Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 23 febbraio, San Policarpo.
Il 23 febbraio si commemora San Policarpo. Poche sono le notizie agiografiche su San Policarpo: da giovane si convertì al Cristianesimo per aver ascoltato la Parola direttamente dagli Apostoli; in particolare fu discepolo di San Giovanni Evangelista che lo ordinò Vescovo della Chiesa di Smirne intorno al 96 durante il regno di Traiano. La principale fonte per la ricostruzione della figura del Santo è il suo discepolo Ireneo di Lione che lo menziona in Adversus haereses (III 3, 4) e nelle lettere a Florino e a papa Vittore. Le altre fonti sono San Girolamo in De viris illustribus (cap. 17) ed Eusebio di Cesarea nella Storia ecclesiastica (IV, 15, 1-43).
Nel 154 Policarpo si recò a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua: a Roma la Pasqua viene celebrata sempre di domenica, mentre i cristiani orientali la celebrano il 14 del mese ebraico di Nisan, in qualunque giorno della settimana cada. Pur non riuscendo a mettersi d’accordo Aniceto e Policarpo si congedarono fraternamente. Al suo rientro a Smirne, durante il regno di Antonino Pio, scoppia una persecuzione e l’anziano vescovo, ormai più che ottantenne, viene condotto nello stadio affinché il governatore romano Stazio Quadrato lo condanni. L’uomo vorrebbe risparmiarlo vista la sua veneranda età e finge di non riconoscerlo come il vescovo della chiesa locale, ma San Policarpo rifiuta di abiurare la fede cristiana. La tradizione, riportata nel Martyrium Polycarpi – prima opera cristiana dedicata interamente al racconto del supplizio di un martire – narra che il vecchio si arrampicò da solo sulla catasta allestita per il rogo. Visto che miracolosamente le fiamme non lo consumavano, fu ucciso con un colpo di pugnale.
Delle lettere che Policarpo scrisse alle comunità cristiane delle località vicine, la Lettera ai Filippesi è l’unica che si è conservata, parzialmente in greco e integralmente in una traduzione latina, forse nata dalla fusione di due scritti diversi. Vi si leggono ammonimenti ed esortazioni alle virtù: vengono indicati gli insegnamenti da trasmettere alle donne, alle vergini, ai giovani, esortati a tenersi lontani “dalle passioni di questo mondo, perché ogni passione fa guerra allo spirito”; seguono poi i compiti che devono osservare i presbiteri e i diaconi, cioè visitare gli infermi, occuparsi dell’assistenza di vedove e indigenti oltre che della riconciliazione dei peccatori.
La tradizione iconografica lo rappresenta con gli abiti episcopali e nel momento culminante del martirio, avvolto tra le fiamme del rogo o in procinto di essere decapitato.
