27 gennaio

Giornata della Memoria, Riccardo De Simone: il soldato aquilano testimone degli orrori dei campi di concentramento

L'AQUILA - Nella Giornata della Memoria, la storia di Riccardo De Simone, testimone del massacro di ebrei nei campi di concentramento.

L’AQUILA – Nella Giornata della Memoria, la storia di Riccardo De Simone, testimone del massacro di ebrei nei campi di concentramento.

Il 27 gennaio, Giornata internazionale della Memoria per l’Olocausto, è stata consegnata la Medaglia d’Onore, come internato nei lager nazisti e lavoratore forzato, al soldato di origini aquilane Riccardo De Simone, classe 1918 e defunto nel 1999. Purtroppo, la congiuntura sanitaria legata al Covid non ha consentito una cerimonia con i familiari, che si auspica possa avvenire in tempi migliori. La famiglia desidera in ogni caso ringraziare la Commissione nazionale che ha elargito il riconoscimento e il prefetto dell’Aquila Cinzia Torraco la quale, assieme al suo staff, ha mostrato una sensibilità sull’argomento umana oltre che istituzionale.

giornata della memoria riccardo de simone

La storia di Riccardo, comune purtroppo ad una moltitudine, parte da una condizione giovanile di indigenza e di salute precaria trascorsa a Collebrincioni. Costritto alle armi nel 1939, fu aggregato nella grande Divisione Puglie del Regio Esercito. Allo scoppio della guerra, traversò l’Adriatico assieme a decine di migliaia di soldati e fu schierato al fronte albanese nel marzo del 1941, partecipando alla folle iniziativa bellica del fascismo meglio nota come Offensiva di Primavera. Si ritrovò a combattere la terribile battaglia di Monte Monastero, a quota 731, ove vide morire massacrati migliaia di suoi compagni e altrettanti soldati greci. Nei suoi racconti postumi, che in verità centellinava per pudore, soleva sottolineare, come fosse un miracolo, di essersi salvato senza aver ucciso neanche un soldato nemico.

Nel settembre 1943, a seguito dell’armistizio di Cassibile, fu catturato dall’esercito nazista in Kossovo e condotto in Germania su carri bestiame. Qui trascorse, tra vessazioni e privazioni da parte delle SS e della polizia Gestapo, un periodo di internamento in vari campi di concentramento, tra cui Buchenwald. In quest’ultimo, particolarmente, fu testimone oculare del massacro in atto contro gli ebrei e l’umanità. Nel 1944 venne spostato in un campo per lavoratori forzati nei pressi di Magdeburgo e obbligato, assieme a tanti connazionali, a contribuire all’industria di guerra nazista, nella disumana posizione di dover produrre materiale destinato a bombardare la propria Italia.

Nel 1945 fu liberato in condizioni pietose dall’esercito americano che giunse al lato ovest della città dopo spaventosi bombardamenti. La storia italiana di Riccardo è una delle tante rimaste sopite per lunghissimi anni ma che può, deve, essere uno dei mattoni della memoria e della presa di coscienza, purtroppo ancora in itinere, sugli orrori della guerra, del nazifascismo e dell’Olocausto.

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