L’AQUILA – Il 31 marzo riconsegna del cantiere di Palazzo Margherita. Il vicesindaco Raffaele Daniele: “Contiamo di fare l’ultima riunione della Consiliatura nella sede storica”.
Palazzo Margherita, la “casa degli aquilani”, tornerà a disposizione del Comune il 31 marzo prossimo, quando il cantiere verrà riconsegnato. “Contiamo di svolgere proprio nella sede storica – spiega a IlCapoluogo.it il vicesindaco Raffaele Daniele – l’ultimo Consiglio comunale prima del voto, come atto di rispetto verso i cittadini che aspettano questo momento da tanto”. Il 31 marzo, quindi, la restituzione del cantiere e poi collaudi e traslochi, per arrivare in tempo a convocare l’ultima seduta di Consiliatura a Palazzo Margherita. “Era un atto importante per la città” prosegue il vicesindaco Daniele. “Recentemente abbiamo compiuto una serie di atti amministrativi che hanno permesso di accelerare l’iter perché la sede storica tornasse nella disponibilità di amministratori e cittadini, stralciando i lavori che riguardano la Torre. Intanto però riusciremo a riconsegnare a tutti quella che è la casa degli aquilani”. Una data precisa, però, non c’è ancora e non potrò esserci, almeno finché dal Ministero non comunicano la data delle elezioni amministrative. Il Consiglio comunale, infatti, dovrà sciogliersi 45 giorni prima, quindi – se davvero si voterà a fine maggio, come pronosticano molti osservatori – l’ultimo Consiglio dovrebbe tenersi nel mese di aprile, dopo i collaudi e i traslochi. Di fatto dovrebbe essere l’ultimo atto dell’attuale amministrazione guidata dal sindaco Pierluigi Biondi.
Nel frattempo stanno tornando a Palazzo Margherita gli arredi del Consiglio comunale da Villa Gioia, dov’erano stati trasferiti dopo il sisma. Ad occuparsi del riposizionamento degli arredi lignei, la ditta Carnicelli restauri, che ne ha curato anche lo smontaggio. Si trattava originariamente di “tre pareti con soluzione di continuità – come si legge nella relazione della ditta esecutrice – ed era costituito da 22 stalli verticali in noce massello con doppia bugna, superiore e inferiore, e uno centrale di dimensioni maggiori, separati da paraste lisce arricchite di capitelli intagliati, cornici e cornicione in stile, sovrastato da pinnacoli intagliati, e struttura portante in legno di abete e castagno”. Una struttura riadatta poi per la sala di Villa Gioia e che ora sta tornando nella sede originaria. Intanto gli stessi arredi sono stati restaurati.
