Tradizioni

Ciambella di San Biagio a L’Aquila, la porta verso la primavera

L'AQUILA - La ciambella di San Biagio per salutare l'inverno e andare verso la primavera. Storia e tradizioni di un dolce che non può mancare sulla tavola degli aquilani.

L’AQUILA – La ciambella di San Biagio per salutare l’inverno e andare verso la primavera. Storia e tradizioni di un dolce che non può mancare sulla tavola degli aquilani.

“A L’Aquila la Ciambella di San Biagio è una istituzione a tutti gli effetti”. A presentare per IlCapoluogo.it il tipico dolce aquilano è Maria Teresa Spagnoli che con Mariano Calvisi e il figlio Claudio porta avanti la tradizione dell’azienda artigianale di famiglia, Dolci Aveja. “Come purtroppo spesso accade nella nostra città, la tradizione è legata a un evento sismico, in particolare a quello del 2 febbraio 1703. Il giorno successivo era appunto dedicato a San Biagio. La tradizione vuole che dopo il terremoto i superstiti abbiamo voluto ringraziare il Santo, per averli salvati, con questo dolce, entrato nelle abitudini alimentari di tutti gli aquilani”.

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Da allora, però, di tempo ne è passato, anche dal punto di vista dolciario: “In quel tempo probabilmente  si trattava di semplice pasta di pane, con zucchero e forse semi di anice. Ai giorni nostri la ricetta è sicuramente più ricca. Noi la facciamo friabile e, come tutti i nostri dolci, senza coloranti o generici ‘aromi’ che possano nascondere ingredienti poco chiari”.

Da una parte, quindi, la tradizione e l’utilizzo di ingredienti classici, dall’altra il continuo stimolo ad andare incontro alle esigenze dei clienti: “La nostra Ciambella di San Biagio c’è anche in versione senza latte, in quanto sono aumentate tantissimo le richieste di chi è allergico al lattosio, e abbiamo previsto anche la versione mignon, soprattutto per single o anziani che avrebbero difficoltà a finire una ciambella da mezzo chilo”.

Il rapporto tra azienda e clienti, quindi, è ormai strettissimo: “Dopo quasi 45 anni conosciamo bene gli aquilani e le loro esigenze, ormai si è instaurato un rapporto di fiducia reciproca che dura nel tempo, sia attraverso i nostri punti vendita dell’Aquila e Cavalletto d’Ocre, sia attraverso le spedizioni. La pandemia ci ha fatto capire che se i clienti non potevano venire da noi, dovevamo essere noi ad andare da loro”. Ma il “rapporto a distanza” con la clientela non si limita alla gestione dell’emergenza Covid: “Ci chiedono spedizioni da ogni parte del mondo, soprattutto studenti che vanno a studiare fuori. L’ultima richiesta è arrivata perfino dalla Cina“.

Ovunque si trovino, infatti, per gli aquilani non è San Biagio senza Ciambella.

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