Cultura e spettacolo

Paola Minaccioni: “Porto a teatro le tante donne che vivono dentro di me”

Irriverente, arrabbiata, mesta, tradita o bomba sexy: tanti personaggi in un'unica donna. L'intervista del Capoluogo alla vulcanica Paola Minaccioni.

 

Paola Minaccioni, la miglior trasformista del cinema italiano, è stata sullo schermo così come a teatro, la donna simpatica o triste, tradita, ipocondriaca, irriverente anche in punto di morte, declinando ogni volta le mille sfaccettature del genere femminile. A L’Aquila ha portato a teatro questa carrellata di personaggi nello spettacolo andato in scena a Ridotto del Teatro Comunale, “Dal vivo sono molto meglio”.

Sono tante le donne che Paola Minaccioni si è quasi cucita addosso e le stanno tutte bene, come un vestito di buona fattura. “Dal Vivo Sono Molto Meglio” raccoglie tutti i personaggi dell’attrice romana nati in tv, al cinema o alla Radio ed è un viaggio in cui alla fine si viene portati a indagare su vari temi, arrivando poi alla domanda che tutti ci facciamo almeno una volta al giorno: “Chi siamo?”.

Paola Minaccioni

Lei, Paola Minaccioni, dal vivo invece è così come la si vede sul palcoscenico o sullo schermo: simpatica, allegra, socievole, solare, positiva, di quella positività che anche in tempo di Covid non fa male. Disponibile a una lunga e bella chiacchierata, ha rilasciato l’intervista al Capoluogo, prima di andare in scena.

“Con questo spettacolo ho scelto di far conoscere i personaggi che mi hanno aiutata a uscire da questa storia sentimentale che racconto. Un monologo in cui parlo di una relazione facendo finta di non volerne parlare, aiutata da diverse persone. Mi aiutano in questo percorso personaggi come Loredana Bertè, Giorgia Meloni, mia nonna, Sabrina Ferilli con la sua carica sexy, una centralinista rumena”.

Donne anche improbabili, dipendenti dai social network, ma sempre e comunque incredibili, proprio come lei: la protagonista. “Sembrerà strano, ma vivono tutte dentro di me. Ma è normale che dentro ognuno di noi ci siano tante personalità che sono lo specchio e il riflesso del nostro quotidiano e dell’epoca che stiamo vivendo”.

Paola Minaccioni

Uno spettacolo che diventa flusso di coscienza facendo ridere e riflettere, leggero e irriverente come solo Paola Minaccioni sa fare, prendendo per mano lo spettatore per portarlo in un altro universo fatto di paradossi e tante risate.

“Il mio principale obiettivo è far ridere, poi forse per formazione mi piacciono molto le assurdità e le contraddizioni dell’essere umano e quindi per forza di cose faccio vedere dei meccanismi quasi ‘mostruosi’, quelle tante parti di me, che mi auguro che siano anche di tutti gli altri”.

Tra i tanti personaggi che Paola Minaccioni ha di volta in volta portato al cinema in ogni caso sono sempre tutti diversi, fanno tutti ridere a modo loro: l’insegnate di dizione cattivissima in ‘Viva l’Italia’, l’ipocondriaca con Carlo Verdone in ‘Benedetta follia’, la maniaca sessuale di ‘Confusi e felici’, la malata terminale un po’ ‘psyco’ in ‘Allacciate le cinture’ di Ferzan Ozpetek (che le è valso il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista ndr).

Tra questi personaggi, qual’è quello che profuma più di Paola?

“Per sopravvivenza, per scelta e per educazione suoniamo sempre gli stessi strumenti, ma la bellezza del mio lavoro è proprio questa, cercare quelle cose dentro di me che mi appartengono. I miei personaggi sono persone che hanno una mancanza, hanno bisogno di essere amati e questo è una caratteristica che accomuna i miei personaggi a me”.

Tanti film, ma mai nessuno da protagonista, perchè?

“Rispetto alla Egle di ‘Allacciate le cinture’ sono stata aiutata dalla scrittura, le migliori interpretazioni nascono dai migliori film. Vorrei essere qualche volta la protagonista, ma un po’ perchè convenzionalmente non ho i canoni estetici della protagonista, sono grande di età e sono comica, si creano ogni volta una serie di ‘complicazioni’ che fanno parte del gioco. In realtà si tratta di un problema di riscrittura dei personaggi femminili, siamo abituati a dei canoni standard, sempre le stesse storie, bisogna rivoluzionare l’immaginario, fare una rivoluzione culturale che crei dei ruoli per donne come me”.

Paola Minaccioni ha portato a teatro personaggi della nostra epoca; un’epoca difficile quella in cui a far da padrone è la pandemia, con ripercussioni pesantissime anche e soprattutto per il comparto dello spettacolo che, solo da poco e a fatica, sta cercando di andare avanti con finalmente in presenza con cinema e teatri riaperti al 100 per cento della capienza.

“La sensazione di incertezza c’è ancora perchè sembra che stai per ripartire e poi deve fermarsi tutto di nuovo: è una lotta per la sopravvivenza. Ho lavorato molto al cinema l’anno scorso, adesso che posso ricominciare con  il teatro ci sono ancora molte difficoltà, ma che possiamo fare? Una pandemia non l’aveva mai vissuta nessuno, nessuno era preparato. Bisogna resistere, tutti quanti, senza perderei vista l’importanza dello spettacolo al vivo“.

Tanti i progetti in cantiere: otre al teatro a breve sarà anche in tv: a Pasqua, su Disney+ nella serie “Le fate ignoranti” e a marzo uscirà anche il film di Pontecorvo, in cui recita con Flavio Insinna.

leggi anche
Gassmann l'aquila Tsa
Teatro
Alessandro Gassmann torna a L’Aquila, Racconti disumani al Tsa con Pasotti