Romanzo quirinale

Quirinale, Sergio Mattarella eletto con 759 voti: è il Presidente più votato dopo Pertini

Conferito il secondo mandato al dodicesimo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con 759 voti è il presidente più votato dopo Sandro Pertini. Si chiude il Romanzo Quirinale, ma potrebbe aprirsi la Commedia di Governo.

Conferito il secondo mandato al dodicesimo presidente Sergio Mattarella. Con 759 voti è il presidente più votato dopo Sandro Pertini. Si chiude il Romanzo Quirinale, ma potrebbe aprirsi la Commedia di Governo.

Nuovo appuntamento con Romanzo Quirinale, la rubrica dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, a cura di Giuseppe Sanzotta, editorialista del Capoluogo e già direttore de Il Tempo.

Conferito il secondo mandato al dodicesimo presidente Sergio Mattarella. A tarda sera la scrutinio e la proclamazione con  759 voti, dopo Sandro Pertini è il presidente più votato nella storia della Repubblica. 90 i voti andati a Nordio, voluto da Fratelli d’Italia, ma che ha raccolto quasi 30 voti in più di quelli di cui disponeva Fratelli d’Italia. Ma questi sono solo dati statistici. Resta il fatto che Mattarella è stato rieletto. Per lui hanno votato tutti i partiti che compongono la maggioranza di governo. Un esito scontato dopo il fallimento di soluzioni alternative. Il centrodestra ha provato a forzare la mano, ed è stato un fallimento. Con Casellati, Salvini e Meloni hanno perso, non solo, ma indotto Forza Italia a staccarsi e cercare un ruolo autonomo convergendo su Casini. Innumerevoli i candidati “bruciati” dai no del centrosinistra e in particolare del Pd che con Letta aveva il progetto di portare al Quirinale Draghi. Una parte del Pd fin dall’inizio voleva la riconferma di Mattarella. Una soluzione che si scontrava con il rifiuto del presidente a un secondo mandato. Nelle inutili votazioni senza intesa molti parlamentari hanno scritto nella scheda il nome del Capo dello Stato quasi a suggerire ai leader di partito la strada da seguire.

La svolta si è avuta nella notte tra venerdì e sabato. Dopo il flop della Casellati, Salvini ha cercato di riprendere in mano la situazione. Dopo l’ennesimo vertice con Conte e Letta ha annunciato che si stava lavorando per portare al Quirinale una donna. Conte ha subito dopo confermato e gli indizi hanno portato subito a Elisabetta Belloni, capo dei servizi segreti. Sembrava cosa fatta, Invece Letta ha subito preso le distanze, e con Di Maio ha contestato Conte. Leu, Renzi e Italia Viva hanno detto no alla Belloni: il capo dei servizi segreti presidente della Repubblica  non  è possibile in un paese democratico. Può avvenire in Russia non in Occidente. Altro nome bruciato. Letta a quel punto invitava tutti a tener presente le indicazioni dei parlamentari che in massa si ostinavano a votare Mattarella. Stavolta Salvini si è accodato, “ se volete Mattarella ditelo chiramente”. Nel frattempo Renzi, Forza Italia e i centristi premevano per Casini. Ma è stato proprio Casini a sfilarsi e a invitare i suoi sostenitori a non contrappore il suo nome a quello del Presidente. Così la maggioranza di governo formalmente si è ritrovata unita tra lo stupore di Giorgia Meloni incredula delle giravolte del leader leghista. Ma Mattarella che dice? Non era contrario a un reincarico? Si cerca il sì del Presidente. Lo chiama Berlusconi, ancora ricoverato a Milano, ma è soprattutto Draghi che lo incontra a ottenere  l‘assenso. Non cambia nulla nei vertici del Paese, l’attuale governo può proseguire la propria azione con Mattarella al Quirinale. I presidenti dei gruppi parlamentari della maggioranza  di governo salgono al Quirinale per informare ufficialmente il Capo dello Stato che è loro intenzione chiedergli di accettare un nuovo mandato. E’ un gesto formale ma con un significato preciso: è il Parlamento che chiede  un nuovo mandato, non i partiti. Mattarella, naturalmente aveva già deciso, si limita a dire che in realtà aveva altri programmi, ma che rimane al servizio dello Stato.  Adempiuti gli atti formali, inizia la votazione. Intanto Giorgia Meloni si presenta davanti ai giornalisti per annunciare ciò che già si sapeva: Fratelli d’Italia non voterà Mattarella, ma scriverà sulla scheda il nome di Nordio. Giorgia Meloni è irritata verso i suoi alleati. Rivendica la propria coerenza, il giorno prima nel vertice di centrodestra tutti avevano detto no a un Mattarella Bis, anche perché era stato lo stesso presidente a chiedere di non essere coinvolto. Invece altri hanno cambiato idea (Lega e Forza Italia).  Non  lo dice chiaramente ma lo lascia capire, quel vecchio centrodestra non esiste più. I centristi si sono sfilati per primi, Salvini ha cambiato idea. In generale, accusa, si è pensato più a interessi personali che  a quelli del Paese. Questa partita ha sicuramente terremotato il centrodestra. Ricostruirlo non sarà facile. Quell’intesa tra Renzi, Forza Italia e i centristi potrebbe  avere sviluppi. La Lega invece  vive di sussulti interni. Si sparge la voce che Giorgetti voglia lasciare il governo, non si capisce contro chi sia la polemica, forse con il suo segretario. Poi arriva una parziale smentita-. Chi gongola è Letta, ha giocato di rimessa, ha tenute basse le tensioni nel partito, adesso rivendica di aver favorito la riconferma di Mattarella. Ha sistematicamente  bocciato i candidati proposti dalla destra. Ha fermato l’ipotesi di un nuovo asse tra Conte e Salvini. Ma sorvola su questo e allora esalta la sua politica verso un campo largo.

Adesso si chiude questa partita, resta il problema del governo. Salvini assicura che deve andare avanti. Conte e Letta anche. C’è la questione irrisolta di Giorgetti e l’eventuale richiesta di rimpasto. Tolta la partita Quirinale, il governo può andare avanti, ma sarà una corsa ad ostacoli. La campagna elettorale  partirà subito dopo. Salvini non potrà lasciare alla  Meloni tutta l’iniziativa di centrodestra. Poi ci sono i 5Stelle  che mostrano profonde lacerazioni. Tra Conte e Di Maio è guerra. E tra i 5Stelle e Pd non sono carezze.  Si chiude  il romanzo o la farsa Quirinale, ma si potrebbe aprire la commedia governo.

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