Romanzo quirinale

Quirinale, dialogo tra sordi tra Salvini e Letta: primo giorno di schede bianche

Parte la corsa al Quirinale tra dialoghi e ostacoli. Salvini incontra Draghi e Letta, ma il primo giorno si è votato scheda bianca.

Parte la corsa al Quirinale tra dialoghi e ostacoli. Salvini incontra Draghi e Letta, ma il primo giorno si è votato scheda bianca.

Un’altra puntata di Romanzo Quirinale, la rubrica di Giuseppe Sanzotta, editorialista del Capoluogo e già direttore de Il Tempo. La corsa a ostacoli verso l’elezione del Presidente della Repubblica.

Parte la corsa ad ostacoli per il Quirinale. Fico, presidente della Camera, con al fianco la presidente del Senato Casellati, alle 15 dà  il via ai lavori. Una breve premessa per spiegare le modalità con le norme anti covid, illustra le modalità  del voto all’esterno dei parlamentari in quarantena. Rende omaggio alla memoria di Vincenzo Fasano, di Forza Italia, uno dei grandi elettori, deceduto alla vigilia del voto.  Si comincia. Il primo ad essere chiamato è Bossi, una precedenza concessa per motivi di salute. Il “senatur” arriva in carrozzina. Intanto all’esterno arriva in ambulanza il primo dei votanti in quarantena è Ugo Cappellacci di Forza Italia: tanta fatica per votare scheda bianca. Già perché i grandi partiti hanno dato questa come indicazione, almeno per questo primo voto. Naturalmente non tutti obbediranno e tra nomi credibili compariranno anche nomi di fantasia. Si vocifera che i 5Stelle abbiano voluto spiegare che si vota scheda bianca senza mettere nomi. Esagerati. Senza nome o bianca è la stessa cosa. Ma tra le voci e le fantasie che girano chissà se è vero. Questo perché Montecitorio e le zone circostanti sembrano una fiera di paese. Un migliaio di votanti, decine di telecamere, centinaia di giornalisti e tanti curiosi, senza contare agenti della sicurezza, assistenti, dipendenti ecc.

Sembra un po’ il primo giorno di scuola, tutti insieme , ci sono i ripetenti, i parlamentari esperti, ci sono i nuovi, i 58 delegati regionali. Alcuni di loro si muovono con destrezza, i più esperti che in Parlamento i sono già stati. Poi ci sono quelli che entrano per la prima volta e sembrano fingere di trovarsi a proprio agio. Intanto in aula prosegue la processione dei grandi elettori: prima chi ha problemi di salute, Bossi è il primo, poi i senatori a vita, in seguito i senatori, poi i deputati e infine i delegati regionali. Tutti parlano, fanno previsioni, non c’è certamente ansia per lo scrutinio. Scontata la vittoria di bianca, che non è una candidata ma semplicemente la scheda. I pochi rappresentanti di Bonino e Calenda invece vogliono dare subito una indicazione e annunciano che voteranno da subito Cartabia sperando di dare una indicazione agli indecisi. Ma quel nome, almeno oggi, è scomparso dai radar. Arriva a votare la senatrice a vita Segre, lei  non deve rispondere a nessun capo partito  così annuncia che una indicazione la scriverà nella scheda, non dice quale nome scriverà, ma coglie l’occasione per elogiare Mattarella.  Che sogni un reincarico? Una ipotesi che al momento è esclusa soprattutto perché il presidente fa di tutto per far capire che si sta preparando a dire addio al Quirinale. Infatti dopo le immagini sugli scatoloni negli uffici sono arrivate le immagini del trasloco dalla casa di Palermo verso la nuova abitazione romana, quella scelta da Mattarella, vicina alle case dei figli.

Fare i nomi in questa fase non serve a molto, anzi può essere un danno. Mastella, non vuole danneggiare l’amico Casini e fa il suo nome come il presidente ideale con convinzione. C’è da registrare la freddezza con cui è accolta questa ipotesi, ma Casini è in pista e più non si trova un nome condiviso e  più aumentano le sue possibilità. Potrebbe essere lui il politico da contrappore al tecnico Draghi. C’è per il momento un timido no di Salvini, e un forse del Pd.

Intanto si diffonde la voce, vera, che Salvini si è incontrato con Draghi. Il premier è da tutti considerato, in teoria, il nome giusto. Draghi avrebbe parlato al telefono anche con Letta e forse con Berlusconi. Tutti hanno paura di allontanarlo da Palazzo Chigi perché il governo potrebbe cadere. E ai deputati e senatori quella prospettiva fa veramente paura. Se si trovasse una soluzione  condivisa per palazzo Chigi con un accodo di legislatura, Draghi potrebbe anche andare al Quirinale. Però chi guiderà il governo? Un tecnico non è gradito alla politica che si sentirebbe esautorata se le due cariche più importanti dovessero essere occupate solo da tecnici. Così un tecnico di cui si parla, Elisabetta Belloni, una vita alla Farnesina e ora capo dei servizi segreti è ben vista da tutti, ma deve superare lo voglia di rivalsa dei politici. Questo è lo scoglio che trova Draghi sulla sua strada.

I 5Stelle insistono per Andrea Riccardi, piace a molti  a sinistra, ma questo può essere un handicap. Si vocifera che Berlusconi abbia dato indicazioni per la Casellati. Ma non ci sono conferme. L’attenzione è tutta rivolta all’incontro tra Letta e Salvini. La svolta può arrivare da loro con buona pace degli alleati. Dall’incontro  arriva la notizia che è aperto il dialogo. Giorgia Meloni prova a gettare nella mischia un nome, è quello di Carlo Nordio, ex Pm di Venezia,  fu quello che provò a indagare D’Alema e che ora scrive editoriali su importanti giornali.

Salvini che dopo il ritiro di Berlusconi ha assunto la regia delle consultazioni, ha incontrato Letta, si è visto con Conte, Meloni e Tajani. In serata ha potuto annunciare che presenterà una lista di personalità di alto livello, su cui concorda il centrodestra da presentare alle altre forze politiche. Sono nomi già discussi con Letta e Conte? Se così è l’esito potrebbe essere positivo. Se fosse invece una lista concordata solo con le forze di centrodestra l’accordo potrebbe essere lontano. In questa rosa non dovrebbe esserci il nome di Draghi . Se tutto andrà bene, è facile prevedere che si comincerà a fare sul serio a partire da giovedì quando servirà la maggioranza assoluta degli aventi diritto, cioè 505 voti.

Sfilano i votanti, inizia il conteggio, quando a Roma è  buio. L’attenzione però non è tanto rivolta a quel che succede in aula, almeno oggi, ma a quello che accade fuori. A  quegli incontri decisivi. Lo scrutinio non tradisce le previsioni. C’è la valanga di schede bianche, come da copione e qualche nome di chi ha voluto o dare  una indicazione o solo scherzare. Così c’è chi ha voluto votare Vespa, Angela,  Craxi e Amadeus. Un pizzico di goliardia.

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