande do Sul”. Questa epopea irredentista, creerà solidi legami tra il nuovo Regno d’Italia ed il Paese sudamericano, attraverso tutta la “Diaspora Italiana“, arrivata da tante regioni, specie dal nord. In questa nazione, tinta con il tricolore, arriverà il giovane Giannini, che diventerà subito un punto di riferimento per tutta la comunità italiana. Non fu un caso, se già nel 1931, proprio un italo-uruguaiano divenne Presidente e poi “caudillo” della Repubblica, l’Avv.Gabriel Terra, seguito addirittura da un suo familiare A. Baldomir Ferrari, fino al 1943. In questo quadro comunque favorevole per la nostra comunità, Antonio Giannini, affermatosi industriale (nel settore della lavorazione dei pellami), sostenne gli emigranti, attraverso la Fondazione del “Club Italia”, con aiuti concreti e misure come i “Prestiti Italiani “, ma anche mense, ricoveri ed aiuti umanitari per quelli più sfortunati. Negli Stati Uniti, un altro Giannini, Amadeo (anch’esso figlio di emigranti), fondava la “Bank Of America “, inventando. la vendita a rate e diventando famoso dopo il Terremoto di San Francisco, del 1906, quando piazzò nelle sue strade i tavoli, con il cartello “Banca d’Italia”, concedendo ai nostri disastrati artigiani ed operai, i dollari necessari per la ricostruzione della Città.  Nel Paese sudamericano ad Antonio Giannini gli sono stati conferiti molti riconoscimenti, specie per questa anima umanitaria, che lo ha caratterizzato, Italiano tra italiani, diventati anche classe dirigente, con la solita tenacia e lo spirito di riscatto, che li contraddistingue sempre. Oggi in Uruguay si stimano circa centomila nostri concittadini ed oltre un milione e mezzo di oriundi (ben il 44% della sua popolazione). Dopo i Presidenti di lungo corso come J.M.Sanguinetti (1985-2000), politico e giornalista dal grande carisma, la metà del Parlamento Nazionale, è composto da oriundi italiani. Ora in uno Stato, che nella sua storia è stato definito la “Svizzera del Sudamerica”, (con le sue istituzioni finanziarie, pur con un’economia agricola, che esporta carne, soia e cellulosa), il governo conservatore deve affrontare una dura crisi socio-economica. Questa acuita dalla pandemia, spinge però per tentare di rimettere in discussione le tante conquiste sociali e sindacali sostenute storicamente dai “Colorados”, soprannominato il “partito degli stranieri”, con una fortissima influenza italiana, fin dalla sua impronta giuridica, attraverso l’autorevole mondo culturale ed universitario (con grandi scrittori e giornalisti come E.Galeano). Una presenza, anche originale, con strumenti come gli “Italian Patronatos”, utili per rivitalizzare gli stessi contatti con il nostro Paese e con la Chiesa Cattolica (come testimonia uno studio dell’Università del Sacro Cuore). In questo laboratorio unico del Continente, la stessa comunità oriunda italiana, si è collocata e divisa nei vari schieramenti politici, che si scontrano anche nelle piazze, pur con un unico patrimonio storico, culturale ed etnico, che si respira in tutti gli angoli incantevoli del suo paesaggio, come “Punta del Est”, con le sue dita giganti. Il tributo agli stessi pionieri come Antonio P.Giannini, è ancor più doveroso, per  contribuire a preservare altresì tutto questo   ricco  lascito di tradizioni usi e costumi italiani e abruzzesi.

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