Sant’Alessandro di Alessandria per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 26 febbraio.
Il 26 febbraio si commemora Sant’Alessandro di Alessandria. Tra i numerosi santi del calendario romano che portano questo nome, il patriarca Alessandro, nato verso il 250 ad Alessandria d’Egitto, merita un posto di rilievo tra i campioni della fede cristiana poiché è stato uno dei protagonisti nella lotta all’eresia ariana. Uomo di profonda cultura, il nome di Sant’Alessandro è legato all’istituzione del primo Concilio ecumenico di Nicea, voluto proprio per contrastare il dilagare delle eresie propagate da uno dei suoi stessi sacerdoti, Ario. Nell’ambito delle prime dispute sulle persone della Trinità – Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo – Ario subordinava il Figlio al Padre, negandone di fatto la consustanzialità: alla base della sua tesi, vi era la convinzione che Dio, principio unico, indivisibile ed eterno, non potesse condividere con alcuno la propria essenza divina e che il Figlio, in quanto “generato”, non potesse compartecipare della sua sostanza e quindi dovesse essere considerato subordinato al Padre. Alessandro cercò di ricondurre il suo sacerdote all’ortodossia, ma Ario non si sottomise e riparò in Palestina. Nella controversia ancora non dipanata, si inserì lo stesso imperatore Costantino, il quale, poco esperto di questioni teologiche, intimò severi richiami all’ordine sia a Sant’Alessandro sia ad Ario. Di ritorno da Nicea, in Bitinia, dove si ebbe la condanna definitiva dell’Arianesimo, Alessandro fece ritorno ad Alessandria dove si spense pochi mesi dopo, anziano e malato.
Secondo Epifanio di Salamina sono da ascrivere a Sant’Alessandro oltre settanta lettere, oggi tutte perdute tranne due, entrambe relative alla questione di Ario: una indirizzata ad Alessandro vescovo di Bisanzio, scritta intorno al 324, ed un’altra indirizzata ai “nostri cari e reverendissimi confratelli al servizio della Chiesa cattolica in ogni luogo”, del 319 circa. Le rare immagini lo raffigurano con gli abiti e gli attributi vescovili.
